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Cris POV

Alle otto, sento qualcuno bussare alla porta del mio ufficio.
-" Chi diavolo è?"- sbraito, posando il bicchiere pieno di whiskey che tenevo fra le mani, sulla mia scrivania.
-" Sono Sandy signore, la sua assistente. È da due ore che se ne sta chiuso nel suo ufficio e mi dispiace disturbarla, ma devo ricordarle il suo appuntamento delle otto e trenta con miss Wild."-
" Porca miseria. Di già?"
-" Cerca un sosia che mi assomigli e mandaci lui al mio posto."-
-" Signore la prego, provi ad essere ragionevole."-
" Al diavolo."
Ho i pensieri e lo stomaco sottosopra.
"Non ho mai pensato che un giorno avrei potuto sposare una donna e sapete perché? I matrimoni fanno schifo, date un'occhiata alle statistiche.
Sette matrimoni su dieci sono destinati al divorzio e non si tratta di essere cinici o spietati, ma semplicemente oggettivi."
Butto giù alla svelta il contenuto del mio bicchiere, sentendo il liquido ambrato scendermi giù per la gola, quasi fosse in fiamme.
-" È stato mio padre che ti ha mandata, non è vero?"-
" Quell'avvoltoio vuole assicurarsi che io mi presenti all'appuntamento."
-" Si signore."-
Tiro fuori dalla tasca interna della mia giacca, la scatolina rossa e me la rigiro fra le mani, sentendo il mio cuore aumentare i suoi battiti.

<Sapere che passerai il resto dei tuoi giorni accanto ad una donna come Jennifer Wild mi rende felice Ian e ricorda, che ciò che rende felice me, rende felice entrambi.>

È tutto il giorno che le parole di mio padre mi tormantano.
" Sposare Jennifer è la cosa giusta da fare, devo solo trovare il coraggio."
Chiudo gli occhi e il dolce volto di Grace compare fra i miei ricordi.
" E va bene."
-" Digli che questa notte può dormire sogni tranquilli e che non ho nessuna intenzione di tirarmi indietro."-
-" Come desidera, signore."-
Prendo alla svelta le mie cose e senza degnare la mia assistente neanche di uno sguardo, mi dirigo verso l'ascensore, deciso ormai a fare la cosa giusta.

Passo i venti minuti successivi imbottigliato nel traffico di Los Angeles.
"Che incubo."
Per fortuna però, riesco finalmente ad arrivare a destinazione: un bistrò francese dall'aria sofisticata ed elegante.
Appena entrato, subito vengo accolto da un raffinato uomo di mezza età.
-" Bonsoir mesieur come posso aiutarla?"-
-" Ho una prenotazione a nome Smith."- dico, stringendo il nodo della mia cravatta.
-" Très bien. Mesieur Smith e mademoiselle Wild, eccovi qui. Mi segua, le mostro il tavolo che questa sera abbiamo riservato per voi."-
Esamino l'uomo davanti a me e mi ritrovo a sorridere.
"Perché diavolo finge di essere francese, quando non lo è?"
Alti soffitti, inpreziositi da volte finemente decorate, un tris di archi e violini a riscaldare l'atmosfera e un mucchio di ricconi con la puzza sotto al naso.
" Cristo, sono solo cinque minuti che ho messo piede in questo posto e già non ne posso più."
Mi conduce in una saletta intima e confortevole, facendomi accomodare ad un tavolo.
-" Desidera ordinare del vino mentre aspetta la sua signora?"-
-" Sì certo, un whiskey doppio e senza ghiaccio."- dico con slancio.
-" Ne è davvero sicuro? Non preferirebbe invece un po' di champagne? Abbiamo un annata eccellente di Bollinger Rosé."-
Alzo gli occhi al cielo annuendo, mio malgrado.
-" Vada per lo champagne."-
Resto seduto davanti ad una sedia vuota per ben venticinque minuti, prima di vedere l'ombra di Jennifer farsi strada verso di me.
-" Era ora!"- sussurro fra me e me.
-" Ciao zuccherino."-
Mi sorride in modo caloroso, mentre mi alzo con l'intento di baciarla.
Avvicino le mie labbra alle sue, ma una sgradevole sensazione mi porta a fare un passo indietro.
Non so cosa abbia messo, fatto sta che è appiccicoso e viscido.
-" Mio dio, ma che diavolo è?"- gli chiedo.
-" È il nuovo gloss che mi ha regalato la mia amica Pam. Delizioso vero?"-
" Si certo, per avvelenare qualcuno sarebbe perfetto."
Si siede davanti a me e dopo aver dato un'occhiata alla sua elaborata acconciatura, dallo specchietto che teneva nella borsa, decide finalmente di porre la sua attenzione sul sottoscritto.
-" Come mai hai deciso di cenare insieme? Dici sempre che i posti come questo ti mettono a disagio."-
-" Verissimo, ma oggi volevo fare un'eccezione. Ultimamente mi sono reso conto che non sono riuscito a dedicarti tutto il tempo che meriti, così volevo farmi perdonare."-
Jennifer fa una risata.
-" Oh Ian, sei così dolce che quasi mi fai arrossire."-
Guardo la profonda scollatura del suo abito rosso fuoco e sorrido, notando i suoi occhi maliziosi lanciarmi occhiate d'intesa.
-" Ho ordinato dello champagne, spero che non ti dispiaccia."-
-" Nient'affatto, lo sai che lo adoro."-
"Come tutte le cose costose, d'altronde."
-" Sai, mi hanno detto che qui hanno un'ottima cantina."- dico, piegando la testa di lato.
La vedo sorridere maliziosa mentre le sue guance prendono improvvisamente colore.
-" Già e sai cosa hanno detto invece a me? Che ho un uomo straordinario al mio fianco. Oggi ho incontrato le mie ragazze per un te e tu non hai idea, di quanto le mie amiche siano gelose."-
Appoggio i gomiti sul tavolo, unendo le mani davanti alla mia bocca.
" Bel tentativo Wild, ma con me non attacca."
-" Sei nervosa?"- gli chiedo.
-" Un po' lo ammetto, anche se non è da me."-
-" Non ne hai motivo."-
-" Questo lo dici tu è poi questa sera sei strano. Ti brillano gli occhi, quanto hai bevuto?"-
Mi chino verso di lei.
-" Solo un paio di bicchieri, per rilassarmi."-
-" Io direi più di un paio, ma se questo significa che questa notte dormirò da te, a me sta bene. Mi piaci quando ti lasci andare."- sussurra con aria complice.
-" A te piace lasciarti dominare, il ché è diverso."-
Spalanca gli occhi, stupita.
-" Non ti sta bene?"-
-" Tutt'altro. Sai bene che mi piace."-
Bevo un sorso di vino e ad ogni sorso, sento i miei pensieri placarsi sotto l'effetto dell'alcol.
-" I signori vogliono ordinare?"- la voce di un giovane in livrea, cattura la mia attenzione.
-" Permettermi di ordinare per entrambi."- dico a Jennifer, lanciandole uno sguardo complice.
-" Stupiscimi."-
Sorseggio dell'altro vino, analizzando alla svelta il menù.
-" Dunque, io direi di cominciare con delle ostriche. A seguire, un filetto al salmone con salsa di asparagi ed infine, una mousse al cacao amaro con una spruzzata di peperoncino."-
-" Molto bene signore, se posso permettermi: ottima scelta."-
Si allontana all'istante e non posso ignorare l'espressione soddisfatta della donna di fronte a me.
-" Sai che i piatti che hai ordinato sono tutti potenti afrodisiaci?"-
-" Dici davvero? Ma io non ne ho bisogno con te. Sono già bravo di mio."-
Sorride sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e in un attimo, rivedo la Grace di questa mattina.

<È intenta nel prendere appunti sul suo palmare, mentre prova a tenere a bada le ciocche ribelli che scivolano via dal suo schignon. La luce che filtra dalla portafinestra alle mie spalle, le illumina il viso poco truccato, mettendo in risalto le lentiggini sul suo nasino all'insù. È totalmente assorta nel suo lavoro, mentre sembra seguire ogni mia singola parola.
"Avevo dimenticato il modo in le sue labbra sembrano imbronciarsi, quando è concentrata su qualcosa." >

Sbatto le palpebre confuso da quel ricordo improvviso.
-" Tutto bene piccolo?"- chiede Jennifer.
-" Si certo."-
Finisco lo champagne nel mio bicchiere, per poi riempirne un'altro e fingere che vada tutto bene.
"Se Jennifer scoprisse qualcosa sul ritorno di Grace, andrebbe fuori di testa, lo so."
Fortunatamente poco dopo, vedo il cameriere arrivare con la prima portata.
" Cos'è che avevo ordinato?"
Ostriche su un letto di ghiaccio.
" Ah, ora ricordo."
Ne prendo una lasciandola scivolare giù per la gola e quasi all'istante, avverto il gusto aspro del limone che si unisce a quello della salsedine.
" Buonissima."
Terminate le ostriche, è il turno del salmone.
-" Spero che il pesce ti piaccia."- dico a Jennifer.
-" Sono sicura che lo adorerò."-
Prende un assaggio di quello che ha nel piatto, per poi guardarmi con aria maliziosa e accarezzarmi la mano con le sue dita ben curate..
Bevo altro vino.
-" Sai Jennifer, a volte mi chiedo se tu mi abbia mai tradito."-
"Non so perché lo dico. È come se tutto d'un tratto, il mio filtro cervello-bocca, si fosse rotto."
Vedo la sua forchetta fermarsi a mezz'aria, mentre con occhi spaventati, prova a capire dove voglio arrivare.
-" Ma-ma che dici Ian? Tu sei l'unico e lo sai. Credo che forse tu questa sera abbia bevuto troppo champagne."-
-" Può essere."-
" Oppure tu, così come il sottoscritto, ti diverti alle mie spalle, spassandotela con chiunque."
Finisco il mio salmone, accompagnandolo con un lungo sorso di vino.
"Non giudicatemi, ma l'alcol in questo momento è l'unica cosa che mi aiuta a rilassare i nervi. Avete mai chiesto a qualcuno di sposarvi? È difficile, terribilmente difficile. Specialmente se siete dei libertini con una vita perfetta, o quasi."
Dopo poco faccio un cenno al cameriere, permettendogli di sparecchiare.
-" Sai cosa mi piace di te Jennifer?"- dico all'improvviso, cominciando a sentire la mente più leggera.
-" Il mio corpo da urlo?"- mi chiede, sfiorandosi maliziosa il labbro inferiore.
-" Esatto. Ed a volte sei anche crudele, perché non fai che indossare abiti attillati, ignorando come io mi possa sentire al riguardo. "-
Piega la testa di lato, percorrendo con le dita il bordo del bicchiere davanti a sé.
-" Parli del fatto che vorresti venire a letto con me, qui e adesso?"-
-" Sì"-
-" Allora perché non lasciamo stare il dolce e andiamo da te? Potrei essere io il tuo dessert."-
Deglutisco, inumidendomi le labbra.
"Essere il mio dessert, eh?"
Sento il mio basso ventre contrarsi al suono delle sue parole, ma non posso dimenticare il vero motivo per il quale siamo qui questa sera, ovvero: il fottuto anello.
Dopo aver terminato la bottiglia di champagne quasi completamente da solo, ed aver assaporato il gustoso dessert, decido di tagliare corto e porre la scatolina rossa, davanti ai suoi occhi.
Aggrotta la fronte, guardandomi confusa.
-" Che cos'è? Un regalo? Oh mio dio, non dirmi che ti sei ricordato di quegli orecchini di smeraldo che mi piacevano tanto."-
-" Apri la scatola Jennifer."- sussurro, ponendo le mani davanti alle mie labbra.
Sento il mio cuore battere forte, mentre i pensieri confusi dal vino, si accavallano nella mia mente.
"Infondo sapevo che prima o poi, questo momento sarebbe arrivato, no? E allora perché adesso è così difficile?"
Chiudo gli occhi e vedo il volto di Grace, tornare a tormentarmi.
"Al diavolo, dovrei smetterla di chiedermi come lei la prenderà."
Vedo Jennifer lanciare uno sguardo nella mia direzione, per poi aprire la scatola è sorridere.
-" Un anello? Oh santo cielo, Ian mi stai chiedendo di sposarti?"-
Abbasso lo sguardo sulla candida tovaglia di lino davanti a me, annuendo lentamente.
" Quando ero solo un ragazzino, guardavo mio padre e giuravo a me stesso, che non avrei mai vissuto nel modo in cui viveva lui."
-" Qual'è la tua risposta Jenny?"-
-" Non è ovvio? Sì!"-
"Solo ora mi rendo conto che mi sbagliavo."
Distolgo lo sguardo da lei e in un attimo mi sembra di scorgere le sagome di Grace e della sua migliore amica dai capelli rossi, attraverso la vetrina del ristorante.
"Cristo Smith, adesso hai anche le allucinazioni?"
Faccio un respiro profondo.
-" Sono la donna più felice del mondo, Ian."- la voce di Jennifer, tradisce la sua emozione.
-" Anch'io piccola, lo giuro."-
Sorride.
" Sembra avermi creduto.
Vorrei solo poterlo fare anch'io."

Perché Sei Tu [Vol.2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora