Cris POV
Part I-"A presto Steve."- borbotto, non riuscendo ancora a capire come poco fa, io abbia potuto avvertire la presenza del mio migliore amico, nelle sue parole.
-" Grazie per la fiducia, Ian. Avevo ragione sul tuo conto: sei proprio un bravo ragazzo."-
Il dottor Foreman mi congeda, mentre in piedi sulla soglia del suo ufficio, mi stringe la mano con calore.
-" Grazie a lei per avermi ascoltato."-
Sorride in modo gentile, sapendo quanto per me sia stato effettivamente difficile, aprirmi con lui.
-" Spero nel mio piccolo, di averti potuto indirizzare verso la soluzione migliore."-
Gli lanciò un'occhiata imbarazzata.
-" Lo spero anch'io."-
In strada, l'insolita aria fredda del primo pomeriggio, non mi aiuta affatto a migliorare il mio umore. Mi sento triste, confuso, svuotato. Come se aver rivelato a qualcuno per la prima volta la mia verità, non fosse servito a nulla.
Chiudo gli occhi facendo un lungo respiro liberatorio, mentre cerco di recuperare quel che resta del mio equilibrio mentale.
"Sapevo che parlare con il dottor Foreman mi avrebbe sfiancato. Quello che non capisco però, è come sia possibile che io ad un certo punto, abbia avuto l'impressione di parlare con Theo. Il modo in cui mi guardava, le sue movenze, l'intensità delle sue parole. Tutto mi ricordava lui."
Guardandomi intorno, alla ricerca di un taxi che possa riportarmi a casa, mi sforzo di calmarmi e raccogliere le idee.
Scuoto la testa.
"Che sia stata tutto opera della mia immaginazione?"
Provo a distrarmi ma sono irrequieto.
"Suppongo sia normale che io, dopo aver passato più di tre ore rinchiuso nello studio di uno strizzacervelli, mi senta così scosso. Eppure c'è qualcos'altro a turbare il mio umore.
Cos'è? Rabbia?
Probabilmente sì, dato che ho una gran voglia di prendere a pugni il mondo. A partire da mio padre."
Osservo le auto e i pedoni attorno a me, facendo fatica a metterli a fuoco.
Tutto mi sembra inutile e senza senso, un po' come me.
Mi incupisco.
"Se solo Grace fosse qui con me...
Lei sì, che saprebbe come farmi stare meglio."
Reprimo subito questo pensiero.
" Smith cristo santo, smettila di perderti in chiacchiere inutili e concentrati sulle cose davvero importanti."
Questo mi fa venire in mente il fatto che fra qualche giorno mi sposo, così decido di chiamare Jackson e fissare un appuntamento fra trenta minuti a casa mia.
Dopodiché dò un'occhiata alla mia agenda e dopo aver constatato con non poco malcontento, che è quasi completamente piena di impegni legati a Jennifer e alle nozze, chiamo anche la mia assistente, per annullare ogni cosa.
"Non mi interessa se alla fine, quella che attualmente si definisce 'la mia ragazza' potrebbe avere un esaurimento nervoso, ho decisamente cose più importanti da fare."
Arrivato nel mio appartamento, mi dirigo spedito nel mio studio, provando ad ignorare la fitta al cuore che mi provoca, il vedere questo posto senza Grace.
Scuoto il capo, nel vano tentativo di schiarirmi le idee.
"Resta concentrato Smith. Resta concentrato."
Qualche minuto dopo, sento qualcuno bussare alla mia porta.
-"Sì?"- rispondo seccamente alla mia domestica, non riuscendo a tenere a bada il mio nervosismo.
-" C'è il signor Jackson per lei, signore. Dice di avere un appuntamento."-
-" Fallo entrare."-
Mi sistemo sulla sedia, sentendo il mio cuore aumentare sempre di più i suoi battiti.
" Ci siamo, direi che è arrivato il momento di cambiare le carte in tavola."
Il mio collaboratore compare sulla soglia del mio studio, così mi alzo in piedi per accoglierlo.
-" Salve signore."-
-" Buon pomeriggio Jackson. Prego accomodati."-
Gli faccio segno di sedersi su una sedia di cuoio, davanti a me.
Sono teso, nervoso, ma cerco di non darlo a vedere.
-" Spero di non averti disturbato, chiedendoti di venire qui, con così poco preavviso."- esordisco, mentre mi accomodo a mia volta.
-" Affatto signore e poi anch'io avrei qualcosa da dirle, quindi non ci sono problemi."-
-" Di cosa si tratta?"-
Lo sguardo di Jackson, all'improvviso si fa incerto.
-" Preferisco che sia prima lei a parlare. "-
Annuisco.
-" Molto bene."-
Recupero alla svelta una sigaretta dalla tasca interna della mia giacca, accendendola con mani tremanti.
"Dannazione!"
-"Probabilmente ti starai chiedendo di cosa io debba parlarti con così tanta urgenza. Ecco beh... diciamo che devo chiederti un favore."-
Jackson mi guarda con interesse.
-" Di cosa si tratta?"-
Chiudo gli occhi, inspirando il dolce sapore della nicotina.
-" Di me."- faccio una breve pausa, espirando l'aria fuori dai miei polmoni.
-" Questa volta si tratta di me. Ho bisogno del tuo aiuto e della tua esperienza per una faccenda molto delicata."-
Mi schiarisco la voce, facendo fatica a contenere le mie emozioni.
"Cristo è così difficile..."
-" Mio padre vuole sul serio fare de male ad una persona a me molto cara, ed io voglio fermarlo. A qualsiasi costo.
Ovviamente ho intenzione di denunciarlo alle autorità competenti, ma prima di fare qualsiasi mossa, ho bisogno di prove, prove concrete. Filmati, audio, documenti. Qualsiasi cosa che alla fine, potrà definitivamente incastrarlo. Probabilmente tu ti sarai già accorto della cosa, ma sospetto anche che Dimitri Markov, sia in qualche modo legato a lui. Grace dice di averli visti insieme, mentre mio padre gli consegnava del denaro. Non so qual'è il suo intento, fino ad oggi non abbiamo ancora affrontato l'argomento, ma è mia intenzione scoprirlo. Lui desidera il denaro degli Wild e per ottenerlo, sta utilizzando me. La merce di scambio? La vita di Grace, naturalmente.
Ho bisogno che tu riesca a procurarmi tutto il materiale necessario, per incastrarlo. Microspie, localizzatori GPS, telecamera nascoste, microfoni. Io proverò a fargli confessare ogni cosa, ma ovviamente ho bisogno che tu tenga al sicuro Grace."-
Jackson annuisce, seguendo ogni mia parola con attenzione.
-" In tal caso io non ho alcun problema, nell' aiutarla. Ho solo una domanda però."-
Aggrotto la fronte.
-" Cioè?"-
-"È proprio sicuro di volerlo fare signore? Infondo, stiamo parlando pur sempre di suo padre."-
Le sue parole mi lasciano a bocca aperta.
"Cristo, mi prende in giro?"
-"Io ti dico che quel fottuto serpente velenoso, vuole uccidere una ragazza innocente e tu mi chiedi se sono davvero sicuro? Porca miseria Jackson, ma da che parte stai?"- sbotto, riuscendo a stento a contenere la rabbia.
-" Dalla sua signore, ovviamente. Ma queste sono faccende delicate, che devono essere trattate con il massimo riserbo e di conseguenza, devo essere sicuro che lei all'ultimo momento non cambi idea. Signor Smith lei mi conosce e sa come affronto il mio lavoro. Far morire un innocente, è l'ultima cosa che voglio."-
" Perfetto."
-"Siamo d'accordo, allora. Devi procurarmi ogni cosa entro domani, non ci è rimasto molto tempo ormai."-
Serro la mascella, sentendo un brivido di pericolo percorrermi la schiena.
-" Jackson, Grace Miller è la persona più importante della mia vita. Dobbiamo agire con la massima attenzione. Una sola mossa sbagliata e lei..."- le parole mie muoiono in gola.
Chiudo gli occhi
" Non posso. Il solo pensiero di perderla, mi terrorizza."
-" Mio padre è un uomo molto scaltro, quindi non sarà facile raggirarlo."-
Rimango un attimo in silenzio, per dominare la mia paura.
-" Qualsiasi cosa succeda, tu devi proteggere Grace. Io ho bisogno di saperla al sicuro, ma soprattutto viva. Non pensare a me, la mia vita non ha valore. Se qualcosa va storto, prendi Grace e la sua famiglia e portali lontano da qui."-
Jackson mi guarda serio, trasmettendomi un certo senso di sicurezza.
-" Sarà fatto signore. Se lo desidera però, ho un amico che potrebbe aiutarci."-
Le sue parole, catturano subito il mio interesse .
-" Va avanti."- gli dico, terminando alla svelta la mia sigaretta.
-" Lui lavora nell'FBI e diciamo che mi deve molti favori."-
-" Perfetto. Mettimi in contatto con lui, allora."-
-" Sì signore."-
Mi alzo, stringendogli la mano con decisione.
-" Grazie Jackson."-
-" Di nulla. Poterla aiutare in questa faccenda per me sarà un onore."-
Annuisco, accompagnandolo verso la porta.
"Che dio me la mandi buona."
-" Ah signore?"- dice all'improvviso, prima di andare via, richiamando nuovamente la mia attenzione.
-" Sì?"-
-" Per quanto può valere, io credo che quello che lei sta facendo per la signorina Miller, le faccia onore. In tutta la mia vita non ho mai incontrato nessuno come lei."-
-" Nessuno di così vigliacco?"- gli chiedo, provando a contenere la mia frustrazione.
-" No. Nessuno di così coraggioso. Quella ragazza è molto fortunata."-
Sorrido beffardo.
"Ah sono sicuro che se sapesse quanto dolore sono stato capace di infliggere alla povera Grace, non la penserebbe più in questo modo."
Faccio per voltarmi, ma un dubbio improvviso mi fa fare marcia indietro.
-" Jackson?"-
-" Sì?"-
-" Quali erano le novità di cui dovevi parlarmi?"-
Vedo i suoi occhi rabbuiarsi all'improvviso.
-" Oh nulla di fondato, signore. Si tratta solo di supposizioni. Quando avrò qualche certezza in più, gliene parlerò senz'altro."-
Aggrotto la fronte.
"Strano."
Va via subito dopo, lasciandomi solo al centro del mio studio.
Fisso il muro davanti a me, sentendo un profondo senso di tedio, invadere i miei pensieri.
"Jackson crede che io sia coraggioso."
Torno a sedermi alla mia scrivania, passandomi una mano fra i capelli.
"Che idiozia. Io ho tradito l'unica persona su questa terra, che ancora credeva in me. Non c'è niente di coraggioso in questo "
Mi passo entrambe le mani sul volto, provando a contenere l'irrefrenabile voglia di bere qualcosa di forte.
"Pensa a qualcos'altro Smith."
Provo a guardarmi intorno, asciugando frettolosamente le mie lacrime e inevitabilmente i miei pensieri corrono a ieri sera e a quanto stavo bene con lei.
"Grace."
Ricordare il suo volto delicato, mi strappa un sorriso.
"Spero davvero un giorno, di poterti donare la serenità che tanto meriti. Non mi importa se sarai fra le braccia di un'altro uomo. Farà male, ma mi ci abituerò. Con il dolore ormai credo di avere un rapporto speciale. Tu sarai al sicuro e non ci sarà gioia più grande per me."
Decido di scriverle una mail.
Non per raccontarle di quanto questa giornata sia stata difficile per me, ma semplicemente per rassicurarla e metterla in guardia.
Vorrei raccontarle tutto. Di me, di mio padre, del mio folle piano che spero proprio che funzioni, ma non lo faccio.
So che smuoverebbe mari e monti per aiutarmi, ed io non posso coinvolgerla più di quanto non lo sia già.
" Più di due anni e mezzo fa, mi ripromisi che non mi sarei mai ribellato a mio padre. Sapevo che la mia vita sarebbe diventata un inferno, ma non mi importava perché in quel momento, era quello che meritavo.
Grace sarebbe restata al sicuro e mio padre avrebbe avuto il suo denaro.
È evidente però, che mi sbagliavo.
La sua avidità e la sua smania di potere, non si fermeranno mai.
Forse è una battaglia già persa in partenza, o forse no.
Ad ogni modo, potrò dire di averci provato."
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Perché Sei Tu [Vol.2]
ChickLitDopo aver lasciato Los Angeles ed aver rinunciato a tutto ciò che amava per ritrovare se stessa, Grace sembra davvero essere una persona nuova: sempre solare e divertente, sembra essersi lasciata ormai alle spalle tutto il dolore del passato. Niente...