La tensione fra noi è palpabile.
-" Non voglio essere scortese Grace, ma ti prego di uscire."-
Si guarda intorno concintamente, gli occhi sgranati per il panico.
-" Ti ho fatto una domanda, Cris."-
-" Già, ed io ti ho risposto."- taglia corto.
Chiudo gli occhi, facendo un respiro profondo.
-" Perché adesso ti metti sulla difensiva? Io voglio solo capire. Lo giuro, non sono infastidita dalla cosa, ma confusa, questo sì."-
I suoi occhi si dilatano leggermente mentre lo fisso, così decide di distogliere lo sguardo.
-" Esci da questa stanza Grace, è l'ultima volta che te lo dico."-
Scuoto il capo.
-" No."- la mia risposta secca e decisa, lo lascia sorpreso.
-" Cosa?"-
-" Mi hai sentita. Ho detto di no. Io non intendo uscire da questa stanza fino a quando tu, non mi darai delle risposte."-
Lui stringe gli occhi e fa un paio di passi verso di me, ma si ferma.
-" Perché ti ostini sempre a fare l'esatto opposto di quello che ti viene chiesto?"- sussurra a denti stretti.
"Per la stessa ragione per cui tu, continui a nascondermi quello che provi."
Abbasso gli occhi sulle mie dita incrociate.
-" Perché sono fatta così."-
" Credevo gli fosse già abbastanza chiaro."
-" E tu non puoi impormi le cose. Lo sai, mi conosci."-
Si avvicina. Adesso è di fronte a me. Mi guarda a lungo e dopo essersi inginocchiato sul pavimento, comincia a raccogliere ogni cosa, rimettendola con rabbia, al suo posto
-" Che cosa stai facendo?"- mormoro, provando a fermarlo.
-" Quello che si dovrebbe fare con la spazzatura, la butta via."-
-" Cosa?"-
"No!"
Il mio cuore, manca un battito.
-" Fermati, tu non puoi farlo!"-
-" Ah no? Sono anni che desidero sbarazzarmi di questa fottuta roba!"- ringhia, mentre con tutte le mie forze provo a ricacciare indietro le lacrime.
-" Perché? Questa 'roba', come la chiami tu, non ti ha fatto nulla!"-
Mi guarda. Il suo volto, una maschera di disapprovazione.
-" Oh ti prego Grace, risparmiami questi inutili moralismi."-
Nonostante tutta la sua determinazione però, non riesco a fare finta di niente.
"Io ho bisogno di sapere il motivo che lo ha portato a covare tutto questo rancore, verso qualcosa che appartiene al nostro passato insieme."
-" È per causa mia, non è vero?"- gli chiedo, vedendolo sistemare l'ultimo quaderno.
-" Non so di cosa tu stia parlando."- la sua bocca si piega in una linea dura.
-" Non dirmi bugie. È per questo motivo che tu vuoi gettare via i disegni e le foto? Perché ritraggono me?"-
Sorride scuotendo il capo.
-" Ti assicuro che sei totalmente fuori strada."-
-" E allora qual'è il punto? Spiegamelo."-
La sua bocca si torce in una smorfia di rabbia.
-" Lascia perdere Grace."- mi risponde brusco. -" Non sono cose che ti riguardano."-
Afferra entrambe le scatole, spingendole con rabbia fuori della stanza.
"Dio, è così frustrante. È come se attorno a lui ci fossero delle alte mura inespugnabili. Per quanto io possa provarci, lui non mi permetterà mai di entrare."
Aggrotto la fronte, incrociando le braccia al petto.
-" Invece mi riguarda e come dannazione, perché quello che stai per buttare via, rappresenta tutto quello che eravamo noi due!"-
Provo ad assumere un tono fermo e deciso, ed anche se è un qualcosa che ho sempre detestato fare, mi rendo conto che è l'unico modo per fermarlo.
Sento le mie mani tremare in preda alla rabbia, ma in questo momento non posso arrendermi.
"Theo aveva ragione. In quelle scatole, si nasconde un Cris vulnerabile di cui non mi sono mai resa conto e se lui crede che la sua collera potrà in qualche modo fermarmi, beh si sbaglia di grosso."
Aggrotta la fronte, passandosi una mano fra i capelli.
-" Tu non capisci."- la sua voce adesso, è bassa e rauca.
"Sembra aver funzionato."
-" Perché non me lo spieghi tu, allora?"-
-" Tenere quella roba non ha senso."-
-" Ti sbagli."-
-" Cristo santo e se fossi tu invece a sbagliare?"- esclama, in uno scatto d'ira.
"Mio dio, Cris! Non hai mai urlato con me, in questo modo."
Lo fisso a bocca aperta, mentre si guarda intorno esasperato.
-" Per te è sempre tutto facile, non è vero?"-
Per la prima volta, sento qualcosa di diverso dalla rabbia nella sua voce.
" Che cos'è? Dolore?"
-"Cristo Grace, sei una donna intelligente credo che tu lo abbia capito che cosa mi ha spinto a mettere via tutti questi ricordi. Non li voglio vedere. Mi portano a pensare ad un periodo della mia vita in cui ero felice, ed è un qualcosa che non riesco a sopportare."-
Ha il fiato corto e la voce profonda, a tratti incerta.
-" Quindi buttarli via, risolverà qualcosa?"-
-" No, ma sarebbe già un passo avanti."-
Lo fisso con aria inespressiva.
-" Balle."-
Si irrigidisce, posando entrambe le mani sui fianchi.
-" E va bene, hai ragione. Diciamo che il problema principale è che non sono ancora sceso a patti con la mia coscienza, ok?
Ma d'altronde, cosa pretendi da un povero fallito come me?"-
Sorride.
-"Io non sono te, Grace.
Io non ho la tua stessa forza e tenacia.
Sono uno Smith e noi generalmente non affrontiamo i problemi, li aggiriamo.
Chiamami codardo, dimmi che sono un ipocrita, questo non cambierà le cose.
La nobiltà d'animo, appartiene esclusivamente a voi Miller.
Ma d'altronde, è sempre stato così, no?
Tu sei l'eroina che affronta qualsiasi cosa a testa alta, ed io il cattivo che manda sempre tutto all'aria."-
"Questa è una follia."
Lo fisso a bocca aperta.
-" Cris, io non sono affatto invincibile come credi."-
-" Ah sì? E allora come mai, in questa stanza, io sono l'unico che si sente impazzire?"- sussurra, con voce tremante.
Lo guardo e in questo momento, vedo un uomo completamente a pezzi.
Faccio per toccarlo, ma si ritrae istintivamente.
-" Cris non devi necessariamente affrontare tutto da solo. Io posso aiutarti."-
-" No Grace, tu non puoi."-
-" Perché no?"-
-" Perché se ti succedesse qualcosa, io..."- la voce gli muore in gola.
Chiude gli occhi, l'espressione dolente.
-" Ho già portato abbastanza dolore nella tua vita, non voglio portarne altro. Io mi sono preso gioco dei tuoi sentimenti e a tal proposito..."-
Si blocca, provando a trovare le parole giuste.
-" Voglio che tu sappia che sono sinceramente dispiaciuto per averti fatto del male."-
"E queste cosa sono? Delle scuse ufficiali?"
-" Credimi, so bene che quello che ho fatto non ha giustificazioni. Ma spero che un giorno, tu riesca ad incontrare un uomo che ti rispetti e che ti renda felice come meriti. Io non ci sono riuscito, perché probabilmente ero troppo idiota per rendermi conto della donna straordinaria che avevo al mio fianco, ma sono sicuro che lui non commetterà i miei stessi errori."-
"Oh. mio. dio."
Resto pietrificata, davanti alle scuse probabilmente più sincere che io abbia mai sentito.
Ma non basta. Non a me, almeno.
Mi volta le spalle raggiungendo il soggiorno. Un occhiata al mio orologio mi dice che sono le otto e trenta del mattino.
"Al diavolo il lavoro, appena avrò risolto la faccenda con Cris, penserò ad avvertire Lucas del mio ritardo."
Riporto entrambi gli scatoloni pieni di ricordi nel ripostiglio e lo seguo.
"Mi dispiace Cris, ma nonostante le tue scuse, io non posso arrendermi. Non ora, che sento finalmente di essere vicina alla verità!"
-" Cris Ian Smith, tu non puoi chiedermi scusa in quel modo e poi andartene via. Io e te abbiamo ancora molte cose da chiarire."- mormoro, raggiungendolo davanti all'enorme portafinestra che padroneggia la stanza.
-" Ti prego Grace, non potresti lasciar perdere per questa volta?"-
-" Assolutamente no, perché io ho bisogno di sapere che cosa ti sta succedendo."-
Lui si passa una mano fra i capelli, esasperato.
-" Beh stiamo litigando, come al solito. Ecco che cosa sta succedendo."-
Il suo è tono pacato, ma si vede che è irritato.
Mi guardo intorno notando forse per la prima volta, l'agghiacciante quantità di alcol che riempie il suo minibar.
-" Non mi piace il modo in cui sei cambiato durante questi anni"- ammetto in un sussurro.
-" Probabilmente lo avevi già intuito, ma volevo che tu lo sapessi."- aggiungo.
-" Beh e cosa ti aspettavi?"-
La sua rabbia è palpabile.
-" Te ne sei andata lasciandomi solo con me stesso, Grace. Sapevi bene a che cosa sarei andato incontro. Tu eri l'unico spiraglio di normalità nella mia vita, un cambiamento era inevitabile."-
Alzo lo sguardo su di lui, vedendo i suoi occhi rabbuiarsi.
"Non ci credo, sta scaricando tutte le sue responsabilità su di me!"
-" Quindi adesso è colpa mia?"- sussurro, restando completamente a bocca aperta.
-" Non ho mai detto questo."-
-" Però lo hai fatto intendere."-
Lo guardo con cipiglio, posando le mani sui fianchi.
-" Ah dannazione Grace, ma cosa pretendi da me? Tu non lo sai quello che ho dovuto sopportare in tutti questi anni. Tu non c'eri quando nel bel mezzo della notte mi svegliavo in preda agli incubi. Ti vedevo ovunque, tu eri sempre nei miei pensieri.
Ogni parola, ogni gesto, qualsiasi cosa mi riportava a te e a quello che ti avevo fatto."-
"Ma non mi dire."
-" Beh potevi pensarci prima, ti pare?"-
-" Lo so, ed io non pretendo la tua comprensione."-
Scuoto la testa.
" Questa situazione è assurda."
-" Però potevi fare decisamente qualcosa per impedirlo."-
-" Preferirei cambiare argomento."-
-" Troppo comodo."-
Lui sospira, chiudendo gli occhi.
-" Grace quando ieri sera ti ho chiesto di restare con me, non intendevo finire col litigare."-
-" Però è successo, ed io continuo a non capire il motivo che ti spinge ad essere così disilluso e superficiale nei confronti della tua vita."-
Cris mi guarda a lungo, quasi stesse combattendo una battaglia interiore.
Poi fa un respiro profondo e dopo un attimo di esitazione, esplode.
Rabbia, rassegnazione, dolore.
"Un Cris così instabile, di certo non lo avevo mai visto."
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Perché Sei Tu [Vol.2]
أدب نسائيDopo aver lasciato Los Angeles ed aver rinunciato a tutto ciò che amava per ritrovare se stessa, Grace sembra davvero essere una persona nuova: sempre solare e divertente, sembra essersi lasciata ormai alle spalle tutto il dolore del passato. Niente...