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Appena uscita da quello che d'ora in avanti sarà il mio nuovo appartamento, compongo alla svelta il numero del mio migliore amico con mani tremanti.
" Oh mio dio, se penso a quanto sono stata fortunata, giuro che mi metterei a saltare dalla gioia, se solo non fossi circondata da decine di passanti che corrono a destra e a manca."
Risponde al terzo squillo:
-" Ti prego dimmi che è andato tutto bene e che finalmente hai trovato una casa."- esclama Lucas in preda all'ansia.
-" Una casa? Lucas quella che ho appena visto era un sogno!"-
-" Non mi dire e alla fine l'hai persa?"-
"Presa? Emh diciamo che mi è stata gentilmente offerta in cambio della mia compagnia e qualche pasto caldo."
Ad ogni modo:
-" Sììì"- esclamo tutto d'un tratto, terrorizzando a morte un settantenne intento a passarmi davanti.
-" Oh scusi "- mormoro cercando di contenere la gioia.
-" Wow, lo sapevo! Questa sì che è una notizia, bisogna festeggiare!"-
-" Ci sto! Dimmi l'ora e il posto, sarò lì in men che non si dica."-
-" Va bene, allora questa sera facciamo baldoria, dato che domani non dobbiamo essere in ufficio prima delle quattro del pomeriggio, per una riunione creativa. Magnus, è un nuovo locale sulla 74th Street, prendi un taxi, io ti aspetto all'entrata fra un ora."-
Non so voi, ma quando Lucas mi dice che faremo baldoria, io vado in brodo di giuggiole.
-" Mi piaci Johnson, tu sì che sai come rendere felice una donna."-
Sorride divertito per poi salutarmi con la promessa di farmi passare una serata esplosiva.
Ora capite perché lo adoro?
"Fantastico, ho un nuovo appartamento da favola e una serata da urlo che mi aspetta: oggi è decisamente il tuo giorno fortunato Miller!"
Mi guardo attorno, cercando di capire in quale direzione potrebbe essere la 74th Street.
" Poco male, vorrà dire che chiederò dopo al tassista."
Avendo ancora un po' di tempo a disposizione, decido di fare una passeggiata.
Da quando sono qui a New York, mi è capitato davvero raramente di poter fare una bella e sana passeggiata, ma fondamentalmente la colpa è anche mia; da quando sono qui infatti, ho sempre avuto paura di perdermi o fare incontri poco piacevoli.
-" Signor Smith, prego da questa parte."- mentre passeggio davanti l'ingresso di un prestigioso hotel, sentire queste parole mi fa gelare il sangue.
" No, non è possibile, non può essere lui!"
Con esitazione alzo lo sguardo verso l'uomo in giacca e cravatta a cui una signorina in tailleur sta illustrando un qualche genere di programma.
" Cielo, per fortuna si tratta di un'altra persona, guardandolo bene però ..."
Alto, spalle larghe, labbra carnose e dei profondi ed impenetrabili occhi grigi.
" Dannazzione la somiglianza è davvero incredibile! Sì certo i suoi capelli bianchi e il volto segnato dal tempo lo rendono sicuramente diverso, ma in qualche modo è come guardare una versione di lui, fra cinquant'anni."
Anche se decisamente fuori dalla norma, decido di restare nascosta in un angolo ad osservarlo ancora per un po'.
-" Trafficata la vostra New York eh?"-
" Il suo accento! Non è decisamente uno yankee, da dove verrà?"
-" Oh sono desolata, ma sfortunatamente questa sembra essere una caratteristica a cui New York non riesce proprio a rinunciare."- dice la ragazza accanto a lui.
-" Nessun problema, l'importante è essere qui no?"-
-" Senza dubbio signorina."-
Guardo il suo modo di muoversi, il portamento, sicuramente deve essere un uomo molto ricco.
-" Ad ogni modo, come da lei richiesto, il suo ospite la sta aspettando nella suite presidenziale a lei assegnata."-
" Che sia un uomo d'affari?"
-" Molto bene."- esclama con tono secco e deciso. Ha la voce cupa e graffiata, che decisamente le si addice.
" Beh io direi di andare a prendere un taxi Gracy, tu che dici? Sì certo, quell'uomo decisamente gli somigliava e aveva il suo stesso cognome, ma questo non significa che debba necessariamente avere qualcosa in comune con lui, non essere paranoica adesso è poi lui non sa dove vivi, ricordi?"
Alzo gli occhi al cielo, avvicinandomi alla strada per richiamare l'attenzione di un taxi.
" Sì certo, che stupida che sono stata, figurati se adesso..."
Alzo nuovamente lo sguardo verso l'ingresso dell'hotel e in un attimo mi sento gelare il sangue.
Gli occhi grigi dell'uomo di prima, mi fissano con insistenza mentre sul suo volto si dipinge un sorriso freddo, ed oserei dire quasi malefico.
" Strano, mi avrà scoperto mentre spiavo la sua conversazione con quella donna? Impossibile mi dava le spalle, come può avermi vista?
Eppure mi osserva e sta continuando a farlo nonostante io mi sia accorta di lui."
Mi guardo attorno imbarazzata, mentre nel riflesso di una vetrina, vedo gli occhi di quell'uomo ancora incollati su di me.
Uno strano brivido di pericolo mi corre lungo la schiena, quasi come se fosse un campanello d'allarme.
"Devi andare via di qui Grace, adesso!
Dannazzione dove diavolo sono i taxi quando ne vuoi uno?"
Guardando un'ultima volta nella sua direzione, decido di dargli le spalle e dirigermi a passo svelto verso l'incrocio più vicino.
"Se qui non ci sono taxi, lì c'è né sarà sicuramente uno dannazzione!"
Cammino, cammino senza sosta, mentre ad ogni sguardo, lanciato dietro le mie spalle, vedo l'uomo dirigersi con passo controllato verso di me.
" Ma chi è? Cosa vuole?"
Sento il cuore salirmi in gola ad ogni tentativo inutile di fermare un taxi.
" Ma per quale cavolo di motivo sono tutti pieni oggi?"
Il rumore delle auto che sfrecciano fra il traffico è l'unica cosa che mi aiuta a rimanere concentrata.
"Sta calma Grace, non ti succederà niente, l'importante è non smettere di camminare."
Mi giro un'ultima volta, ed eccolo ancora lì, con gli occhi fissi su di me, quasi a non volermi lasciare andare.
" Ok, ora basta!"
Comincio a correre senza sosta, fermandomi all'occorrenza giusto il tempo di chiedere ad un passante in quale direzione è la 74th Street.
Corro, e in men che non si dica arrivo all'ingresso del Magnus, dove fra la folla riesco a notare finalmente un volto familiare.
-" Lucas!"- esclamo con il cuore sollevato, correndo ad abbracciarlo.
-" Oh mio dio, Grace stai bene?"-
Mi stringe forte e subito mi sembra di essere al sicuro.
-" Un uomo, ero vicino il Palace hotel e di lì in avanti ha cominciato a seguirmi. Ho cercato di fermare un taxi, ma siamo nell'ora di punta e non sono riuscita a trovare nulla, così ho cominciato a correre, correre..."- sento la voce morirmi in gola mentre una lacrima scende sul mio volto.
-" Dio mio, dov'è quel verme? Riesci ad individuarlo fra la folla?"-
Provo a cercarlo, ma non c'è.
-" No, credo che abbia rinunciato a metà strada."- sussurro asciugando le mie lacrime.
-" Come fai ad esserne sicura?"- mi chiede il mio migliore amico con il volto preoccupato.
-" I suoi occhi, dal primo momento in cui si sono posati su di me, non hanno fatto altro che tormentarmi, lì sentivo addosso ancora prima di vederli."-
Le mani di Lucas mi accarezzano il volto per poi cullarmi in un rassicurante abbraccio.
-" Va tutto bene adesso, ma d'ora in avanti tu non te ne vai in giro da sola, se non accompagnata da qualcuno."-
-" Ma Lucas..."-
-" Niente ma, guardati stai tremando dannazzione! E se io non ci fossi stato? Cosa sarebbe successo?"- abbasso lo sguardo.
Ha ragione, cosa avrei fatto se non ci fosse stato lui?
È inutile negarlo, se quell'uomo mi avesse raggiunta, mi avrebbe fatto del male.
Chiudo gli occhi e all'istante mi torna in mente il suo sguardo così freddo e spietato, era un uomo affascinante ed apparentemente rispettabile, ma i suoi occhi, erano quelli a tradirlo.
É stato come se mi conoscesse, come se sapesse con esattezza chi ero, eppure non ricordo di averlo mai incontrato.
Quello sguardo, giuro che non lo dimenticherò mai, erano gli occhi di un uomo senz'anima quelli, gli occhi di un carnefice.


Perché Sei Tu [Vol.2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora