Jakov mi bacia il dorso della mano, mentre accosta con il suo suv nero davanti all'ingresso della Smith's Company.
Lo guardo e devo ammettere che è decisamente il ritratto di un maschio alfa.
Jeans e t-shirt scura, accompagnata da un giubbino in pelle e lo sguardo da macho, che tanto adoro.
Mi sistemo sul sedile della sua auto, provando a calmare il mio cuore impazzito.
"Mio dio, possibile che dopo tutte queste settimane, io ancora debba abituarmi alla sua presenza?"
Sono le nove del mattino e ammetto, di essere decisamente di buonumore.
Il motivo?
Beh sarà che un certo ragazzo oggi, ha deciso di sorprendere la sottoscritta, portandola a fare colazione in una delle caffetterie italiane più famose di Los Angeles? Chi lo sa.
Jakov mi guarda con occhi lussuriosi, mentre cerco con tutta me stessa, di apparire il più rilassata possibile.
-" Sai Grace, guarda che prima a colazione, ero serio. Non sei costretta ad andare a lavoro se non vuoi. Prenditi il giorno libero, andiamo da qualche parte. Solo io e te."- mormora, appena provo a recuperare le mie cose.
-" Jakov tu mi tenti. Anche a me piacerebbe passare del tempo insieme, ma Lucas ha bisogno del mio aiuto e proprio non posso abbandonarlo."-
Vedo il suo volto rabbuiarsi.
-" Ultimamente però, mi sei sembrata più stanca e preoccupata del solito Grace e questo non puoi negarlo. La campagna pubblicitaria, vi sta creando problemi?"-
"Cosa?"
-" No affatto, sta procedendo tutto secondo i piani. Il nuovo sito internet è stato ultimato, le maggiori riviste specializzate nel settore dell' arredamento, hanno acconsentito a darci uno spazio sui loro giornali e c'è persino chi ha proposto al dirigente dell'azienda, un'intervista. Le cose stanno davvero andando, meglio del dovuto."-
Gli sorrido con gentilezza, ma noto che il cipiglio sul suo volto non scompare.
-" Allora perché sembri essere sempre, con la testa fra le nuvole?"- mi chiede tutto d'un tratto.
" Oh cavolo."
Abbasso lo sguardo colpevole.
"Con la testa fra le nuvole? Ma chi io? "
-" Ti-ti sbagli Jakov. Io non sono mai stata meglio."-
-" Dici davvero? Eppure non mi spiego il perché, ogni volta che usciamo insieme o ti bacio, sembri sempre essere su un'altro pianeta?"-
"Colpita e affondata Miller.
Credevi di farla franca? Il ragazzo di certo non è uno schiocco, anche se..."
Alzo gli occhi al cielo incrociando le braccia al petto.
" Oh ma insomma! È un periodo complicato, ed io con lui preferisco non parlare di questioni personali, è vero. Provate però, a mettervi nei miei panni.
Ho litigato con la mia migliore amica, la salute di Cris è instabile, ho scoperto che Jennifer Wild lo tradisce e come se non bastasse, ho anche il sospetto che lui dietro la facciata da duro, nasconda qualcosa. È assolutamente normale, che io a volte sia sovrappensiero."
Guardo Jakov, mentre è ancora in attesa della mia risposta.
Non sembra essere ferito, ma infastidito dal mio continuare a tenerlo fuori dalle questioni della mia vita, questo sì.
-" Ti sbagli, io sto benissimo."- dico, provando a mantenere intatto il mio buonumore.
-" Non è vero, ma farò finta di credere alle tue parole se questo ti fa sentire meglio."-
" Dio, quanto è difficile!"
Mi lascio andare ad un lungo sospiro, provando infine a cambiare argomento.
-" Oggi lavori?"-
-" Sì"-
Sbatto le palpebre, confusa.
-" E mi hai chiesto comunque di disertare il mio?"-
-" Credevo di averti già detto, di essere un tipo abbastanza indipendente sul lavoro. E poi, io farei qualsiasi cosa per te, lo sai."-
La sua affermazione mi lascia di stucco.
-" Oh beh, g-grazie."-mormoro imbarazzata.
" Ma non è un po' troppo presto per questo genere di cose? Infondo, ci frequentiamo solo da qualche settimana."
-" Di niente Grace."-
Allunga una mano, accarezzandomi il volto.
-" Anche se devo ammettere, che mi piaceva l'idea di averti tutta per me. Anche se solo per un giorno."-
Si protende verso di me e lo bacio.
-" Sono pienamente d'accordo con te, signor Smirnov."- sussurro, appena la sua bocca abbandona la mia.
-" Ora però a malincuore, devo lasciarti."- continuo.
-" Il mio lavoro mi aspetta."-
Un ultimo bacio e poi via.
Apro la portiera, richiuidendomela poi, alle spalle.
Mi dirigo verso l'edificio, facendogli un piccolo gesto di saluto con il capo.
-" A dopo."- mi urla dal finestrino della sua auto.
Sorrido.
-" A dopo."-
Un addetto alla sicurezza, vedendo le mie mani occupate da tazze fumanti di caffè, mi tiene aperta la porta d'ingresso, sorridendomi con calore.
-" Buongiorno signorina Miller."-
-" Buongiorno a lei Steven."-
"Visto? Con il passare del tempo, in questo posto ho fatto anche amicizia con qualcuno .
Solo i più simpatici, ovviamente."
Mi dirigo verso gli ascensori, circondata da una piccola folla di impiegati.
-" Ah è dura ricominciare dopo il weekend."- mormora un uomo poco lontano da me, al suo collega.
-" A chi lo dici."-
Le porte di due ascensori si aprono, ma ahimè sia io che i due uomini accanto a me, siamo costretti ad aspettare il prossimo giro, perché troppo pieni.
"Oh andiamo, questi caffè scottano!"
-" Alla fine ti sei più fatto, quella tipa?"- continua il più alto fra i due.
Li guardo con attenzione.
"Abiti costosi, Rolex e valigette in preziosa pelle. Di sicuro devono avere entrambi, un mucchio di soldi."
-" Parli della moretta che veniva dal Brasile? La modella?"- esclama l'altro.
-" Sì proprio quella!"-
-" Macché, ha cominciato a ronzare attorno a quello squalo di Smith e allora ho deciso di lasciar perdere."-
-" Smith? Intendi quello che si sposa fra qualche settimana, con quello schianto della Wild?"-
-" Sì, proprio lui."-
Provo a fare finta di niente, anche se devo ammettere di essere un po' infastidita dalle loro parole.
-" Wow, allora lascia che ti faccia le mie condoglianze, amico mio. Suppongo che deve essere stato duro per te, vedere la tua moretta andare via con lui."-
L'altro si stringe nelle spalle.
-" E invece no, perché alla fine se ne è andata con un tizio che non avevo mai visto prima."-
-" Scherzi? E Smith? Sarebbe la prima volta, che viene rifiutato da una donna."-
-" Infatti hai toppato alla grande, perché è stato proprio lui a dargli un due di picche."-
"Cosa?"
-" Mi prendi in giro? Amico non dirmi che il caro Smith, ha deciso di intraprendere il cammino della redenzione e cominciare recitare la parte, del fidanzato fedele?"-
-" Ma che ne so! Se ne stava tutto solo in un angolo del locale, a bere birra e a mandare al diavolo, chiunque gli si avvicinasse."-
-" Beh forse qualcuno, si è finalmente deciso a dirgliene quattro."-
-" O forse, ha finalmente capito che la sua ragazza lo tradisce con uno sfigato."-
"Mio dio, che cattiveria!"
Li sento sghignazzare fra loro, mentre le porte di un ascensore vicino si aprono e loro si apprestano ad entrare.
"Due idioti così, meriterebbero solo di essere presi a calci nel sedere."
Faccio per entrare, ma il riflesso familiare di un uomo dagli occhi di ghiaccio e i capelli ingrigiti dal tempo, cattura la mia attenzione.
Lo vedo attraversare l'intero atrio, dirigendosi poi verso l'uscita.
"Chissà dove starà andando."
Lo seguo attentamente con lo sguardo, fino al ciglio della strada, dove si ferma a scambiare due parole con qualcuno.
Non vedo auto, né tantomeno il volto dell'uomo in questione, nascosto da due donne intente a chiacchierare.
Il padre di Cris gli sorride, poi stringe la sua mano, ed infine gli consegna una busta.
" Ma cosa..."
Provo a fare qualche passo in avanti e quasi mi sembra di scorgerne il contenuto, mentre l'uomo la controlla frettolosamente.
Sembrano biglietti o banconote, non saprei dirlo con certezza.
"Forse George Smith si è immischiato in qualche losco affare. Mi chiedo però, se Cris ne sia a conoscenza."
Una stretta di mano frettolosa, poi le due donne intente a chiacchierare vanno via e...
Quello che vedo, mi lascia completamente senza parole.
"Jakov?"
Faccio un passo indietro, letteralmente sbigottita.
" Che diavolo ci fa con George Smith?"
I due si salutano frettolosamente, allontanandosi in direzioni opposte, subito dopo.
"Forse in passato hanno lavorato insieme, ma rimane comunque la questione della busta. Perché il padre di Cris dovrebbe dargli dei soldi? E soprattutto, perché Jakov fino ad ora mi ha tenuta all'oscuro della faccenda? Eppure sa bene che io attualmente sto lavorando per l'azienda di quell'uomo."
Con mille dubbi che mi ronzano nella testa, mi avvio verso il primo ascensore libero e poi, dritta verso il mio ufficio.
Sono così sconvolta, che non mi accorgo neanche di Cris, che dopo essere uscito dalla sala riunioni, cammina al mio fianco con lo sguardo perso nel vuoto.
-" Oh ciao."- mormoro, appena prima di vederlo sparire dietro la porta del suo ufficio.
I suoi occhi si posano su di me, mentre sul suo volto vedo comparire un sorriso sincero.
-" Buongiorno Grace."-
Indico la sala riunioni.
-" Hai iniziato presto oggi."-
-" Già, a quanto pare due grossi clienti sui quali facevamo affidamento per sollevare le sorti dell'azienda, sembrano volersi affidare alla concorrenza e mi tocca inventarmi l'impossibile, per convincerli a fare marcia indietro e scegliere noi."-
-" Una cosetta da niente, insomma."- dico in tono ironico, seguendolo all'interno del suo ufficio.
Sorride.
-" Già, ma Johnson mi ha detto che per quanto riguarda il vostro lavoro invece, le cose stanno andando decisamente meglio."-
Mi stringo nelle spalle.
-" Ti ha informato bene."-
-" Allora lascia che mi congratuli con voi. Siete davvero un ottimo team."-
Il suo complimento improvviso, mi fa arrossire.
-" Ti ringrazio."-
Lo osservo mentre aggira la sua scrivania, lasciandosi poi cadere elegantemente sulla sua sedia.
"Wow."
Anche se sono ancora decisamente sconvolta da quello che i miei occhi hanno visto solo un paio di minuti fa, non posso fare a meno di paragonare la bellezza di Cris, a quella di Jakov.
Due maschi alfa, che non potrebbero essere più diversi.
Da una parte un uomo rude e mascolino e dall'altra, un uomo affascinante che è decisamente, il ritratto del potere.
Indossa un completo blu scuro con la cravatta in tinta e nonostante sembri tranquillo, i suoi occhi stanchi tradiscono intere notti passate in bianco.
-" Come ti senti oggi?"- sussurro, appena mi capita di incrociare il suo sguardo.
-" Bene."-
"Sta mentendo."
-" Hai fatto colazione, questa mattina?"-
-" Ma sì certo."-
-" Con cosa?"- gli chiedo a bruciapelo.
-" Ora non lo ricordo con certezza, però..."-
Guardo i due bicchieri di caffè fumante fra le mie mani e prima che io possa rendermene conto, gliene porgo uno, seguito da un delizioso croissant che fra parentesi, doveva essere il mio pranzo.
-" Tieni."-
Sembra smarrito, mentre provando a nascondere il suo imbarazzo, gli afferra esitante.
-" Questa mattina sono passata da una deliziosa caffetteria italiana e ho pensato di portare qualcosa anche a te e a Lucas. Non fare domande, mangia e basta. Buona giornata, Smith."-
Non gli dico nulla di suo padre, probabilmente finirebbe col causargli solo altri guai.
Mi volto e vado via.
"Probabilmente, è meglio così."
STAI LEGGENDO
Perché Sei Tu [Vol.2]
ChickLitDopo aver lasciato Los Angeles ed aver rinunciato a tutto ciò che amava per ritrovare se stessa, Grace sembra davvero essere una persona nuova: sempre solare e divertente, sembra essersi lasciata ormai alle spalle tutto il dolore del passato. Niente...