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Il mio cuore manca un battito, appena vedo la porta del bagno spalancarsi.
Cris è sulla soglia. Mi guarda con occhi stanchi e arrossati.
"Ha pianto ancora."
-"Ehi."- sussurro esitante.
-"Ehi."-
Fa qualche passo verso di me, sedendosi sul bordo del mio letto.
-"Come ti senti?"-
Mi guarda, ma non dice niente.
-"Allora?"-
Scuote il capo.
-"Hai intenzione di restare in silenzio per tutto il tempo?"- dico, posando entrambe le mani sui fianchi.
Annuisce.
-"E non credi che io mi meriti un briciolo di spiegazione? Insomma Cris, cerca di capirmi. Sei arrivato dal nulla completamente fradicio e sconvolto. Non ti ho mai visto piangere così tanto. E adesso mi dici che non vuoi parlare e ti aspetti che io accetti tutto questo?"-
I suoi occhi si dilatano leggermente mentre lo fisso, così decide di distoglierli.
-"Non ne vale la pena."- mormora con voce bassa e incolore.
"Beh, perlomeno sta parlando."
Sospiro.
-"Cris, io voglio solo aiutarti."-
Lui continua a guardare davanti a sé passivo, senza muoversi.
-"Non questa volta Grace. Non oggi."-
-"Ma io..."-
-"Ti prego."-
La sua supplica mi toglie il fiato.
-"Voglio solo restare al tuo fianco per un po' e dimenticare tutto il resto."- continua.
Avverto la mia confusione svanire all'istante, ben presto sostituita dalla pelle d'oca e un crescente senso di impotenza.
-"Credi che si possa fare?"- mi chiede gentile. -"Credi di poter sopportare la mia presenza qui, solo per un po?"-
Chiudo gli occhi, provando a contenere le mie emozioni.
-"Ma certo."-
Mi siedo accanto a lui, ispirando a fondo il suo profumo.
"Un misto di vaniglia e lavanda con accenni di zenzero e bacche di ginepro. Buonissimo."
Poi immergo senza esitazione una mano fra i suoi capelli e quasi mi sembra di avvertire i battiti del suo cuore aumentare.
Ha la pelle d'oca.
-"Senti ancora freddo?"- gli chiedo esitante.
-"No."-
La sua voce si spezza.
-"E allora perché tremi?"-
Mi guarda. Ha gli occhi arrossati e spenti.
-"Tu."- dice semplicemente.
Aggrotto la fronte, stando bene attenta a non interrompere il nostro contatto.
-"Io?"-
-"Sì."- la sua voce è bassa e vellutata. -"Non sono più abituato al tocco delicato delle tue mani. Non sono più abituato a te."-
La sua sincerità è disarmante.
Con movimenti lenti e ben studiati, prende la mia mano portandosela davanti alla bocca.
Le sue labbra indugiano, di poco staccate dal mio palmo.
Mi guarda con i suoi intensi occhi grigi, quasi volesse chiedermi il permesso.
Sbatto le palpebre una volta, deglutendo.
"Non so cosa fare."
Sono tesa.
"Ho paura che la sua fragilità, finisca con lo stravolgere anche me. Dovrei allontanarlo e mettere maggiore distanza fra noi, ma non posso. Non ci riesco."
Piego la testa di lato, annuendo.
"È solo un bacio Grace. Solo un bacio."
Le mie dita sfiorano con tocco leggero il suo volto, mentre avverto il bruciante calore delle sue labbra, entrare in contatto con la mia pelle.
"Oh mio dio."
Chiude gli occhi, portando poi la mia mano sul suo petto. All'altezza del cuore.
Il suo volto si raggrinzisce, come se ci fosse qualcosa di terribilmente doloroso che lo tormenta.
-"Grace io..."- la voce gli muore in gola.
-"Tranquillo, prenditi il tuo tempo."-
Con gli occhi spalancati e pieni di paura, fa un profondo respiro provando a cercare le parole giuste.
