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Cris POV
Part II

La guardo, provando a fare ordine nel mio cuore ormai impazzito.
-" Grazie Grace."- mormoro con voce strozzata.
-" Di nulla, ora però devo proprio andare. Ho bisogno di chiamare un taxi che mi porti a casa e soprattutto, devo avvertire Jakov di questo cambio di programma."-
Prova ad oltrepassarmi, ma nuovamente non posso fare a meno di fermarla.
La afferro per un braccio, facendo bene attenzione a dosare la mia forza.
-" Aspetta."- sussurro.
-" Cos'altro c'è?"-
Mi guarda con aria interrogativa mentre i suoi occhi, fanno fatica a reggere il confronto con i miei.
" È imbarazzata."
Accarezzo con gentilezza il suo polso ancora nella mia mano, avvertendo i battiti del suo cuore, aumentare all'improvviso.
" Perché in questo momento faccio così tanta fatica a lasciarla andare? Sarà il mondo in cui arrossisce o i suoi occhi gentili e premurosi. Fatto sta, che vorrei stringerla a me e tenerla al sicuro per sempre.
Oh Grace, che cosa mi stai facendo?"
Inspiro a fondo il suo dolce profumo, dicendo la prima cosa che mi viene in mente.
-" Ricordi la volta in cui mi hai detto di essere disponibile ad accompagnarmi, in caso volessi mangiare qualcosa? "- la mia voce è esitante, mentre vedo la sua espressione passare dall'essere confusa a sorpresa, nel giro di pochi attimi.
-" Oh..."-
Sbatte le palpebre, quasi facesse fatica a comprendere.
-" Intendi, quando abbiamo cominciato a parlare del tipo che da bambini, possedeva un carretto dei gelati?"-
-" Sì. Mi chiedevo se la proposta fosse ancora valida."-
Lei si immobilizza, soppesando con attenzione le mie parole.
-" Beh sì, solo che...
Forse dovremmo rimandare la cosa ad un'altra volta, ecco.
Oggi entrambi abbiamo avuto una giornata molto intensa, non mi sembra il caso."-
La lascio andare all'istante, non riuscendo più a guardarla negli occhi.
" Ma certo, come diavolo ho fatto a pensare che lei, avrebbe davvero accettato di cenare con me? È ovvio che non voglia farlo.
Mi chiedo solo perché ci sia rimasto così male, però.
Forse il mio desiderio di tenerla lontana da quell'uomo, ha preso il sopravvento sulla mia ragione, mandandomi in fumo il cervello.
Oppure, molto più semplicemente, avevo voglia di stare con lei, come ai vecchi tempi. Desideravo passare il resto della serata con una persona che mi facesse sentire al sicuro, qualcuno con cui poter essere me stesso."
-" Hai ragione Grace, la mia è stata una proposta stupida, fa finta che io non ti abbia detto nulla. Ora chiedo ad un addetto alla sicurezza di chiamarti un taxi."-
Le volto le spalle, dirigendomi verso il telefono sulla mia scrivania.
Alzo la cornetta con mani tremanti, componendo il numero per ben tre volte prima di riuscire ad indovinare la combinazione giusta.
" Ma che diavolo mi succede?"
Chiudo gli occhi, provando a fare un respiro profondo.
"La verità è semplice mio caro Smith: a quanto pare con le donne, non sei così tanto invincibile come credevi. C'è chi riesce addirittura a dirti di no e quella persona, è la stessa da cui, a quanto pare, dipende anche la tua sanità mentale. In poche parole? Sei fottuto."
Sento i tacchi di Grace risuonare sul pavimento e fermarsi a pochi metri da me.
-" Dimmi la verità Cris, hai davvero così tanta fame?"- la sua voce è soffice e vellutata.
"Giuro che starei a sentirla tutto il giorno!"
Avete presente quell'enorme zucchero filato che vendono nelle fiere di paese? Quello che è dolce da star male, ma che è così buono che ad ogni morso, ti fa sentire a tre metri da terra?
Ecco per me la voce di Grace è questo: un delizioso e dolce biglietto per il paradiso.
Abbasso la cornetta, voltandomi verso di lei.
Ha la testa china di lato mentre con le braccia incrociate sul petto, mi guarda con un mezzo sorriso sulle labbra.
-" Vuoi la verità?"- chiedo.
-" Sempre."-
La sua risposta mi coglie impreparato.
"Di certo non posso ignorare la sottile allusione."
-" Allora non ci girerò troppo intorno e cercherò di andare dritto al sodo: non voglio passare il resto della mia serata da solo.
Detto fra noi, la solitudine fa schifo Grace e dato che tu sembri avere bisogno di un passaggio, ed io non devo bere troppo alcol, ho pensato che non sarebbe stato poi così male, fermarsi in qualche posto sperduto nella galassia dei cibi spazzatura e mangiare qualcosa insieme.
Se ho fame? No, il mio appetito mi ha abbandonato qualche annetto fa, ma per te lo farei."-
Faccio un passo in avanti, mantenendo un'espressione impassibile.
-" Per te proverei a mangiare qualcosa."-
Mi guarda a bocca aperta, spiazzata dalla mia dichiarazione improvvisa.
-" Oh beh..."-
Si sistema nervosamente alcune ciocche di capelli, dietro l'orecchio.
È imbarazzata.
Un leggero rossore le attraversa il viso, mentre prova con tutte le sue forze a fare finta di niente.
"Mio dio Smith, smettila di guardarla come uno sfigato. Sei patetico!"
Devo combattere l'impulso di spingerla contro il muro e baciarla come un forsennato.
-" Okay, allora diciamo che se prometti di non fare l'idiota e di rispettare il mio spazio vitale, vengo."-
-" Dici sul serio?"-
La sua risposta inaspettata, mi lascia completamente inebetito.
-" Sì, ma adesso sbrigati a recuperare le tue cose e andiamo. A differenza tua qui, c'è qualcuno che sta morendo di fame!"-
Senza aspettare una mia risposta, mi volta le spalle, dirigendosi verso gli ascensori.
" Porca miseria datemi un pizzicotto e ditemi che non sto sognando. Grace Miller ha accettato di venire a cena con me? Direi che oggi è decisamente il mio giorno fortunato."

Mentre ci dirigiamo al parcheggio situato nel seminterrato dell'edificio, mi perdo nell'ammirare la perfezione nel corpo di Grace.
"Dio mio quanto è bella!"
Fianchi formosi è curve talmente morbide e delicate, da far girare la testa a chiunque.
Si muove in modo sinuoso ancheggiando a destra e a sinistra con un lento ed ipnotico movimento sensuale.
La guardo e non posso che mordermi il labbro inferiore, in preda al desiderio.
"È assurdo, non ricordo neanche quand'è stata l'ultima volta che sono andato a letto con una donna."
-" Dov'è la tua auto, Smith?"-
La sua domanda, mi riporta bruscamente con i piedi per terra.
-" Cosa? La mia auto?"-
Cerco le chiavi nella tasca interna della giacca e per fortuna non passa molto, prima che io le riesca a trovare.
-" È proprio lì, davanti a te."-
Le indico una Porsche 918 Spyder grigia e a fatica riesce a contenere il suo stupore.
-" Mi prendi in giro?"-
-" Assolutamente no."-
-" E perché hai comprato un'altra auto?"- mormora, aggrottando la fronte.
-" Che fine ha fatto la tua Audi TTS nera?"-
-" Ah quella la tengo in garage, ben coperta sotto un tendone."-
-" Per quale ragione? Cosa c'era che non andava in quell'auto? A me, per esempio, piaceva molto più di questa!"-
"Appunto."
Apro la portiera del passeggero della mia Porsche, aiutandola ad entrare subito dopo.
"È proprio questo il punto. A te piaceva, ed ogni mio ricordo con te, era legato a quell'auto. Conviverci ogni giorno era diventato un qualcosa di insopportabile."
Poco dopo mi infilo nel traffico, provando ad ignorare una strana sensazione di euforia alla bocca dello stomaco.
"Grace Miller è nella mia auto."
Scuoto il capo.
" Cristo non ci credo!"
Provo a sopprimere un sorriso, mentre sento i suoi occhi scrutarmi con attenzione.
-" Perché ridi?"-
-" Non sto ridendo, sto sorridendo il ché è diverso. Ad ogni modo, cosa ti va di mangiare ?"-
Si stringe nelle spalle.
-" Per me qualsiasi cosa andrà bene."-
-" Oh..."- le sue parole, mi lasciano decisamente sorpreso.
" Solitamente quando mi capita di cenare con Jennifer è sempre lei a scegliere per entrambi, salvo raro eccezioni. Non che mi piaccia lasciarle il comando della situazione, sia chiaro, ma con una donna schizzinosa come lei, è davvero difficile riuscire ad accontentare il suo palato decisamente pretenzioso. Insalate dietetiche e mini porzioni di salmone al vapore, sono praticamente all'ordine del giorno."
Soffoco un sorriso, mordendomi il labbro inferiore.
-" Mi perdoni signorina Miller ma sono leggermente confuso. Mi sta per caso dando carta bianca?"-
I suoi occhi si fanno improvvisamente maliziosi.
" Oh porca miseria."
-" Assolutamente sì, Cris Ian Smith. Stupiscimi."-
Il modo in cui la sua lingua accarezza il mio nome, mi manda al tappeto.
Provo a cambiare posizione sul sedile della mia auto, ma nemmeno questo sembra darmi un po di sollievo.
Mi sorride nel suo modo speciale mentre io, incapace di articolare una risposta, mi limito ad annuire.
"Santo cielo, cerca di calmarti Smith!"
Stringo con forza il volante davanti me, provando a fare un respiro profondo.
" Posso farcela. È tutto sotto controllo."
Penso fra me e me, mentre mi inumidisco le labbra, in preda al desiderio.
" O almeno credo."

Perché Sei Tu [Vol.2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora