Cris mi fissa attentamente.
É pallido e scarmigliato, ma pur sempre affascinante.
I suoi occhi grigi sono spalancati e non capisco se sia per via della rabbia, o della lotta interiore che sembra vivere in questo momento. Trema e dopo un attimo di esitazione, finalmente si decide parlare.
-" Io non c'è la faccio più. Odio la mia intera esistenza. Sei soddisfatta adesso?"- il suo sfogo improvviso, mi lascia completamente pietrificata.
-"Ogni giorno sono costretto a vivere una vita che non mi appartiene e per cosa? Guardati, sono passati anni e ancora ti faccio piangere. Sembra che io non riesca a fare altro."-
Si guarda intorno disorientato, respirando a fatica.
"Oh mio dio. Come ho fatto a non rendermi conto che in lui, covava un tormento così profondo e implacabile? Come può il suo rimorso, averlo portato a provare tanto rancore nei confronti di sé stesso? Sì certo, comprendo perfettamente il perché, in tutti questi anni, ha preferito cancellarmi dalla sua vita, ma annullarsi a tal punto, non mi sembra giusto.
Eppure, qualcosa non mi torna. É vero, sicuramente il senso di colpa lo sta uccidendo, ma sono sicura che deve esserci qualcos'altro sotto."
Inspira forte, passandosi entrambe le mani fra i capelli.
-" Tu dovresti starmi lontana, Grace. Mi sembra di avertelo già detto. Distruggo ogni cosa che tocco."- la sua voce si incrina.
"No, non è vero. Perché si ostina ancora a pensare una cosa del genere?"
-"Prima mia madre, poi Theo, ed infine tu. Penso che dovrei levarmi di torno, almeno così finirei di far star male la gente."-
"Cosa? No!"
-" Cris santo cielo, ora stai delirando!"-
Provo ad incrociare il suo sguardo, ma invano.
"Ormai sembra essere su un'altro pianeta."
-" Sì, dovrei farlo. Un colpo, me ne servirebbe solo uno, per risolvere le cose."-
In un attimo, sento tutto il mio mondo inclinarsi.
Lo guardo con occhi sgranati.
"Crede davvero che io possa permettergli una cosa simile?"
-"Niente più drammi o dolore. Cris Smith non causerebbe più problemi a nessuno."-
Sento le sue parole, trafiggermi come lance.
" Perché pensa che il solo fatto di esistere, danneggia chi lo circonda?"
Si lascia scivolare sul pavimento, posando la testa contro il vetro.
Alle sue spalle, vedo una Los Angeles ormai immersa nella sua frenetica quotidianità, mai però come in questo momento, mi era sembrata così triste.
-" Cris..."- sussurro il suo nome, nel disperato tentativo di arginare il fiume di emozioni, che mi scorre dentro in questo momento.
-" Sì Grace, sto davvero pensando di farla finita. "- dice, inchiodandomi con il suo sguardo freddo e tagliente. -" E lo so che tu non sei d'accordo con me, ma la verità è questa. Vuoi provare a farmi cambiare idea? Accomodati, ma ti avverto che sarà inutile.
La mia vita fa schifo e questo ormai è un dato di fatto."-
La sola idea mi toglie il fiato, facendomi rabbrividire.
-" Perché?"- mormoro, crollando in ginocchio davanti a lui.
-" Perché pensi che toglierti di mezzo, sia l'unico modo per risolvere le cose?"-
Lui fa un respiro profondo, ma non dice nulla.
Nei suoi occhi, ogni traccia di rabbia sembra essersi dissolta.
Mi fissano impassibili, mentre piano si velano di lacrime che troppo a lungo, ha cercato di trattenere.
"Avevo ragione."
Stringo i pugni sulle cosce, rimettendo insieme tutti i pezzi.
" La malnutrizione, l'alcol, le trasgressioni, il suo atteggiamento aggressivo. Sapevo che si nascondeva qualcosa di ben più profondo sotto, ma da qui a pensare addirittura al suicidio..."
Inspiro forte per lo shock.
" Dannazione devo fargli cambiare idea e anche alla svelta."
Deglutisco, inumidendomi le labbra.
-" Sai Smith, per quanto tu a volte possa fare cose stupide, toglierti la vita sarebbe la peggiore di tutte. Io ad esempio, non te lo perdonerei mai."-
Lo sento sospirare, ma a parte questo nient'altro.
-" Cris ti prego, dì qualcosa. Parlami."- sussurro.
Lui si stringe nelle spalle, distogliendo lo sguardo.
-" Che cosa vorresti che ti dicessi?"- la sua voce è dolce, mite.
" Non lo so, magari potresti cominciare col dirmi perché, in tutto questo tempo, non mi hai mai detto niente."
Fissa il vuoto davanti a sé, aspettando una mia risposta.
"Mio dio, è così difficile..."
-" Io non voglio vederti in questo stato."- lo supplico.
-" È un qualcosa che non riesco a sopportare. Mi hai detto di non riuscire più ad andare avanti con la tua vita e che vuoi farla finita, ma io non riesco a crederci."-
-" Perché?"-
-" Perché questo non è il ragazzo tenace e determinato, con il quale sono cresciuta!"-
Annullo la distanza fra noi, avvicinandomi il più possibile al suo viso.
-" Guardami."- sussurro, prendendogli il volto fra le mani.
I suoi occhi si dilatano leggermente mentre lo fisso, ma al di là di questo la sua espressione e la sua posizione non cambiano.
-" Guardami Cris Smith e dimmi che sei pronto a lasciarmi sola."-
"Dio solo sa, quanto mi costa pronunciare queste parole."
Schiude le labbra, abbassando gli occhi, colpevole.
-" Tu non sarai mai sola Grace. Avrai sempre la tua famiglia, i tuoi amici. C'è un mucchio di gente che continuerà a volerti bene."-
La paura mi assale, spingendomi a balbettare: -" Non hai risposto alla mia domanda."-
Singhiozzo e una strana sensazione di urgenza, mi spinge verso di lui, trovando finalmente riparo fra le sue braccia.
-" Tu vuoi davvero morire, Cris?"-
Lo sento sussultare, mentre piano immergo le dita fra i suoi capelli.
-" No."-
"Oh grazie al cielo."
-" Però odi a morte la tua vita."- aggiungo.
-" Sì."-
-" Perché allora, non provi a cambiare le cose? Lo so che è difficile ma se ce l'ho fatta io, puoi farcela anche tu."- gli parlo come farei con un bambino e lui, sembra seguirmi con attenzione.
-" Per me non è così semplice, Gracy."-
-" Perché pensi questo?"- sussurro, interrompendo il contatto fra noi.
-" Perché è la verità."-
I suoi occhi vagano altrove, ma mi basta accarezzargli piano la guancia, per riportarli immediatamente su di me.
-" Io voglio solo aiutarti, Cris."-
-" Lo so."-
-" Allora perché non la smetti di tenerti tutto dentro e non parli con me?"-
Ingoia a fatica, stringendo le labbra in una linea dura.
-" Non posso."-
-" Perché?"-
-" Perché se lo facessi, finirei col mettertiti in pericolo e questa, è l'ultima cosa che voglio"-
"Mettermi in pericolo?"
Aggrotto la fronte.
-" Ma di cosa stai parlando?"-
Si irrigidisce all'istante, mentre lentamente vedo il suo volto farsi livido.
-" Lascia stare."-
" Cosa? Mi prende in giro?"
Lo guardo con cipiglio, ma se lui crede che io molli la presa così facilmente, si sbaglia di grosso.
-" E così che intendi risolvere i tuoi problemi? Facendo finta che non esistano?"-
Incrocio le braccia al petto, mentre lo vedo alzare gli occhi al cielo.
-" Grace ti prego, non rendermi le cose più difficili."-
Penso che probabilmente dovrei dargli ascolto.
Una strana sensazione alla bocca dello stomaco però, mi mette subito in allerta.
Deglutisco, mentre pian piano nella mia mente si forma un'ipotesi, che non mi piace per niente.
" E se fino ad ora non fosse stato completamente sincero con me? Insomma, se continuasse a nascondermi qualcosa?"
Le parole mi escono di bocca, prima ancora che io possa rendermene conto.
-" Ci sono problemi con l'azienda di tuo padre?"-
I suoi occhi saettano verso i miei, guardandomi con incertezza.
Impallidisce e mi basta questo, per capire di essere sulla buona strada.
"È come se il solo nominare George Smith, lo avesse fatto andare nel panico."
Lui stringe le labbra, ma non dice nulla.
-" Cris, per la miseria rispondimi!"-
-" Non posso."-
"Santo cielo, ma perché non parla?"
Lo fisso torva, valutando con attenzione tutte le ipotesi.
"Arrivata a questo punto, mi sembra ovvio che in tutta questa storia c'entri suo padre. Il problema però è: in che modo?
Ovviamente dalle sue labbra, non uscirà nulla. Eppure qualcosa mi dice che non deve essere stato sicuramente un caso, se alla fine io e Lucas, siamo finiti con il collaborare proprio con la Smith's Company."
Sospiro, ripercorrendo alla svelta tutti gli eventi che mi hanno portata fino a qui.
"Pensa Grace. Pensa.
Tutto è cominciato a New York, quando George Smith, senza che ci fossimo mai incontrati, ha cominciato a seguirmi senza un preciso motivo. Poi in maniera del tutto anonima ha fatto in modo che sia io che Lucas tornassimo a Los Angeles e partecipassimo alla festa in maschera a casa degli Wild. Sapeva che lì avrei incontrato Cris e forse, è per questo motivo che mi ha tenuta lontana da Lucas per tutta la sera, con una scusa banale. La stessa cosa ha fatto poi, il giorno seguente. Si è ben guardato dal rivelarmi la sua vera identità, perché sapeva che io mi sarei opposta e avrei persuaso Lucas a rinunciare al progetto.
Per non parlare della faccenda con Jakov.
Ieri, l'ho visto mentre gli consegnava del denaro senza un motivo apparente. E infine c'è Cris, che cerca in tutti i modi di tenermi lontana da entrambi e che dice di volermi proteggere."
Mi viene la pelle d'oca, mentre una scarica di adrenalina mi percorre il corpo.
"E se fosse proprio George Smith, la causa di tutti i suoi problemi? Insomma, non dico che la mia rottura con Cris non c'entri nulla, ma per la miseria, sono sicura che ci sia qualcos'altro sotto!"
-"Si tratta di tuo padre, non è vero?"- il mio tono è più energico del dovuto.
Lui impallidisce, sorpreso dalle mie parole.
-" No no, io..."- si ferma.
-" É a causa sua se io sono tornata da Los Angeles. Lo ha fatto di proposito. Ti ha tenuto all'oscuro di tutto, agendo alle tue spalle e adesso che manca solo una settimana alle tue nozze, non riesci più a gestire le cose.
Non devi proteggerlo Cris, ma per l'amor del cielo se questa è la verità, devi darmela!"-
Si guarda intorno concintamente, passandosi una mano fra i capelli.
-" Grace per l'amor del cielo, smettila! Ti ho detto di restare fuori da questa storia."-
Sospiro, sentendo la mia frustrazione crescere sempre di più.
-" No Cris, non questa volta! Perché non mi dici come stanno realmente le cose?"-
-" Perché tu non capiresti e poi non c'è niente da dire. Mi hai sentito? Niente!"-
Lui si passa di nuovo una mano fra i capelli, tirandosi su in preda agli spasmi.
-" Quindi vuoi farmi credere che tuo padre non c'entra nulla col fatto che hai praticamente iniziato ad odiare la tua vita?"-
La mia domanda sembra sorprenderlo.
Lui mi guarda, sembra davvero a disagio.
Posa una mano sul suo petto, provando ad arginare quello che sembra essere il principio di un attacco di panico.
-" Le cose sono molto più complicate di così."- risponde infine.
Si allontana verso la cucina, come a voler mettere un punto alla nostra discussione, ma nonostante questo, decido di seguirlo.
-" Tu lo stai proteggendo Cris, ed io non riesco a capirne il motivo."- mormoro, provando a tenere a bada la mia rabbia.
-" Cristo, Grace!"- il suo urlo disperato, mi fa trasalire.
Sbatto le palpebre, perplessa.
-" Io voglio solo sapere la verità."- aggiungo.
-" Te l'ho già detta la mia verità."-
-" No, non è vero. Continui solo a ripetermi di starne fuori."-
-" Ed è quello che dovresti fare, per l'amor del cielo!"- ruggisce.
-" Non quando si tratta di te!"-
Lo fisso con occhi ardenti, mentre scuote il capo.
-" Basta. Ti prego, basta!"-
Si copre le orecchie con entrambe le mani, crollando in ginocchio sul pavimento.
É sconvolto, esausto.
Scoppia in lacrime davanti ai miei occhi, mentre scosso da tremori, continua a ripetermi di fermarmi.
La mia rabbia svanisce all'istante, mentre sento il sangue defluire dal mio viso.
-" Cris..."-
Lui continua a singhiozzare mentre esitante, mi inginocchio di fronte a lui.
Tutte le mie certezze, crollano inesorabilmente.
In questo momento non riesco più a vedere l'uomo forte e sicuro di sé che farebbe invidia a chiunque, ma solo un ragazzino.
Un ragazzino a pezzi che non si sente all'altezza della vita che gli è stata data.
"Oh Cris. Vorrei tanto aiutarlo, ma come?"
Le lacrime mi pungono gli occhi.
Passo una mano fra i suoi capelli, sentendolo sussultare.
-" Va tutto bene Cris. Va tutto bene."-
Lo abbraccio, perché in questo momento sento che questa è l'unica cosa che può dare ad entrambi, un minimo di sollievo.
Ho bisogno di calmare il suo cuore impazzito, ho bisogno di sentirlo vicino.
Non so per quanto tempo restiamo così, stretti l'uno nell'altra. Ma la cosa sembra funzionare.
Avverto il suo respiro farsi poco a poco sempre più regolare.
" Sembra che almeno per questa volta io sia riuscita a calmarlo, evitando che il suo attacco di panico peggiorasse. Così però non va bene santo cielo! Mi è bastato nominare suo padre per vederlo crollare."
Mi asciugo le lacrime con il dorso della mano, mentre sento il mio cuore soffocare in preda al dolore.
-" Andrà tutto bene. Vedrai che insieme ce la faremo, te lo prometto."-
Avverto un profondo senso di disperazione e sconforto, gonfiarmi il petto.
"Farei qualsiasi cosa per aiutarlo."
-" No, tu non devi farti carico dei miei problemi."- singhiozza, con voce strozzata.
-"A me non importa."-
-" Ma Grace..."- la voce gli muore in gola.
Chiudo gli occhi e poso la mia fronte sulla sua.
-" Dimmi un po' signor Smith: quando mai ti ho dato ascolto?"-
Sorride fra le lacrime.
-" Beh effettivamente... "-
La sua voce dolce e bassa, fa sussultare il mio cuore.
-" Smettila di pensare che per me, tu sia un problema. Non lo sei mai stato."-
Mi accarezza quasi esitante il viso, sospirando mestamente.
-" Io non sono degno di te, Gracy. Tu sei sempre così buona con me, ed io..."-
Chiudo gli occhi, coprendo la sua mano con la mia.
-" Smettila di pensare che io sia perfetta."-
I suoi occhi si dilatano leggermente, mentre lo fisso fra le lacrime.
-" Ti ho già detto che mi sei mancata?"-
Il mio cuore sussulta, in preda alle emozioni.
"Oh Cris, così sei scorretto."
-"Sì. Ed io ti ho già detto che vederti soffrire in questo modo, mi fa stare terribilmente male?"-
Abbassa lo sguardo colpevole.
-" Sì e mi dispiace."-
Sospiro, alzando il suo volto verso il mio.
-" A me non interessano le tue scuse Cris. Quelle da sole, non bastano a farti stare meglio. Non vuoi parlare con me? Ok va bene, lo accetto. Ma con qualcuno devi pur farlo. Cosa mi dici del dottor Foreman?"-
Scuote la testa, rivelando la sua agonia.
-"No, lui no."-
-" Perché no?"-
Deglutisce.
-" Io non ho bisogno di uno strizzacervelli. Non sono pazzo."-
-" Nessuno ha mai detto questo, ma lui potrebbe aiutarti. Tu ci sei già andato una volta no?"-
Aggrotta la fronte.
-" Sì."-
-" E come ti è sembrato?"-
I suoi occhi vagano altrove.
-" Un tipo normale."-
-" Ti ha fatto sentire a disagio?"- sussurro.
-" No."-
-" E perché non ci sei ritornato?"-
-" Non lo so. Sono successe tante cose nell'ultimo periodo e poi Jennifer, mi sta addosso con i preparativi del matrimonio, così ho lasciato perdere."-
Fa una pausa e mi guarda, cercando di misurare la mia reazione.
"Sono arrabbiata? Sì, è stato un qualcosa di terribilmente stupido. L'idea che fra pochi giorni lui sposerà quella vipera, mi ferisce? Sì, è anche tanto. Ma non posso darlo a vedere. Lui non mi appartiene. Non più."
-" Tu devi tornare dal dottor Foreman."- mormoro. -" E non mi importa quanto la tua vita può essere impegnata in questo periodo. Devi farlo per te stesso. Voglio che tu vada da lui e ti faccia aiutare. Niente più scuse o ripensamenti. Decidi Cris, o ci vai tu di tua spontanea volontà, o ti ci porto io con la forza. E giuro che lo faccio."-
I suoi profondi occhi, grigi incontrano i miei.
-" Ma Grace..."-
Lo guardo torva.
-" No Cris, non provarci nemmeno! Non mi interessano le tue stupide scuse. Per troppo tempo ti ho lasciato fare e guarda i risultati! Ti avverto, d'ora in avanti si fa a modo mio."-
Mi fissa contrariato ma non dice nulla.
"Non è uno stupido, sa bene che ho ragione.
Questa situazione assurda, deve finire."
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Perché Sei Tu [Vol.2]
ChickLitDopo aver lasciato Los Angeles ed aver rinunciato a tutto ciò che amava per ritrovare se stessa, Grace sembra davvero essere una persona nuova: sempre solare e divertente, sembra essersi lasciata ormai alle spalle tutto il dolore del passato. Niente...