-"Oggi ho scoperto il perché in tutti questi anni, non ho mai avuto notizie di mia madre."-
Il mio cuore manca un battito.
"Oh mio dio."
Continua a stringere la mia mano sul suo petto, mentre i suoi occhi scrutano a fondo i miei.
-"Dici sul serio?"- sussurro.
-"Sì."- la sua voce si incrina, in preda all'agonia. -"So che probabilmente la cosa migliore sarebbe tacere, ma proprio non ce la faccio. Ho bisogno di parlarne con qualcuno."-
Mi guarda. Ha un'aria totalmente distrutta.
-"Ed io sono qui per questo."-mormoro, annullando la distanza che ci separa.
"Sapevo che c'era qualcosa che non andava, ma di certo non mi sarei mai aspettata si trattasse di questo."
La sua presa sulla mia mano, si fa più salda.
-"Lei era una domestica che lavorava per i genitori di mio padre. Era sveglia, arguta, brillante. Mi voleva davvero bene."- fa una breve pausa. -"È morta poche ore dopo, avermi dato alla luce."-
Una lacrima gli riga il volto, mentre con tutta me stessa provo ad essere forte per entrambi e a tenere a bada le mie emozioni.
Il dolore che leggo sul suo volto, è insopportabile.
-"Mi dispiace tanto."- sussurro.
Le sue labbra tremano, in preda all'agonia.
-"Anche a me."-
-"Sei riuscito a scoprire qualcos'altro su di lei? Magari i suoi genitori sono ancora vivi."-
Scuote il capo.
-"Purtroppo no. Si chiamava Cristine: so solo questo."-
Aggrotto la fronte, presa da un dubbio improvviso.
-"Cristine come... Cris?"- gli chiedo sgomenta.
-"Sì. Voleva che io avessi qualcosa che le apparteneva."-
La sua espressione si ammorbidisce.
"E così Cris ha lo stesso nome di sua madre... Incredibile "
Mi passo una mano fra i capelli, interrompendo il nostro piccolo contatto.
Sembra quasi dispiaciuto per la cosa, anche se prova a non darlo a vedere.
Abbassa lo sguardo sulla mano che fino a pochi secondi fa stringeva la mia, sospirando.
-"Lo so che è strano Grace, ma se devo essere sincero sono felice che lo abbia fatto. Cris mi piace molto di più, rispetto a Ian."-
Ho la sensazione che ci sia qualcosa di criptico nelle sue parole.
Lo fisso in preda alla confusione, provando a metabolizzare tutte queste informazioni.
-"Non mi credi?"- sussurra.
Scuoto la testa.
-"No. Lo trovo solo un po' strano, tutto qui."- sospiro.-"Perché lo ha fatto? In qualche modo sapeva già, che alla fine ti avrebbe lasciato?"-
-"Sì."-
Impallidisco.
-"Oh mio dio, era malata?"- le parole mi escono di bocca, prima che io possa rendermene conto.
-"No."- sussurra, mentre i suoi occhi sembrano incupirsi all'improvviso. "- Semplicemente non aveva scampo."-
Fa una pausa e mi guarda, quasi ci fosse un significato intrinseco nelle sue parole.
"Non aveva scampo?"
-"Io..."- chiudo gli occhi, provando a mettere ordine nei miei pensieri.-"Io non capisco. Se lei non era malata, allora perché è morta?"-
La mia domanda sembra coglierlo di sorpresa.
Diventa livido.
-"Non posso dirtelo."- taglia corto.
-"Perché?"-
Il suo sguardo si fa improvvisamente tagliente e selvaggio.
-"Smettila di fare tutte queste domande. Non posso e basta!"-
Il suo urlo disperato, mi lascia senza parole.
"Da dove esce tutta questa rabbia?"
-"Cris io sto solo cercando di venire a capo di questa faccenda. Tutto qui."-
-"Beh lascia perdere, allora. Io ti ho rivelato la verità su mia madre perché volevo parlarne con qualcuno di cui potevo fidarmi, non di certo per sentirmi fare tutte queste domande!"-
"Che cosa?"
La mia bocca si spalanca, stupefatta.
-"Ma Cris, io..."-
Con una gelida occhiata, mi zittisce.
-"Lascia perdere Grace, non c'è nulla da capire. Mia madre è morta perché a volte, per quanto duramente si può lottare contro qualcosa, non sempre si può vincere. Tutto qui. Ci sono cose che sono destinate ad essere, ed allora non ti resta che provare a limitare i danni e salvare tutto il buono che rimane."-
Non so perché, ma ho quasi l'impressione che si stia riferendo a se stesso.
Scuoto la testa, incredula.
-"Che cosa stai dicendo Cris?"-
-"La verità."-
"No, no. Come può pensare una cosa tanto assurda?"
-"Parli come se tua madre non avesse avuto alcuna scelta."- sussurro, guardandolo.
-"Infatti è così."-
-"Ti sbagli."- esclamo, contrariata. -"Perché c'è sempre una soluzione, Cris. Sempre."-
Lui sospira.
-"E se non ci fosse?"-
-"Beh significherebbe solo, che non ti stai impegnando abbastanza."-
Fa scorrere una mano fra i capelli, quasi fosse sul punto di esplodere.
-"Tu non lo sai, Grace. Tu non hai la più pallida idea, di quanto lei ci abbia provato."-
Ha gli occhi sgranati e lo sguardo disperato.
-"Questa non è affatto una giustificazione! Avrebbe dovuto lottare di più, per quello che voleva."-
Sbianca di colpo.
-"Voleva solo proteggermi..."-
-"Ti ha lasciato solo, nelle mani di un uomo cinico e senza cuore. Credi davvero che vedendoti oggi, rifarebbe la stessa scelta?"- le mie dure parole sembrano sconvolgerlo.
Mi fissa a bocca aperta, ed io non so perché in questo momento sono così severa con lui, ma qualcosa mi dice che ormai non stiamo più parlando di sua madre.
-"Lei ti amava e questo non lo metterei mai in dubbio."- continuo. -"Ma nel momento in cui ha scelto di proteggerti, ha scelto anche di lasciarti solo."-
I suoi occhi sono sgranati e feriti.
-"Come puoi parlare di lei, in questo modo?"-
I miei occhi, forse per la prima volta da quando l'ho incontrato questa sera, reggono il suo sguardo senza alcuna esitazione.
-"Smettila di fare finta di niente. Sai bene che ormai è a te, che mi sto riferendo."-
Aggrotta le sopracciglia.
-"Che cosa vorresti dire?"-
Mi stringo nelle spalle.
-"Non lo so. Perché non me lo dici tu?"-
Lui si immobilizza, diventando pallido come un cencio.
-"Cristo santo, mi stai psicanalizzando?"- sibila, livido.
-"No. Però sto disperatamente provando a capire che cosa continui a nascondermi, questo sì."-
Il suo sguardo diventa di pietra.
-"Credo che la nostra conversazione debba finire qui."-Alzo gli occhi al cielo, ormai frustrata.
-"Lo sapevo. Ogni volta che tocchiamo questo argomento, batti in ritirata."-
-"Porca miseria, Grace!"- ruggisce. -"Ho avuto una giornata infernale, dammi tregua! Se volevo che qualcuno mi facesse sentire un sociopatico pieno di problemi, sarei di certo andato dal dottor Foreman, non sarei venuto qui. Ti pare?"-
Si alza bruscamente, cominciando a fare su e giù per la stanza.
-"Si tratta ancora di tuo padre, non è vero? È stato lui a raccontarti di tua madre e dio solo sa, cos'altro ti ha detto su di lei, per ridurti in questo stato. Cosa è successo realmente, Cris? Lui le ha fatto del male?"-
Lo sento imprecare sottovoce, ormai sull'orlo dell'esasperazione.
-"Basta, smettila di parlare di lui. George Smith non c'entra niente, con tutta questa storia."-
-"Bugiardo."- sibilo a denti stretti.
-"Grace!"-
-"Tu sei solo un bugiardo. Credi che io sia una stupida? Credi che non ti conosca? Prima mi è bastata una sola occhiata, per capire che c'era di mezzo lui."-
La tensione fra noi, è ormai palpabile.
Piega le labbra in un sorriso beffardo.
-"Grace Miller, le tue supposizioni si basano sul niente."-
Lo guardo.
-"Che cosa ti ha fatto?"- la mia voce è ridotta ad un sussurro appena udibile.
-"Stanne. Fuori."-
Chiudo gli occhi, inspirando a fondo.
-"Ti minaccia in qualche modo?"-
Il suo respiro accelera.
-"No."-
E tutto diventa chiaro: le sue parole, la paura, il timore reverenziale nei confronti di suo padre. Anche la mail in cui mi supplicava di stare lontano da George Smith e...
Sgrano gli occhi, portandomi una mano sul volto.
"Santo cielo, come ho fatto a non pensarci prima?"
Deglutisco a fatica.
-"L'altro giorno mi hai detto che oltre che da tuo padre e Jennifer, avrei dovuto prendere le distanze anche da Jakov Smirnov. Che non avrei dovuto fidarmi di lui. Te lo ricordi?"-
Chiude gli occhi.
-"Sì."-
-"Perché Cris? Perché non volevi che io lo incontrassi?"-
-"Non posso dirtelo."-
Sento la rabbia, montare dentro di me.
-"Non puoi o non vuoi?"-
Sbatte un pugno contro un muro, in preda alla frustrazione.
-"Grace!"-
-"Scommetto che anche lui lavora per tuo padre."-
I suoi occhi si dilatano leggermente.
-"Cos'è? George Smith teme che io ti porti via dalla dolce Jennifer? Mi odia a tal punto, da arrivare pagare qualcuno pur di mettermi a tacere?"-
Rimane senza fiato. Ammutolito, dal mio sfogo improvviso.
"E adesso che cosa gli prende? Credeva di poter continuare a tenermi all'oscuro della cosa, ancora per molto?"
La delusione ed il rammarico che provo in questo momento, mi svuotano da qualsiasi altro tipo di emozione.
"Oh Cris, come hai potuto permettere tutto questo?"
Chiudo gli occhi, scuotendo il capo.
"Ti sei preso gioco di me. Ancora."
Quando li riapro, lui mi sta fissando.
Le lacrime mi pungono gli occhi, mentre con tutta me stessa provo a ricacciarle indietro.
"Non voglio mostrargli le mie debolezze. Non più."
-"Arrivata a questo punto non so se a farmi più schifo sia tuo padre, che ha osato giocare con i miei sentimenti o tu, che gliel'hai lasciato fare."-
I suoi occhi vagano altrove, pieni di orrore e senso di colpa.
Rimane in silenzio.
-"Nulla da dire, Smith? Il gatto ti ha mangiato la lingua?"-
Sento tutto quello che era rimasto del mio cuore, implodere in preda al dolore.
-"Mi dispiace Grace."- le sue parole, mi tolgono il fiato.
È come se sentissi una lama incandescente, affondare lentamente nel mio petto.
Una lacrima rotola giù dalla mia guancia. La asciugo con rabbia, inchiodandolo con il mio sguardo furente.
-"Non mi interessano le tue stupide scuse, brutto idiota. Voglio sapere quello che pensi realmente. Per la prima volta nell'arco della tua penosa vita, ce la fai ad essere sincero, cristo santo?"-
Lui deglutisce mentre mi guarda pensieroso.
-"Certamente."-
-"Fantastico allora parla, ti ascolto!"-
Chiude gli occhi per un attimo, poi li riapre.
Qualcosa dentro di lui, sembra essere cambiato.
-"Voglio che tu te ne vada."- lo dice tutto d'un fiato, come se questo desiderio lo tormentasse da giorni.
Lo sguardo freddo, la voce incolore.
Piango. Non riesco e non voglio più, controllarmi.
-"D'altrocanto."- continua -"Tu e Johnson avete ormai terminato il vostro lavoro per la Smith's Company. Non avete più nessuno motivo per restare a Los Angeles."-
Tiro su con il naso, fulminandolo con lo sguardo.
-"Non sei di certo tu a dovermi dire quello che devo, o non devo fare."- sussurro.
-"Me ne frego!"- ruggisce. -"Vi voglio lontano da questa città il prima possibile."-
Resto in silenzio, mentre lo osservo con attenzione.
"Ed eccolo qui: lo spietato e arrogante Cris che mesi fa, mi aveva accolta al mio ritorno da New York."
-"Avete solo un giorno per recuperare alla svelta le vostre cose e togliervi dai piedi."-
"Non ci posso credere..."
-"Perché Cris? Perché dovrei darti ascolto?"- sussurro.
Il suo sguardo è glaciale.
Sbatte le palpebre e per un attimo, ho l'impressione che sia nel bel mezzo di una battaglia interiore.
-"Ho solo bisogno di saperti al sicuro."- dice infine.
Sorrido.
"Questo è ridicolo."
-"E da chi vorresti mettermi al sicuro? Da te?"-
Chiude gli occhi, ormai rassegnato.
-"Senti, pensa quello che ti pare."-
Succede tutto nel frammento di un secondo.
I miei occhi si posano nello specchio a pochi passi da me e la vedo: la ragazzina con il cuore spezzato, che tre anni fa decise di lasciare la città. È tornata.
"Mi ero ripromessa di proteggerla, ed ho fallito. Di nuovo."
Mi asciugo le guance con il dorso della mano, arrivando infine ad un'unica inevitabile conclusione: non c'è la faccio più. È finita.
"Adesso basta."
I miei occhi si posano nuovamente su di lui, animati da una luce del tutto nuova.
Ho la sensazione di essere ormai distante, remota, intoccabile. Mi sento lontana da lui, come non lo ero mai stata prima d'ora.
-"Vattene."- il mio gelido tono definitivo, riecheggia nella stanza. La sua sicurezza, sembra vacillare. -"Prendi tutta la tua roba e vá via. Non voglio vederti mai più."-
Abbasso lo sguardo sulle mie mani, mentre immobile aspetto che esca definitivamente dalla mia vita.
-"No, no, no. Aspetta Grace. Ti ho detto di lasciare la città per un po', ma non deve necessariamente essere per sempre!"- singhiozza, ma ormai non mi importa. Non più.
-"Credimi Smith, in questo momento dovresti davvero smettere di parlare e sparire dalla mia vista."- la mia voce è piatta, incolore.
Si irrigidisce.
-"Ma Grace io... "- boccheggia, ansimando in cerca d'aria.
Il suo volto diventa livido mentre preso ormai dal panico, si passa entrambe le mani fra i capelli.
I miei occhi seguono ogni suo movimento con attenzione.
Sembra smarrito e sinceramente dispiaciuto. Ha gli occhi lucidi.
Nonostante questo però, continuo a non sentire niente. Niente più odio, rabbia, dolore. Niente più amore. Quest'uomo mi ha svuotata. Non rinnego nulla di quello che ho fatto per lui, sia ben chiaro. Ma ora...ora sono stanca.
Mi alzo dirigendomi verso la porta della mia stanza.
-"Che cosa stai facendo?"- mormora con un filo di voce.
-"Ti indico l'uscita, nel caso te ne fossi dimenticato."-
Cris mi guarda a lungo.
-"Addio Cris."- le mie parole riecheggiano nella stanza come un colpo di pistola.
Sussulta, quasi come fosse stato  schiaffeggiato in pieno viso.
Tengo gli occhi bassi, mentre lo vedo esitare davanti a me.
Poi si volta e se ne va.
-"Addio Grace."-

Perché Sei Tu [Vol.2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora