Guardo il mio migliore amico completamente immerso nei suoi impegni mentre fuori, un violento temporale avvolge la città di New York.
Alla fine, il lavoro qui alla Storm Force, si sta rivelando più impegnativo di quanto avevamo immaginato, ma non per la portata dei progetti, ma per la loro totale assenza.
Già proprio così, a quanto pare per la sede di New York, Lucas ha troppa poca esperienza, quindi hanno deciso di torturarlo, sottoponendolo ad interminabili analisi di vecchi progetti.
- "È un rituale necessario per abituarsi agli standard ed hai ritmi di questa sede, d'altro canto i newyorkesi hanno uno stile di vita più frenetico, si sa"-
È questa la ridicola scusa che hanno usato quando Lucas ha provato a fare qualche obiezione.
Se sono arrabbiata? Ovvio che sì, perché vedo il mio migliore amico perdere l'entusiasmo giorno per giorno, perché al posto di nuove idee e bozze, sulla sua scrivania sono mesi che non vedo altro che scartoffie inutili, perché qui siamo poco graditi e non capisco il perché.
-" Senti Luke, è da quando siamo arrivati in ufficio che siamo incollati su queste sedie, che ne dici di uscire un po da questo sgabuzzino impolverato ed andare a fare due passi? Magari possiamo andare a bere un caffè nella sala relax o a fare qualche fotocopia."- chiedo speranzosa.
Mi guarda e giuro che mi si stringe il cuore: al posto dei soliti occhi vispi e vivaci, due buchi neri, spenti e stanchi.
-" Forse hai ragione Gracy."- prende un paio di cartelle porgendomele.
-" Potresti fotocopiarle per me? Io nel frattempo raduno i resoconti degli ultimi due anni e ti raggiungo."-
Ha le spalle curve e un'aria spossata.
" Povero Lucas."
A malincuore cerco di fare finta di niente e mi avvio verso la fotocopiatrice. Mi metto subito al lavoro, i fogli sono molti, ma alla fine riesco con successo nella mia impresa arrivandoli a sistemare anche in ordine cronologico.
" Ecco fatto." penso fra me e me tutta soddisfatta, ma mi basta poco per perdere il buonumore ritrovato.
-" Ops."- con una forte spinta, Riki Pierce mi fa cadere tutti i fogli che avevo fra le mani.
" No!"
Guardo tutto il lavoro fatto negli ultimi trenta minuti, ricoprire gran parte del pavimento della stanza, mentre il mentecatto resta ad osservarmi con aria soddisfatta.
-" Perché l'hai fatto?"- gli chiedo stringendo i pugni con forza.
-" Io? Oh ma è stato un incidente, non vedi?"-
-"Un incidente? Dannazzione credi che io sia stupida quanto te? L'hai fatto di proposito e su questo non ci piove!"-
Cerco di controllare la rabbia, ma vedere la sua faccia da scorfano non aiuta.
-" Grace Miller tu non hai prove, ora se vuoi scusarmi."-
Mi volta le spalle e con fare disinvolto si avvia verso il corridoio che porta al suo ufficio.
" Non prima di averti dato una lezione, brutto porcello col mono sopracciglio!"
In preda alla rabbia prendo la prima cosa che mi capita a tiro, ma prima di potergliela lanciare addosso, un gesto repentino di Lucas me la porta via dalle mani.
-" Cosa stai facendo Grace?"- mi chiede con aria preoccupata.
-" Stavo dando una lezione a quel tricheco!"- brontolo dandogli le spalle.
-" Lanciandogli contro una spillatrice di quasi un chilo? Una denuncia per tentato omicidio, ecco cosa avresti ottenuto, altro che lezione."-
Mi guarda con aria di rimprovero, per poi piegarsi a raccogliere i fogli ancora sparpagliati sul pavimento.
-" Cosa fai?"- gli chiedo ancora contrariata.
-" Raccolgo questa roba, non vedi?"-
-" Certo che lo vedo, ma non sei tu a doverlo fare, dato che non è colpa tua se quei fogli sono lì."-
Mi guarda confuso per poi tirarsi su.
-" Quindi cosa intendi fare a riguardo?"-
Detto fatto, vado a recuperare l'idiota che se ne stava nascosto ad origliare la nostra conversazione e lo trascino per la cravatta di nuovo nella stanza.
-" Che diavolo stai facendo strega?"- mi chiede "Pirce l'idiota", contrariato.
-" Tu li hai fatti cadere e tu li raccogli."- sentenzio fulminandolo con lo sguardo.
-" Cosa? Oh ma non credo proprio, voi siete nuovi, no? Quindi almeno che non vogliate essere sbattuti fuori, siete obbligati a stare al nostro gioco è chiaro?"-
-" Nostro? "- chiede Lucas, ormai anche lui vicino al limite.
-" Già, parlo di me e degli altri dipendenti. Qui non siamo a Richmond o nella vostra schifosa California, qui non si regala niente, tantomeno a due incapaci come voi."-
Bene, se prima ero arrabbiata, adesso sono letteralmente furibonda e con me anche Lucas, che prima che possa rendermene conto, ha già inchiodato il caro Pierce al muro.
-" Ehi che fai amico, sei matto?"-
-" No, ma tra un po sono quello che ti spacca la faccia!"-
Mi guardo in giro, preoccupata su quello che potrebbe succedere al mio migliore amico se qualcuno lo vedesse.
-" Davvero? Allora voi californiani, oltre ad essere incapaci siete anche molto stupidi eh?"- sentenza l'idiota fra le mani di Lucas.
-" E cosa significa questo?"-
-" Prova a toccarmi e ti rovino."-
"Pirce, lurido e schifoso idiota!"
Faccio per andargli incontro ma un pensiero improvviso mi ferma.
"Dannazzione ha ragione! Lucas è un grafico e la sua intera carriera si è sviluppata in questa azienda, cosa accadrebbe se questo idiota lo denunciasse?
Perderebbe tutto quello per cui ha lavorato fino ad oggi."
-" Ha ragione."- esclamo guardando Lucas.
-" Potrebbe farlo, perché questo è comunque uno scontro fra due uomini. Nessuno crederebbe alla storia della legittima difesa, quindi lascialo Luke."-
Anche se un po riluttante, alla fine decide di darmi ascolto, ed è qui che entra in gioco la sottoscritta.
-" Sai miss ciambella, ti facevo più stupida e invece..."-
" Stupida? Sta a guardare pivello!"
Dopo aver precedentemente sfilato le scarpe, punto gli occhi sul suo addome con l'intento di distrarre la sua attezione, per poi sferrargli un calcio all'altezza del pomo d'Adamo e atterrarlo.
" Et voilà, ecco come dare una lezione ad un idiota, facile no?"
Cercando di fermare l'improvviso attacco di tosse, vedo gli occhi di Riki Pirce incollarsi ai miei.
-" Ma che diavolo fai?"- mi dice con la voce ridotta ad in sussurro.
-" Faccio quello che serve ai tipi come te per capire i propri errori: ti do una lezione. Da quando io e Lucas abbiamo messo piede in questa azienda, tu ed il tuo branco di idioti, non avete fatto altro che renderci la vita impossibile. Abbiamo sopportato, siamo rimasti in silenzio per mesi, nel disperato tentativo di arginare la cosa, ma non è servito a nulla, perché tu non hai nessuna intenzione di smettere non è vero?"-
Lo guardo con tutta la rabbia di cui sono capace e quello che ottengo in cambio, è un semplice sorriso beffardo.
-" Mi hai appena dato una valida ragione per farvi sbattere fuori da qui."-
-" Davvero? Ma pensa, potrei dire la stessa cosa. Tu mi hai aggredito ed io mi sono semplicemente difesa, per non parlare del fatto che se non fosse intervenuto Lucas a quest'ora mi avresti violentata."- cerco di scandire bene ogni singola parola, affinché il concetto sia chiaro: ti ho appena fregato!
-" Cosa? Ma non è vero!"-
-" È la tua parola contro la mia idiota e dato che dici di essere così tanto intelligente, indovina a chi crederanno fra i due?"-
Resta a gardarmi a bocca aperta, mentre con una mano, cerca di tirarsi su.
-" Tu, tu brutta strega!"- ringhia von rabbia.
-" Sono una donna Pirce, che cosa ti aspettavi? Ti avevo già avvertito tempo fa, ma tu non mi hai dato ascolto."-
Guarda il mio migliore amico con disgusto per poi posare nuovamente gli occhi su di me.
-" Cosa vuoi in cambio del tuo silenzio, allora?"-
-" Che tu ed i tuoi amichetti ci lasciate in pace, ecco cosa voglio."-
Abbassa lo sguardo pensieroso per poi annuire.
-" Affare fatto."-
-" Molto bene, allora ti aspetto fra dieci minuti nell'ufficio di Lucas."-
-"Perché?"- mi chiede confuso.
-" Hai presente le fotocopie che hai stupidamente lasciato cadere sul pavimento? Le voglio in ordine alfabetico dalla più recente alla meno recente."-
Guardo la bocca di Lucas piegarsi in un sorriso mentre do il colpo di grazia al povero idiota sventurato.
-" E se mi rifiutassi?"-
" Oh mio dio, non è ovvio?"
-" Andrei in giro a dire che il saccente Riki Pierce, si è fatto picchiare da una donna."-
-" Allora lo faccio."- esclama quasi all'istante.
Esco dalla stanza con nonchalance per poi correre in ufficio seguita dal mio migliore amico, piegato in due dalle risate.
-" Oh mio dio, sei stata grande!"-
-" Lo so."-
-" È quel calcio..."-
-" Lo so."-
-" È quello che ti ha insegnato l'istruttore in palestra, mentre eravamo a Richmond?"-
-" Già proprio lui."-
-" Allora devi insegnarmelo Grace Miller, perché tu oggi, hai fatto la storia!"-
STAI LEGGENDO
Perché Sei Tu [Vol.2]
ChickLitDopo aver lasciato Los Angeles ed aver rinunciato a tutto ciò che amava per ritrovare se stessa, Grace sembra davvero essere una persona nuova: sempre solare e divertente, sembra essersi lasciata ormai alle spalle tutto il dolore del passato. Niente...