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Cris POV
Part I

Apro la cartella che racchiude tutte le foto degli incontri romantici di Grace, nelle ultime due settimane.
Già, alla fine non ho resistito e ho chiesto a mio padre di farmela avere.
La vedo passeggiare sul molo di santa Monica, fra le strade di Long Beach, Venice e persino nel quartiere di Valley Glen.
Sembra serena e divertita, mentre è in compagnia dello scimmione accanto a lei.
Lui le tiene la mano, le offre deliziose cenette a lume di candela e la bacia al chiaro di luna.
In poche parole, il ritratto di una coppia felice, se non fosse per un piccolo, piccolissimo dettaglio: li odio. Da morire.
Passo alla foto successiva, che sembra risalire proprio a ieri sera.
Lei osserva una vetrina con aria assente, mentre lui le bacia il collo, stringendola a sé.
-" Ma porca miseria è proprio necessario starle così addosso?"-
Sbatto il pugno sul tavolo alzandomi bruscamente, quasi a rovesciare la sedia.
"Con me quasi non si faceva toccare, poi arriva quell'idiota e..."
-" Cristo che rabbia."-
Passeggio su e giù per il mio ufficio, non riuscendo a pensare ad altro se non a Grace, fra le braccia di quel gorilla di due metri.
-" Perché?"- mormoro, passandomi una mano fra i capelli.
-" Perché continua ad uscirci? Lui non è il suo tipo, cristo santissimo!"-
Ripenso al volto soddisfatto di mio padre, mentre mi consegnava questa dannata cartella.

< -"Spero che non farai sciocchezze figliolo. E ricorda che queste foto, sono solo per il tuo bene."->

Alzo gli occhi al cielo, mordendomi il labbro inferiore in preda alla rabbia.
"Solo per il mio bene, eh? Sadico dei miei stivali, come se non fosse già abbastanza chiaro, che il suo unico scopo, è quello di tormentarmi."
Poso nuovamente lo sguardo sulle foto sparse un po' ovunque, sulla mia scrivania.
"Ho bisogno di saperne di più su quest'uomo"
-" Sandy."- grido, nell'interfono sulla mia scrivania.
-" Chiamami Jackson, subito."-
-" S-sì signore ma le ricordo che fra un'ora ha un appuntamento con il dottor Foreman."-
"Il dottor Foreman?"
Provo a fare mente locale e sfortunatamente, non impiego molto tempo a realizzare, che si tratta dello psicologo che dovrebbe aiutarmi con i miei dannati attacchi di panico.
" Cristo non ci voleva proprio.
Grace deve aver fissato un appuntamento, il giorno stesso in cui mi permisero di lasciare l'ospedale."
-" Disdici l'incontro, ho cose più urgenti da fare."-
-" Come desidera."-
"Infondo l'importante è non farglielo sapere, no?"
Seduto alla mia scrivania mentre attendo di essere messo in contatto con Jackson, ripenso alla notte di due settimane fa, passata con Grace in ospedale e a quanto fosse bello e sereno il suo volto, mentre veniva accarezzato dai primi raggi del sole.

< -" Io ho già perso mio fratello Cris, non voglio perdere anche te."- >

"Il solo ripensarci, mi fa battere forte il cuore. Lei non vuole perdermi, così come io non voglio perdere lei."
-" Il signor Jackson è in linea."- la voce acuta di Sandy, risuona nel mio intero ufficio, facendomi sussultare per lo spavento.
Mi schiarisco la voce.
-" Passamelo."-
Afferro una foto che ritrae in primo piano, il gorilla che nell'ultimo periodo sta uscendo con Grace.
-" Desiderava parlarmi signor Smith?"-
-" Assolutamente sì, ho bisogno di un controllo sul passato di una persona. Non ho nessun nome, ma ho una sua foto. Dovrebbe bastare."- la mia voce è decisa, mentre piano nella mia mente, cominciano ad insinuarsi un milione di dubbi.
-" Quanto tempo ho a disposizione?"- chiede Jackson.
-" Non molto."-
-" Vedrò di fare del mio meglio allora."-
-" Molto bene."-
Non faccio in tempo a concludere la mia telefonata però, che sento qualcuno bussare alla porta.
-" Chi diavolo è?"- ringhio, alzando gli occhi al cielo.
-" Una persona che viene in pace, giuro."-
Il volto di Grace, fa capolino dalla porta del mio ufficio.
"Tempismo perfetto, direi!"
Guardo le foto sulla mia scrivania con aria allarmata, mettendole subito via.
-" Giornata impegnativa, eh?"- sussurra.
-" Spero di non disturbarti."-
Ha l'aria tranquilla, ma qualcosa nei suoi occhi non mi convince.
-" No tranquilla, entra pure."- Indossa una semplice camicetta bianca, abbinata ad un paio di eleganti pantaloni blu, alti fin sopra la vita.
" Decisamente attraente."
Si fa avanti subito dopo e non so se è per il modo in cui è vestita, o perché sto ripensando ancora a quell'uomo che le mette le mani addosso, ma comincio a sentirmi a disagio.
-" A cosa devo la tua visita?"- dico con voce pacata.
-" Oh non c'è un motivo in particolare, volevo solo fare due chiacchiere."-
Sbatte le palpebre, mentre le sue lunghe ciglia, ondeggiano sui profondi occhi castani.
" Oh no, io conosco quello sguardo."
-" Oh andiamo dimmi la verità. Tu vuoi qualcosa Grace Miller, quindi smetti di girarci intorno e parla."- esclamo non riuscendo a trattenere un sorriso.
"Per la miseria, ho già detto che è bellissima?"
Alza gli occhi al cielo lasciandosi andare ad un lungo sospiro.
-" E va bene, a quanto pare mi hai beccata. Sono così prevedibile?"- mi chiede, con aria innocente.
-" No, ma dimentichi che io ti conosco bene. Da bambina infatti, facevi sempre quella faccia quando passavamo davanti ad un carretto dei gelati."-
Sorride divertita.
-" E tu eri sempre quello che me ne comprava uno, nonostante fosse quasi ora di cena."-
Questo ricordo improvviso della nostra infanzia, mi strappa un sorriso.
-" È vero."-
Abbassa lo sguardo imbarazzata, mentre si inumidisce le labbra.
" Tieni a freno i bollenti spiriti, Smith."
Mi basta solo questo infatti, per farmi cambiare posizione sulla poltrona.
" Porca miseria, come ho fatto a non accorgermi prima del rossetto sulla sua bocca? La rende così invitante e sensuale che quasi..."
-" Ora che ci penso è da un bel po' che non vedo un carretto dei gelati, in giro."- dice tutto d'un tratto, provando a stemperare l'imbarazzo fra noi.
-" Dici sul serio?"-
-" Sì."-
Mi guarda di sottecchi e quasi mi sembra di morire.
"Niente pensieri peccaminosi. NIENTE PENSIERI PECCAMINOSI!"
-" Come ti senti oggi?"- mi chiede poi, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Come uno che non vede una donna da decenni." Penso con ironia, mentre non riesco a togliere gli occhi dalla sua bocca. "Mento spudoratamente."
-" Benissimo."-
Ingoio a fatica, provando con tutto me stesso, a tenere a bada le mie fantasie.
"Adesso basta Smith, datti un contegno."
-" Allora credo che dovremmo andarci, un giorno di questi."-
"Ok fermi tutti, mi sono perso un passaggio."
-" Andare dove?"-
Sbatte le palpebre e per un attimo, ha lo sguardo smarrito.
-"A prendere un gelato, sempre se sei d'accordo."-
"Non ci credo, ditemi che non sto sognando ed è tutto vero."
La fisso letteralmente sotto shock.
" Dì qualcosa, idiota!"
-" Emh sì certo, perché no?"- mormoro, leggermente stordito.
-" Affare fatto allora e dopo, magari potremmo anche fermarci a mangiare qualcosa, in nome dei vecchi tempi."-
"Ok, qui c'è qualcosa che non va.
Chi sei tu e cosa ne hai fatto della scontrosa Grace?"
Mi chino in avanti scrutandola a fondo, poi scorgo la scintilla speranzosa nei suoi occhi e in un attimo, mi è tutto chiaro.
-" Vuoi portarmi a mangiare qualcosa per assicurarti che io mi nutra a dovere, non è così?"-
Abbassa lo sguardo, mordendosi d'istinto il labbro inferiore.
" Beccata!"
-" Non so di cosa tu stia parlando."-
"Dio è così adorabile!"
-" Sì invece."-
Gli sorrido divertito e non passa molto, prima che io la veda cedere.
-" E va bene hai ragione tu, ma l'ho fatto solo perché voglio che tu stia meglio, tutto qui."-
Mi guarda con i suoi dolci occhioni innocenti.
-" Ci ho pensato molto in questi giorni e sono arrivata alla conclusione, che forse hai perso l'appetito, perché il più delle volte preferisci tenerti lontano dalle persone e di conseguenza, sei di cattivo umore.
Però magari se mangiamo qualcosa insieme come facevamo un tempo, questo ti potrebbe aiutare a stare meglio."-
La fisso senza parole, mentre sento dentro di me, qualcosa smuoversi nel profondo.
"Oh Grace..."
-" Ma io non merito tutto questo."-
-" Però ne hai bisogno. Insomma è così strano che io voglia aiutarti?"- la sua voce è gentile e vellutata.
-" Non saprei, ma è comunque un qualcosa a cui non sono abituato."-
-" In che senso?"-
Sbatte le palpebre, come se davvero non riuscisse a capire, a cosa mi sto riferendo.
"Ma come? Non è ovvio?"
-" Credevo che tu mi odiassi."-
-" Beh ti sbagli."-
"Cosa?"
Aggrotto la fronte, con aria interrogativa.
"Come è possibile?"
-" Ma io ti ho fatto del male."-
Alza gli occhi al cielo, come se fossi io quello a non capire.
-" E a cosa servirebbe portarti rancore? L'odio non ha mai risolto nulla, se non il contrario."-
Le sue parole sono una panacea per i miei sensi.
-" Io-io non so davvero cosa dire Grace."- mormoro, con aria imbarazzata.
-"Allora non dire niente."-
La guardo negli occhi e per la prima volta dopo tanto tempo, mi sento terribilmente esposto.
Come se in qualche modo riuscisse a leggermi dentro.
Lei mi sorride nel suo modo adorabile e mi basta questo, per perdere completamente il contatto con la realtà.
Non esiste più niente e nessuno, se non lei è il suo modo unico di essere speciale.
Si inumidisce le labbra, ed io cerco disperatamente di distogliere l'attenzione dalla sua bocca, ma non ci riesco.
Ripenso a come era bello baciarla e farla mia, mentre sussurrava il mio nome e...
Il solo pensiero mi fa cambiare posizione sulla sedia, di nuovo.
-" Ad ogni modo."- si schiarisce la voce, imbarazzata.
-" Spero che tu non abbia dimenticato, il tuo appuntamento con il dottor Foreman."-
Aggrotto la fronte, provando ad assumere un'aria professionale.
-" Emh no, certo che no."-
" Porca miseria, ed io che speravo se ne fosse dimenticata."
Guarda l'orologio ultramoderno, sulla parete del mio ufficio.
-" Allora sarà meglio che vada, se non voglio farti fare ritardo già alla prima seduta."-
Si alza, sorridendomi in modo gentile.
-" Beh potrei sempre spostare di qualche ora, il mio appuntamento."- aggiungo, nel palese tentativo di trattenerla ancora un po'.
-" Cosa assai improbabile dato che l'agenda di quel dottore, sembra essere piena di impegni."-
"Ah. Perché adesso però ho l'impressione che ad essere fregato, sia stato proprio io?"
-" N-non ne avevo idea."- borbotto, schiarendomi la voce.
-" Già, comunque ottimo tentativo Smith. Farò finta di non aver notato il fatto che tu volessi saltare l'appuntamento e ti darò il beneficio del dubbio."-
"Cavolo, lo sapevo!"
Abbasso lo sguardo colpevole, facendo un sorriso imbarazzato.
-" Tu sei troppo intelligente per i miei gusti Miller."-
-" O forse sei tu ad essere troppo stupido. Questione di punti di vista."-
Si avvia verso l'uscita, richiudendosi la porta alle spalle. "Impertinente, la ragazza."
Poi abbasso lo sguardo e mi ritrovo a sorridere come un idiota.
" Grace Miller, tu un giorno di questi, sono sicuro che mi farai perdere la testa."

Perché Sei Tu [Vol.2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora