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Cris POV
Part II

Faccio finta di niente, per non soddisfare ulteriormente, l'ego smisurato di mio padre e mentre Jennifer, elenca gli infiniti eventi ai quali intende partecipare il prossimo mese, io mi delizio con le sublimi portate preparate dalla signora Wild.
Passiamo dagli antipasti al filetto con patate dolci, fino ad arrivare al dessert: una mousse al cioccolato fondente e caffè con nocciole pralinate.
-" Complimenti signora Wild, una cena davvero deliziosa."- esclamo osservandola sparecchiare i piatti del dessert, con l'aiuto di Rosemary.
-" Oh grazie mille Ian, è una gioia sapere che questa cena è stata di tuo gradimento, ci tenevo davvero tanto."- il suo sguardo si addolcisce per poi tornare serio, non appena i suoi occhi notano l'espressione divertita di mio padre.
-" Ho detto qualcosa di buffo George?"-
-" Oh no nulla davvero, è solo che non mi capita spesso di vedere mio figlio così sereno."-
"Ma cosa diavolo vuole da me, ora?"
Mi bastano una manciata di secondi per capire che, arrivati a questo punto, forse è meglio tornare a casa.
Che mio padre si diverta a stuzzicarmi, è una cosa ormai nota a tutti, ma non gli permetterò di rovinare la serata anche agli Wild, loro sono brave persone e di conseguenza, non meritano di essere coinvolti nelle nostre faccende personali.
Faccio un respiro profondo, per poi alzarmi e dirigermi verso mr Wild.
-" È stato un piacere signore, ma temo che adesso sia io che mio padre dovremmo andare, domattina abbiamo una riunione importante con alcuni esponenti della nostra azienda."- tendo la mano verso l'uomo che, probabilmente, stimo di più al mondo, ma il suo sguardo di rimprovero mi lascia stupito.
-" Se tu credi che io ti lasci andare via così, ti sbagli di grosso giovanotto, è un anno e mezzo che non ti vedo e due, che non ci sediamo a fare una bella chiacchierata fra uomini."-
Resto basito dinanzi alle sue parole, mentre un senso di inquietudine mi rende nervoso ed impaziente.
" Di cosa vorrà parlarmi? Mio padre? La relazione con sua figlia? Forse crede che io non la tratti abbastanza bene o ancora peggio, ha scoperto l'esagerata quantità di donne con la quale l'ho tradita negli ultimi due anni.
Oh cristo, se è così allora sono fottuto!"
-" Caro George, spero che per te non sia un problema avviarti senza Ian."-
Lo sguardo fermo di John Wild, si posa su quello glaciale di mio padre, che dopo un attimo di esitazione, decide di acconsentire.
-" Molto bene, allora lascia che Rosemary ti accompagni alla porta. Ian, tu invece vieni con me."-
Mi guida attraverso un corridoio, fino ad arrivare a delle ampie porte scorrevoli dietro le quali, vi è un'elegante stanza dominata da una scrivania in legno di ciliegio e un caminetto acceso.
-" Prego accomodati."- mi dice indicandomi una poltrona in pelle nera.
" Mio dio, fa che non mi abbia scoperto."
Con movimenti lenti ed eleganti, esce dal mio campo visivo per poi tornare con due bicchieri di whiskey e due sigari fra le mani.
-" Ecco qua figliolo, giusto per rilassarti un po, dopo la cena con quel tiranno di tuo padre."
" Dio allora non sono l'unico a pensarlo eh?"
-" La ringrazio del whiskey John ma per il sigaro..."- non faccio in tempo a rifiutare, che sento la sua risata riecheggiare fra le pareti della stanza.
-" Oh andiamo, cos'è tutto questo imbarazzo? Credi che io non sappia che adesso fumi? Tu mi reputi davvero uno sprovveduto allora."-
Mi mordo il labbro abbassando lo sguardo:
" Oh no, se sa che adesso fumo, sarà a conoscenza anche del mio stile di vita, donne incluse. Cristo questa non ci voleva proprio!"
Afferro il sigaro, accendendolo alla svelta sotto il suo sguardo indagatore.
-" Da quanto tempo?"- mi chiede all'improvviso.
-" Cosa? Vuole sapere da quanto tempo ho iniziato a fumare?"-
-" No, da quanto tempo hai smesso di nutrirti a dovere Ian?"- la sua voce è cupa e preoccupata, mentre i miei occhi lo guardano come se non riuscissero a vederlo davvero.
-" Non so a cosa si riferisce signore."- sussurro con voce sommessa.
-" Ah si? Allora lascia che mi spieghi meglio: sei cambiato e ad essere cambiato con te, è anche il tuo corpo.
Santo cielo guardati: sei esattamente la metà di quello che eri qualche anno fa. Tu cerchi di mascherarlo ma i tuoi occhi parlano, infatti scommetto che nello stato in cui sei, fai fatica anche a dormire. Non è così?"-
Abbasso lo sguardo incapace di sostenere il peso delle sue parole.
" Si sbaglia, io lo so che si sbaglia"
-" Con tutto il rispetto signore, io non credo di avere alcun problema. Sì certo, ammetto di essere spesso molto stanco e stressato, da quando il peso dell'azienda di mio padre è ricaduto sulle mie spalle, ma questo non ha nulla a che fare con il mio stile di vita.
Penso infatti di dedicare a Jennifer tutto il tempo che merita e di essere l'uomo perfetto per lei."-
-" Ma qui non si sta parlando di mia figlia Ian, ma di te: un ragazzo che ho vista crescere anno dopo anno e che nonostante un padre assente, è riuscito a diventare un uomo con dei sani principi e un cuore immenso."-
" Cuore, lui è davvero convinto che io ne abbia ancora uno?"
Si assenta per qualche secondo per poi tornare con un album di fotografie.
-" Lo vedi? Vedi questo ragazzo? Guardalo bene e poi osserva invece il tuo riflesso in quello specchio."-
I miei occhi cadono sulla fotografia che stringe fra le mani: è John Wild vestito di tutto punto, accanto ad un ragazzo sorridente. Mi somiglia tanto, ma ormai quello non sono più io e non posso non avere compassione per lui, che aveva il mondo e neppure lo sapeva.
-" Sai a quando risale questa foto?"- mi chiede mr Wild.
", certo che lo so. In questa immagine sto sorridendo no? Quindi almeno che non avessi vinto alla lotteria, sicuramente con me quella sera, c'era..."
Una nuova foto si palesa davanti ai miei occhi: John Wild è accanto a sua moglie Odette, ed io sono alla sua destra, mentre felice più che mai, stringo fra le braccia la donna più bella della festa.
" Cristo ti prego, no."
Una fitta dolorosa attraversa il mio petto fino ad arrivare agli organi vitali, guardo Wild osservarmi confuso e l'unica cosa che penso, è che devo uscire immediatamente da qui.
Con un'agile scatto mi tiro su posando il bicchiere che tenevo fra le mani su un tavolino vicino.
-" D-devo andare!"- balbetto cercando di controllare il respiro.
-" Oh Ian, stai bene?"-
-" Sì certo, ho solo bisogno di un po d'aria."- stringo alla svelta la mano del signor Wild per poi precipitarmi verso l'uscita.
-" La prego porti le mie scuse a Jennifer e sua moglie, ma ora devo andare. Arrivederci signore."-
Faccio per uscire ma la sua voce mi inchioda sull'ingresso
-" Abbi cura di te figliolo"-
-" Grazie signore."-
Percorrono alla svelta il vialetto della villa, per poi trovarmi su una strada poco trafficata. Per fortuna riesco ad individuare, quasi all'istante, un taxi per tornare a casa.
"È tutto così confuso: prima mio padre che mi lancia quella provocazione, poi Wild che mi dice che non mangio abbastanza ed infine lei.
Io lo so, so perfettamente che una volta uscito da quella casa, sarebbe stato facile per me tornare alla vita di sempre, ma ora...
Come diavolo faccio a ritrovare la mia lucidità dopo quella foto?
In tutti questi anni, mi sono sempre precluso ogni sua immagine, le evitavo come la peste perché guardandole era facile tornare a soffrire, ma ora che l'ho rivista..."
Faccio un respiro profondo estraniandomi da tutto il resto:
"Concentrati Smith, concentrati. Vuoi davvero che una stupida fotografia rovini quello che hai costruito in tutti questi anni?
No, no che non lo voglio.
Io non lo permetterò."



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