Cris POV
Part II
Fisso impietrito la porta davanti a me.
Ho paura. Sono terrorizzato dall'idea che mio padre possa accorgersi che sto architettando qualcosa alle sue spalle e a mia insaputa, faccia del male a Grace.
Lei è il mio sole.
La luce più bella e pura della mia vita.
Se dovesse succedergli qualcosa, non credo riuscirei a superare l'impatto.
Deglutisco.
"Posso davvero farcela?"
La risposta, arriva prima che io possa finire di formulare questo pensiero.
"Devo. Ho bisogno di saperla, finalmente al sicuro."
Abbasso lo sguardo sulla mia cravatta, azionando la piccola videocamera al suo interno, dal telecomando che tengo nella tasca destra. La spilla e l'orologio che mi ha dato Jackson, sembrano apposto.
Mi schiarisco la voce e dopo un attimo di esitazione, decido di bussare alla porta.
-" Sì?"- la voce graffiata e profonda di mio padre, mi provoca un immediato nodo al centro dello stomaco.
-" Sono Ian. "-
-" Ah figliolo, entra pure."-sembra sorpreso, mentre abbasso la maniglia della porta, facendo il mio ingresso nella stanza.
Lo trovo seduto alla sua scrivania mentre ho quasi l'impressione, che sia avvolto da un'atmosfera cupa e solenne.
Appena i suoi occhi si posano su di me, si alza venendomi incontro con sorriso mellifluo.
Indossa dei pantaloni scuri e una camicia bianca, aperta sul collo. Niente giacca o cravatta. I suoi attenti occhi grigi, scrutano a fondo i miei, provando a carpire il mio stato d'animo.
-" Devo essere sincero, non mi aspettavo di vederti. Credevo fossi in ufficio."- mi stringe la mano, invitandomi a sedere.
-" Spero di non averti disturbato."- dico, mentre lo vedo accomodarsi a sua volta.
-" Affatto. Ero al telefono con Clarissa, la mia assistente. Ti ricordi di lei vero?"-
Distolgo lo sguardo, posandolo sulla fila di scaffali pieni di libri e riviste di economia, che ricoprono la parete sinistra del suo studio.
-" Come dimenticarla. L'ultima volta che mi hai parlato di lei, se non sbaglio eravate a Montecarlo su uno yacht di lusso, a spendere denaro che non hai, mentre il sottoscritto era qui a fare il lavoro sporco al posto tuo."- la mia risposta sagace, sembra divertirlo.
-" Beh non è di certo colpa mia, se tu continui a lasciarti sfuggire l'opportunità di spassartela, con una donna come la Wild. Hai idea di quanti uomini vorrebbero portarsela a letto? Persino Bob Donovan, è stato più astuto di te. Dovresti prendere esempio dal tuo vecchio e cogliere le occasioni, quando ti vengono date. Ci sono treni che passano una volta sola figliolo e Jennifer Wild, non rimarrà giovane e bella in eterno."-
La sua risposta, mi fa rizzare i capelli dietro la nuca.
-" Bob Donovan?"- mormoro incredulo.
"Come diavolo fa a sapere, che si porta a letto Jennifer?"
Sorride.
-" Non dirmi che in tutto questo tempo, non hai mai notato che quell'uomo, si fotte la tua donna! Ian è una notizia di dominio pubblico, ormai."-
Aggrotto la fronte.
-" No, non è vero. Dimmi la verità papà, come diavolo sei venuto a conoscenza della cosa?"-
Si gratta il mento, con aria annoiata.
-" Diciamo che sono un uomo, a cui difficilmente sfugge qualcosa."-
Vedo i suoi occhi incupirsi, per poi posarsi sulla mia spilla.
Mi irrigidisco.
"Porca miseria."
Fingendo noncuranza, mi schiarisco la voce.
-" Quindi hai assunto qualcuno per tenermi sotto controllo? È questo che stai dicendo?"-
Provo a distrarlo con la mia domanda impertinente e in un primo momento, la cosa sembra funzionare.
I suoi occhi, si posano nuovamente su me.
-" Oh andiamo figliolo e perché avrei dovuto farlo? Sei un inetto senza spina dorsale, ma non sei di certo stupido. Sai bene cosa accadrebbe, se tu provassi a fottermi."-
Lo fulmino con lo sguardo, provando a tenere sotto controllo l'instinto di prenderlo a pugni, qui e ora.
-" Parli di Grace Miller, non è vero?"- gli chiedo.
-" Bingo."- mi strizza l'occhio, posando la schiena contro la sua sedia.
-" Quella mocciosetta insolente, potrebbe farsi davvero molto male e tu lo sai."-
Sorrido, sentendo il sangue ribollormi nelle vene.
" Brutto figlio di..."
-" Oh andiamo papà, non crederai mica che io caschi ancora una volta, nei tuoi stupidi giochetti non è vero?"-
Provo a provocarlo, perché so che questo è l'unico modo, per fagli confessare le sue cattive intenzioni.
-" Ian, in passato ti ho già dimostrato, che non ho il minimo riguardo per la vita di quella ragazza."-
Inarco le sopracciglia, fingendomi sorpreso.
-" A cosa ti stai riferendo?"-
Le sue labbra si piegano in una linea dura.
"Perfetto, a quanto pare la cosa sembra funzionare."
-" A quella volta in cui ho pagato qualcuno per investirla. O te ne sei dimenticato? Ahimè in quell'occasione le cose, non andarono come speravo. Ti assicuro però che se provi a fare il furbo con me, la prossima volta la cara Grace Miller, non se la caverà così facilmente."-
Faccio un respiro profondo, rammentando a me stesso lo scopo, di questa visita poco amichevole: estorcergli una confessione.
Dio solo sa però, quanto diavolo è difficile non saltargli al collo.
"Lurido verme."
-" Ad ogni modo."- dice, portandosi le mani davanti alle labbra. -" Non mi hai ancora detto, a cosa devo la tua visita improvvisa."- la sua voce sembra tranquilla, ma io so che ora più che mai, non posso permettermi di abbassare la guardia.
-" Sono venuto qui per parlarti di una coincidenza davvero buffa, paparino."- esordisco, passandomi distrattamente il dito indice sulla bocca.
-" Qualche giorno fa ti ho visto consegnare del denaro, ad un uomo che dice di chiamarsi Jakov Smirnov."-
" Fingo che sia stato io a notare la cosa perché menzionare Grace, non farebbe altro che alimentare l'odio di mio padre, nei suoi confronti."
I suoi occhi saettano verso i miei.
"A quanto pare adesso, ho tutta la sua attenzione."
-"Mi stavo giusto chiedendo il perché."- continuo.
-" Insomma, se non sbaglio lui è l'uomo che attualmente sta frequentando Grace Miller."-
Le sue labbra si piegano in un sorriso.
-" Sei ben informato, vedo."-
-" Con te nei paraggi, proprio non posso fare altrimenti."-
-" E a te sta bene che quella donna, frequenti qualcun'altro?"-
Aggrotto la fronte.
-" Non azzardarti a cambiare discorso, papà! Io ti ho fatto una domanda e adesso pretendo una risposta. Cosa diavolo c'entri tu, con quell'uomo? Perché gli hai dato del denaro?"-
Lo guardo negli occhi, mentre lui sembra restare impassibile alla mia domanda.
I battiti del mio cuore aumentano e con loro, anche il mio nervosismo.
-" Quell'uomo lavora per me."- si limita a dire, alla fine. -"L'ho assunto affinché si prenda cura della dolce miss Miller, fino a quando i dannati soldi di John Wild, non saranno fra le mie mani."-
Chiudo gli occhi, accusando il colpo.
"Lo sapevo!"
Deglutisco.
-" La tua smania di potere arriva fino a questo punto? Cristo santo, sto facendo tutto quello che mi hai ordinato di fare. Sono anni che ormai va avanti questa storia. Tu mi avevi assicurato che se io avessi sposato Jennifer, ereditando gran parte della fortuna della sua famiglia, tu non avresti toccato Grace neanche con un dito. Brutto doppiogiochista, erano questi i patti, non vedo l'utilità di assumere un idiota che si prenda gioco dei sentimenti di quella povera ragazza!"- faccio una breve pausa, provando a riprendere fiato.
-" Ho lasciato che tu mi distruggessi la vita, ho ferito una persona innocente, ho mentito a quel brav'uomo di John.
Porca miseria, ho persino accettato di sposare una donna che non amo! Mi sono completamente annullato per stare dietro al tuo schifoso piano, mirato ad arricchire ancora di più le tue tasche e tu invece di rispettare i nostri accordi, cosa fai? Assumi un bugiardo senza morale, che si prenda gioco di una ragazza che francamente, credo abbia sopportato già troppe tragedie nella sua vita. Ma che diavolo di problemi hai?"-
Mi lancia un'occhiataccia, mentre gli rivolgo uno sguardo glaciale.
"Sono arrabbiato, anzi furente.
So bene che questo non è il momento più opportuno, per esternare tutto il mio disappunto. Ma cristo, quanto lo odio!"
-" Vuoi davvero sapere qual'è il mio problema più grande Ian?"- la voce graffiata di mio padre, rompe il silenzio che poco fa era calato nella stanza.
I suoi taglienti occhi grigi, mi fissano con attenzione.
Annuisco.
-" Tu."- dice semplicemente. -" Sei tu, il mio problema più grande. Credi che io sia uno stupido? Credi che io non sappia che segretamente, stai provando a fregarmi?"-
Mi irrigidisco.
"Cristo, mi ha scoperto!"
-" Tre anni. Mi ci sono voluti tre anni per riuscire a trasformarti in un uomo con un minimo di personalità. La gente ora finalmente ti ammira, ti teme, ti rispetta. Pendono tutti dalle tue labbra "-
Sorride.
-" Tutti, eccetto una."-
Alza un sopracciglio.
-" Tu sai a chi mi sto riferendo, non è vero?"-
Inspiro.
-" Sì."- dico a denti stretti.
-"Lei viene a trovarti nel tuo ufficio, passa la notte nel tuo appartamento e continua a comandanti a bacchetta, come se in tutti questi anni non fosse cambiato nulla."- continua con una finta cortesia, che mette i brividi.
-" Si da il caso però, che questa vostra vicinanza mi irriti e non poco. Ed è qui che entra in gioco il mio uomo: Jakov Smirnov."-
Si alza, aggirando la sua scrivania per poi fermarsi proprio dietro di me.
-" Dici di averlo già visto, quindi non ti sarà di certo sfuggita la sua stazza."- posa entrambe le mani sulle mie spalle.
-" Il suo vero nome è Dimitri Markov. Scaltro, sveglio e letale. Ha passato anni nelle forze militari russe. Poi un giorno malauguratamente, gran parte della sua famiglia morì in un catastrofico incendio e dato che il suo ufficiale cominciò a sospettare di lui, fu sospeso a tempo indeterminato."-
Lo ascolto con attenzione, soffermarmi particolarmente sulle parole che ha scelto per descriverlo.
"Scaltro, sveglio e letale. Questa situazione non mi piace. Non mi piace per niente."
Serro la mascella, preparandomi al peggio.
-" Ovviamente quell'uomo ci aveva visto lungo, perché fu proprio Dimitri ad uccidere uno ad uno, sei dei suoi nove fratelli e sua madre."-
Chiudo gli occhi, sentendo divampare dentro di me la paura.
" Cristo! Sapevo che di quell'uomo, proprio non ci si poteva fidare. A quanto pare i sospetti di Jackson erano fondati."
-" Credeva fossero tutti profondamente indegni della vita che gli era stata concessa, compresa sua madre, che era la peggiore di tutti."- continua.
-" Gli sgozzò uno ad uno e poi dette fuoco ai loro corpi, affinché andassero dritti all'inferno."- fa una breve pausa. -"Dovresti vedere il modo in cui ne parla. Non hai idea, di quanto ne vada fiero."-
Sorride.
-" Diciamo che ormai quella tragedia, è diventata il suo biglietto da visita."-
"Mio dio..."
Fisso il vuoto davanti a me, mentre pian piano metto insieme tutte le informazioni, sul profilo di quell'uomo orribile.
-" Un assassino."- sussurro con un filo di voce. -"Hai assunto un assassino, per assicurarti che io mi tenga lontano da Grace."-
La sua presa sulle mie spalle si fa più salda. Poi lentamente torna a sedersi, inchiodarmi con il suo sguardo freddo e cinico.
-" Già. E credimi quando ti dico che avrei preferito non fartelo sapere, ma... Tu. Proprio. Non. Vuoi. Saperne. Di. Stare. Al. Tuo. Posto."- sibila contrariato.
Abbasso gli occhi, per arginare il panico crescente nella mia testa.
" Porca miseria, Grace è... È in pericolo!"
-" Tu sei un folle!"- ringhio all'improvviso.
La sua risata, mi lascia di sasso.
-" Oh Ian, per così poco?"- mi chiede con aria divertita.
"Non ci posso credere."
-" Papà, stiamo parlando di vite umane, cristo santissimo! Dimitri Markov è un criminale che ha ucciso sette persone innocenti e tu, te ne stai qui a parlarne come niente fosse! È uno psicopatico che potrebbe fare del male a Grace, in qualsiasi momento."-
Mi guarda con un sorriso arrogante, che trasuda odio.
-"Ian, santo cielo, rilassati. Quell'uomo ha l'autorizzazione ad uccidere la dolce miss Miller ovunque essa si trovi, solo nel caso tu decida di venire meno ai nostri accordi."-
Sento la terra sotto i miei piedi inclinarsi, togliendomi il fiato.
-" Uccidere? Papà ti prego dimmi che non stai parlando sul serio."- lo imploro con lo sguardo, ma più sembro essere in difficoltà, più questo sembra divertirlo.
-" Ian, devi smetterla di sottovalutarmi. "-
Serro la mascella, provando a contenere tutto l'odio che sto provando nei suoi confronti, in questo momento.
"Sottovalutarlo? Cristo, ma come diavolo fa quest'uomo ad essere così crudele? Queste sono cose che mai nessun figlio si aspetterebbe di sentire, dal proprio genitore. Credo che non si tratti di averlo sottovalutato, ma semplicemente di avergli attribuito una coscienza e una morale che lui effettivamente non possiede!"
Faccio un respiro profondo, mentre provo a calmare il mio cuore impazzito.
Le luci brillanti della sera splendono come sempre, illuminando l'intera città. Le osservo dalla finestra posizionata alle spalle di mio padre, mentre la pioggia continua a bagnare le strade di Los Angeles.
Mi sento spento, distrutto.
" Grace in questo momento, testarda com'è, potrebbe aver ignorato la mia richiesta, ed aver incontrato Markov. Lei è ingenua, troppo ingenua. Non potrebbe mai immaginare che quello che lei crede essere un semplice consulente finanziario, è in realtà assassino. Un uomo crudele, spietato, malvagio. Un mostro senza scrupoli."
Chiudo gli occhi. Il terrore di poterla perdere, mi attanaglia lo stomaco.
"Vorrei andarmene. Vorrei correre da lei e portarla in un posto sicuro. Vorrei che nulla di tutto quello che mi sta accadendo intorno in questo momento, fosse reale. Vorrei semplicemente poter cancellare tutti gli sbagli che ho commesso in passato e ricominciare da zero. Ma non posso. I miracoli non esistono e se voglio davvero che Grace finalmente sia salva, devo rimboccarmi le maniche e provare a mettere un freno, alle azioni sconsiderate di mio padre.
Foreman aveva ragione, io sono l'unico che può farlo."
Noto mio padre guardarmi con interesse, così dopo aver provato a schiarirmi le idee, decido di porgli la fatidica domanda.
-"Perché?"- mormoro. -" Perché proprio Dimitri Markov?"-
Non sembra affatto sorpreso dalle mie parole.
Sorride.
-" Ancora non lo hai capito?"-
Gli faccio cenno di no, così decide di continuare.
-" Ian, al contrario di quello che pensi, quell'uomo non è affatto un folle, ma un vero e proprio professionista. La gente paga profumatamente, per poter usufruire dei suoi servizi."-
Lo guardo a bocca aperta.
"Non ci posso cedere."
-" Un professionista? Non sarà mica un cecchino?"- sbotto.
Lui non dice nulla, ma la sua espressione divertita parla da sé.
-" Tu hai assunto un fottuto cecchino per tenere sotto controllo Grace? Ma cosa diavolo ti è saltato in mente?"-
-"Avevo bisogno di certezze figliolo e quell'uomo, era la persona giusta."-
Questa volta a sorridere sono io.
-" Certezze?"- mi passo una mano fra i capelli, esasperato.
-"Non hai mai pensato, che avresti semplicemente dovuto fidarti di me? Papà, io ti ho assicurato che avrei portato a termine il mio impegno. Ho chiesto a Jennifer di sposarmi e fra due giorni, saremo marito e moglie. Cos'altro vuoi da me? Che mi tenga lontano da Grace? Sei stato tu a farla tornare da New York e ad ingaggiarla con Lucas Johnson, per lavorare alla campagna pubblicitaria per la nostra azienda. Sei stato tu a volere per loro un ufficio e a chiedermi di seguire il progetto!"-
I suoi occhi, saettano verso i miei contrariati.
-" Credevo solo che sarebbe stato divertente, metterti un po alla prova. E francamente, speravo anche che quella ragazza avesse più polso, ma mi sbagliavo. Lei è una perdente, come te. Così ho deciso di assumere Dimitri, per rendere le cose un po' più interessanti."-
Sbatto le palpebre, completamente sotto shock.
-"Tu sei un folle." - mormoro sgomento.
La sua risata, si riverbera nella stanza.
-"Oh figliolo, per così poco?"-
Mi guarda dall'alto in basso con aria divertita, poi vedo i suoi occhi diventare improvvisamente cupi e il suo sorriso, farsi maligno e circospetto.
-"Tu non hai idea di quello che sono realmente capace di fare."-
Qualcosa dentro di me, mi dice che non sta mentendo.
-"Di cosa stai parlando?"-
Lo guardo con aria di sfida, mentre lui non sembra fare nemmeno una piega.
-"Lascia perdere. Non ti conviene andare oltre, ragazzo mio."-
-" E se io invece non volessi farlo?"-
Si stringe nelle spalle
-" Beh in tal caso allora, mi vedrei costretto a parlarti di cose che potrebbero spezzare il tuo tenero cuoricino e tu non vuoi che io faccia una cosa simile, non è vero? Suvvia Ian, non farmi arrabbiare. Le cose potrebbero mettersi davvero molto male e se c'è una cosa che dovresti aver imparato in tutti questi anni, è che provocarmi non ha mai portato a nulla di buono."-
Mi guarda con occhi freddi e spietati mentre dal canto mio, proprio non riesco a contenere il disgusto che provo nei suoi confronti.
"È evidente che c'è qualcos'altro di cui non mi ha ancora parlato, ed io devo scoprirlo.
Sono terrorizzato dall'idea che a Grace venga fatto del male, è vero. Così come sono terrorizzato dall'idea che Markov, mi porti via la mia unica ragione di vita, ma non posso fermarmi. Non ora che sento di essere ad un passo, dallo smascherare che terribilmente uomo è, George Smith.
Per troppi anni gli ho permesso di giocare con la vita di chiunque gli girasse intorno.
Ora basta."
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Perché Sei Tu [Vol.2]
ChickLitDopo aver lasciato Los Angeles ed aver rinunciato a tutto ciò che amava per ritrovare se stessa, Grace sembra davvero essere una persona nuova: sempre solare e divertente, sembra essersi lasciata ormai alle spalle tutto il dolore del passato. Niente...