Appena usciti dall'aeroporto, inspiro a pieni polmoni l'aria fresca di Los Angeles.
-" Ah nessun posto è come casa. Guarda qua Lucas, siamo a dicembre e la gente se ne va in giro quasi come se fosse primavera, di certo nulla a che vedere con New York."-
Provo a cercarlo con lo sguardo, ma i suoi occhi malinconici mi fanno capire che in questo momento la sua testa è altrove.
" Sicuramente sta pensando a Nicol."
-" Perché, com'era il clima a New York?"- mi chiede all'improvviso Roxy.
-" Freddo."- rispondiamo in coro sia io che il ragazzo nostalgico accanto a me.
-" Ma non mi dire, quindi è per questo che sembrate appena sbarcati dal polo nord?"-
Fortunatamente le sue parole sembrano risollevare il morale del mio migliore amico.
Guardo il mio dolcevita e il cappotto di Lucas e penso che effettivamente agli occhi di un californiano, dobbiamo sembrare davvero due alieni.
Sole quasi tutto l'anno, piogge scarse e clima mite, rendono Los Angeles, così come il resto dello stato, un'oasi calda e piacevole dove ripararsi dai freddi inverni, quindi sì, direi che la differenza con New York è quasi abissale.
Osservo la mia migliore amica con indosso una leggera giacca di pelle e non posso evitare il paragone con il povero Lucas, praticamente quasi morto dal caldo.
-" Sai una cosa Roxy? Credo che tra un po' vedremo Lucas, collassare sul pavimento, me lo sento."-
-" Oh beh, non c'è tempo da perdere allora, non vorrei poi doverlo trascinare fino all'auto."-
Con passo deciso la vedo camminare verso l'uscita, mentre un Lucas completamente sudato, la segue all'istante.
Dio solo sa, lo sforzo che mi ci vuole per non ridergli in faccia.
" Santo cielo, un Lucas così, giuro di non averlo mai visto."
Dopo cinque minuti buoni, sotto un sole cocente, arriviamo finalmente a destinazione.
-" Tadà"-
Resto ad osservare senza parole l'auto della mia migliore amica, per poi vederla sorridere divertita nel venirmi accanto.
-" Lo so, probabilmente è messa peggio di quanto tu ricordassi, però funziona ancora e questo è l'importante!"-
-" Tu dici?"- le chiedo in preda alla disperazione.
-" Oh sì, certo che sì! Forza Lucas, aiutami a caricare tutte queste valige. Grace? Tu comincia a mettere in moto l'auto, sai com'è, diciamo che ha bisogno dei suoi tempi."-
"Tempi? Oh mio dio, quindi questo significa che ci toccherà restare sotto questo sole cocente ancora per molto? Roba da non crederci."Quaranta minuti e un paio di esaurimenti nervosi dopo, siamo finalmente in viaggio verso casa, sudati, stanchi e spossati, ma pur sempre interi.
" Almeno per ora."
Guardo Roxy, seduta sul sedile posteriore accanto a me e sorrido, nel vedere il suo volto imbronciato.
-" Te lo ripeto Roxy, è solo per il tuo bene."- afferma il mio migliore amico, dopo essersi messo alla guida dell'auto.
-" Ah davvero? Io direi piuttosto che è mancanza di fiducia! Voi uomini, sempre tutti uguali.
Ma sì certo, perché far guidare una donna era un affronto troppo grande alla tua mascolinità, vero Johnson?"-
Resto ad ascoltare il loro buffo litigio per non so quanto tempo, mentre sotto i miei occhi, le strade e i negozi della città, scorrono senza sosta.
Mi sembra assurdo, ma è come se il tempo non fosse passato affatto, come se tutto fosse rimasto fermo a quel famoso settembre di due anni e mezzo fa.
Abbasso lo sguardo sulle mie mani e non posso fare a meno di pensare a lui.
" Chissà cosa starà facendo in questo momento, il tempo lo avrà cambiato?
No, probabilmente no.
Non ricordo con esattezza i suoi lineamenti e non ricordo tantomeno la sua voce, ma se provo a guardarmi indietro, rivedo un ragazzo affascinante con un sorriso cordiale e un forte carisma.
Probabilmente sarà ancora così, forse fra i due, quella che aveva bisogno di cambiare per andare avanti, ero solo io."
-" Ehi Grace, ci sei?"- la voce di Roxy, mi riporta al presente.
-" Scusami ero sovrappensiero."- ammetto a bassa voce.
-" Sì l'ho notato e a cos'è che stavi pensando di così importante?"-
Intercetto lo sguardo preoccupato di Lucas, nello specchietto retrovisore, così decido di fare finta di niente.
" Nelle ultime quarantotto ore ha dovuto affrontare più cambiamenti del previsto.
Lui mi vuole bene lo so, ma sentirmi parlare di colui che mi ha spezzato il cuore, porterebbe alla luce dei ricordi dolorosi che per il momento è meglio accantonate."
Noto Roxy osservarmi sospettosa, ancora in attesa di una risposta.
" Inventati qualcosa Grace."
-" A cosa stavo pensando, eh?"- le dico cercando di dissimulare il mio nervosismo.
-" Già."-
-" Beh, a cosa vuoi che pensi? Alla libreria, no? In tutti questi anni hai sempre aggirato sapientemente l'argomento, quindi che ne diresti di raccontarmi una volta per tutte come vanno le cose?"-
Le mie parole di certo, sembrano lasciarla stupita.
-" La libreria? Beh diciamo che potrebbe andare meglio ma di certo non ci lamentiamo."-
-" Dici sul serio?"-
Fa un respiro profondo, per poi guardarmi con espressione colpevole.
-" Sì, cioè no."-
-" Cosa?"- le chiedo cercando di seguire il suo stravagante ragionamento.
-" La verità è che da quando sei andata via, le cose hanno cominciato pian piano a peggiorare sempre di più.
Gerry è quasi sempre in Canada da suo figlio, Fiona è incinta e non è sicura sull'identità del padre del bambino, Sam sta con una ragazza ma in realtà è ancora innamorato di te, Luke e Matt sono gli idioti di sempre e per quanto riguarda me, mi sento terribilmente sotto pressione perché sono la sola alla quale Gerry, ha affidato la gestione della libreria in sua assenza. Tutte le responsabilità pesano sulle mie spalle e non posso chiedere aiuto a nessuno."-
-" Santo cielo e perché non mi hai mai detto niente?"- le sussurro ancora sotto shock.
-" Perché ti conosco e so che avresti cercato di aiutarmi in tutti i modi."-
-" E allora? Non è questo, quello che fanno le vere amiche?"-
Mi guarda con i suoi profondi occhi verdi, per poi prendermi la mano e abbozzare un sorriso.
-" Scusa."-
" Cosa?"
-" Tu non devi scusarti."- le dico aggrottando le sopracciglia.
-" E invece sì. Credevo che nasconderti i miei problemi, ti avrebbe aiutato a risolvere più in fretta i tuoi, ma mi sbagliavo, non si può mettere fretta a certe cose. "-
Resto a guardarla per qualche secondo, per poi annullare la distanza che ci divide e stringerla in un forte abbraccio.
-" Lasciarti da sola è stato un errore."- sussurro piano al suo orecchio.
-" No Grace, non è vero e guai a te se lo ripeti ancora. Lasciarmi da sola era l'unico modo per ricominciare e tu lo sai. Quindi adesso smettila di incolparti per i problemi altrui e sorridi. Vedrai, in libreria le cose andranno meglio. Tu piuttosto, ti ho detto che quella vipera di Fiona ha combinato un bel guaio e tu non dici niente? Oh signorina Miller, non è da te!"-
Vedo il volto della mia migliore amica, guardarmi severo e non posso fare a meno che sorridere per le sue parole.
-" Incinta eh? Beh mia cara Roxy, a questo punto pretendo di sapere tutti i dettagli!"-
-" Ok, ma credo che in questo momento tu debba fare una cosa molto più importante, signorina."-
Sento l'auto fermarsi all'improvviso.
"Siamo arrivati. Ti senti pronta piccola Grace?"
Mi guardo attorno leggermente disorientata, ma mi basta scorgere una figura familiare dalla finestra del mio vecchio indirizzo, per farmi forza e prendere coraggio.
Faccio un respiro profondo, per poi incrociare lo sguardo dei miei migliori amici e annuire.
-" Lei non sa nulla del mio ritorno, vero?"-
-" No Grace, io e Lucas abbiamo pensato che questo era un compito che spettava a te."-
" Molto bene."
-" Ci vediamo dopo allora."-
Con il cuore che batte all'impazzata, esco dall'auto dirigendomi verso il posto in cui sono nata e cresciuta.
Sento le gambe tremare ad ogni passo che faccio e sarei un'ipocrita a non ammettere che ho paura.
Paura della sua reazione, paura di quello che posso leggere nei suoi occhi, paura di averla ferita.
Apro la porta del mio vecchio appartamento e la prima cosa che sento, è un dolce aroma di vaniglia, provenire dalla cucina.
" Santo cielo, è tutto come lo ricordavo!"
Il divano, la luce che filtra dalle tende azzurro cielo e la mia mamma, bella come sempre, mentre prepara i biscotti al cioccolato che a me e Theo piacevano tanto.
Ai fianchi formosi, è legato un grembiule bianco immacolato e sulle punte dei capelli, mi sembra di scorgere della farina, sparsa qua e là.
-" Mamma."- sussurro con voce tremante, cercando di tenere a bada le mie emozioni.
Anche se sembra non essersi accorta di me, la vedo esitare per qualche secondo, per poi tornare ad infornare biscotti.
" Forse non mi ha sentito."
-" Mamma, perché non mi guardi?"- le dico piano, facendo qualche passo verso di lei.
-" Non posso."- sussurra in preda ai singhiozzi.
-" E perché?"-
-" Perché tu non sei reale, lo so. Ho già sentito in altre occasioni la tua voce e ogni volta che provavo a cercarti, tu non c'eri. Tu non sei la mia Gracy, ma solo il frutto della mia immaginazione."-
Sento le lacrime rotolare silenziose sulla mia guancia e il mio cuore sussultare.
" Io non capisco, come può credere che io non sia reale?
Ah è adesso cosa faccio?"
Dopo un attimo di esitazione, prendo coraggio e con tocco leggero, le accarezzo la spalla.
-" Sono qui mamma, ora riesci a sentirmi? Mi avevi detto che non vedevi l'ora di riabbracciarmi e adesso non mi guardi neanche?"-
Si ferma all'improvviso e gli basta sentire le mie braccia strette attorno a lei, per cedere sotto il peso delle emozioni.
-" Grace bambina mia, sei-sei davvero tu?"-
Sorrido per la gioia di poterla riabbracciare e quasi non ci credo.
-" Sì mamma, sono proprio io."-
Mi stringe ancora più a se e in un attimo sento il mio cuore ritrovare la pace.
-"Oh sono così felice che tu sia davvero qui! Avresti dovuto avvisarmi del tuo arrivo, avrei messo tutto in ordine e non mi sarei di certo fatta trovare in mezzo alla farina. Guardami, sono tutta sporca, praticamente un disastro."- sorride imbarazzata fra le lacrime e mi basta guardare i suoi occhi per rivedere quelli di Theo.
-" No mamma tu non sei un disastro."- sussurro con voce malferma -" Ma la donna più bella e forte che io conosca.
L'idea di tornare a casa dopo tanto tempo mi terrorizzava ma adesso non più, ed è solo merito tuo. Guardati attorno, non ti sembra che sia tutto perfetto? Tu che prepari i biscotti, io che ti abbraccio in cucina e il profumo di vaniglia che avvolge ogni cosa."-
Mi osserva titubante per poi sorridere e scuotere il capo.
-" Tu sei tutta matta."-
-" Hai ragione, ma chi se ne importa, finalmente posso dirlo! É bello essere a casa."-
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Perché Sei Tu [Vol.2]
ChickLitDopo aver lasciato Los Angeles ed aver rinunciato a tutto ciò che amava per ritrovare se stessa, Grace sembra davvero essere una persona nuova: sempre solare e divertente, sembra essersi lasciata ormai alle spalle tutto il dolore del passato. Niente...