Cris POVFaccio un respiro profondo, scrollandomi di dosso tutta la stanchezza e lo stress accumulato durante la giornata, per poi lasciarmi avvolgere dall'acqua.
Sono già dieci vasche di fila con questa, ed il mio corpo non da ancora alcun segno di cedimento.
" Come biasimarlo."
In acqua può muoversi in totale armonia con quello che lo circonda, a differenza della vita reale, l'acqua mi rende libero.
"Ancora una vasca e giuro che faccio una pausa."
-" Signor Smith."- la fastidiosa voce di Javier, il tuttofare che ho assunto con Concita per tenere in ordine il mio appartamento, richiama la mia attenzione, riportandomi al mio schifoso presente.
-" Che vuoi?"- ringhio uscendo dalla piscina con un'agile scatto.
-" S-suo padre ha chiesto di vederla, signore."-
Alzo gli occhi al cielo cercando di contenere la rabbia.
-" Digli di andarsene al diavolo, non ho intenzione di vedere nessuno adesso."-
-" Ma signore lui dice che è importante."-
Mi bastano un paio di falcate per raggiungere questa stupida palla di lardo.
-" Senti un po Javier, chi è che paga il tuo stipendio?"- sussurro con voce melliflua.
-" L-lei signore."-
-" E chi è che si ritroverà senza un lavoro se non la smette di disobbedire a quello che dico?"-
Abbassa lo sguardo.
-" I-io signore."-
-" Bene, allora te lo dirò un'ultima volta, dì a quel verme di mio padre, che vedere la sua brutta faccia da carogna, è l'ultima cosa che voglio in questo momento."-
-" Sì signore."-
Lo vedo sparire all'istante, mentre attorno a me, il rumore della porta che si richiude alle sue spalle, rompe il silenzio che avvolgeva questo posto fino a qualche minuto fa.
"Perché è venuto qui? Cos'altro vuole da me? Dannazzione perché non mi lascia in pace?"
Avvolgendomi alla svelta in un accappatoio, decido di ignorare la fastidiosa sensazione alla bocca dello stomaco, che provo ogni volta che si tratta di mio padre, per poi dirigermi verso l'ascensore che porta al mio appartamento.
Davvero un toccasana questo posto, garage sotterraneo, ampio atrio, una piscina al coperto a disposizione di tutti i coinquilini e una vista da fare invidia a chiunque, per non parlare della politica sulla privacy, che non avete idea di quante volte mi è tornata utile.
Superato l'ingresso del mio appartamento però, addio pace dei sensi.
-" Ma come, io vengo a fare visita al mio adorato figlio e tu vuoi mandarmi via?"- la voce graffiata dell'uomo davanti a me, riesce a farmi tornare il malumore nel giro di una manciata di secondi.
-" La tua presenza qui non è gradita, semplice."-
Oltrepasso mio padre per poi andare a versarmi un bicchiere di bourbon.
-" Oh andiamo Ian, così mi spezzi il cuore."-
Faccio una risata amara, ingoiando in un solo sorso, il liquido ambrato nel mio bicchiere.
-" Tu non ce l'hai un cuore caro padre."-
Il suono della sua risata risuona tutto intorno, mentre con passi lenti e studiati mi viene vicino.
-" Curioso che tu mi dica una cosa simile."-
Mi afferra per le spalle, voltandomi verso il nostro riflesso, nell'enorme portafinestra a pochi passi da me.
-" Guardati figliolo, lo vedi l'uomo potente che sei diventato negli ultimi due anni?
Gli uomini ti temono, hanno paura della tua mente acuta e le donne ti adorano, venerando ogni parte di te, lo vedi?
Riesci a cogliere quanto immenso, è il potere che hai nelle tue mani in questo momento?"-
-" Tanto immenso, da togliermi l'unica cosa che desidero davvero."- sussurro fra me e me, disgustato dal riflesso che invece, agli occhi di mio padre, è l'incarnazione della perfezione.
-" Debolezze, tu parli di debolezze e non è mai un bene averne. Non lo sai? Ti rendono una vittima assai facile agli occhi del nemico."-
Questa volta a ridere sono io, mentre distolgo lo sguardo dal riflesso dell'uomo accanto a me.
-" Dici che io non ho un cuore ma a quanto pare non sono l'unico, non credi?"- sentenzia con orgoglio.
Poso gli occhi sul ventisettenne davanti a me, mentre le parole velenose dell'uomo che mi ha generato, penetrano nella carne, fino ad arrivare alle ossa.
-" Noi siamo uguali figliolo, io ti guardo e non posso non vedere me stesso, riflesso in ogni tuo gesto ed ogni tua parola."-
-" Uguali?"- sussurro con un filo di voce.
-" Sì."-
Guardo i suoi occhi grigi, così simili ai miei, lasciandomi travolgere dalla rabbia che fino ad ora, avevo covato sotto la pelle.
-" Tu non sai niente di me, mi hai sentito? Niente!
Sì, forse adesso siamo uguali e sì, sicuramente entrambi siamo freddi uomini senza cuore, ma c'è stato un tempo, in cui io ero diverso e dannazione, una coscienza la possedevo ancora.
C'è stato un tempo, in cui ero un semplice ragazzo con un amico eccezionale ed un'infanzia serena e sai perché lo era? Perché non c'eri tu ad avvelenarmi l'anima!
E adesso guardami, sono tutto quello che hai sempre voluto, giusto?
Beh allora, perché non mi lasci in pace e te ne vai al diavolo?
Io non ti voglio qui, quindi sparisci!"- urlo il mio odio ed il mio disprezzo, con tutta l'aria che mi è concessa, per poi voltargli le spalle e dirigermi verso la camera patronale.
-" Non così in fretta figliolo."-
" Cosa?"
-" Ricordati quanto siamo simili io e te, non è l'unico motivo che mi ha portato qui questa sera."- Lo guardo con sospetto non capendo dove vuole arrivare.
-" Davvero? Allora cosa può averti fatto scomodare?"- sussurro con disprezzo.
-" La tua amata Jennifer."-
" Mi prende in giro?"
Lo guardo confuso, non capendo cosa può avergli mai chiesto Jennifer, per spingerlo a venire fin qui di persona.
-" Cosa c'entra lei adesso?"- gli chiedo cercando di mantenere la pazienza.
-" Mi ha chiesto di convincenti a partecipare alla cena di famiglia, che ogni venerdì sera si tiene a casa sua e alla quale ogni santo weekend, tu non ti presenti.
Mi avevi assicurato che le cose con lei andavano bene!"-
Alzo gli occhi al cielo facendo un respiro profondo.
" Sta calmo, niente colpi di testa, è solo una cena, una noiosissima cena, durante la quale dovrai recitare la parte del fidanzato perfetto e ... dannazione non ci voglio andare!"
-" Dici che siamo uguali, beh allora spero che non ti dispiaccia prendere il mio posto, è stato un piacere parlare con te, ma adesso ho da fare, stammi bene."-
Mi defilo alla svelta, ma non faccio in tempo a varcare la porta della camera da letto, che la figura alta e dominante di mio padre mi si para davanti.
-" Hai dieci minuti per vestiti pettinarti ed immedesimarti nella parte del bravo ragazzo, stiamo parlano degli Wild, prova a fare l'idiota e giuro che me la paghi. Jennifer Wild è una ragazza d'oro e come tale, tu le devi rispetto è chiaro?"-
Vorrei rifiutare, ma dannazione mi tocca!
A quanto pare, questa sera dovrò incontrare nuovamente John Wild e sua moglie Odette dopo non so quanto tempo, quindi è meglio che mi prepari mentalmente.
Ovviamente, così come dice mio padre, questo ed altro per Jennifer Wild, la "ragazza d'oro".
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Perché Sei Tu [Vol.2]
ChickLitDopo aver lasciato Los Angeles ed aver rinunciato a tutto ciò che amava per ritrovare se stessa, Grace sembra davvero essere una persona nuova: sempre solare e divertente, sembra essersi lasciata ormai alle spalle tutto il dolore del passato. Niente...