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Cris POV


-" Vattene. Prendi le tue cose e sparisci, voglio restare solo."- dico a denti stretti, non riuscendo più a sostenere il peso di questa conversazione. L'ultima cosa che vedo prima di voltargli le spalle, sono gli occhi confusi di Jennifer.
"Cos'è? Credeva davvero che io non mi fossi reso conto della cosa?
Bob Donovan, era nel mio mirino da tempo ormai.
Buona famiglia, aria da gentiluomo e zero capacità. Il tipico figlio di papà che vive a discapito dei propri genitori.
Mi è bastato concentrarmi su di lui e sui suoi atteggiamenti alla festa di Natale a casa Wild, per capire che fra lui e Jennifer c'era del tenero."
-" Va-va bene tesoro, ma ti chiamo domani, ok?"- sento la voce di quella che fra poco più di in un mese, diventerà mia moglie, tremare in preda all'incertezza.
-" Fa come ti pare."-
Mentre osservo lo skyline di Los Angeles, sono preso dalla solita sensazione di inquietudine, che mi accompagna ormai da anni.
"Bevo per annebbiare i miei pensieri e perché fondamentalmente se non lo facessi, non riuscirei neanche a prendere sonno, ma la verità è che mi sento angosciato, perso e questo non potrà cancellarlo neanche tutto il whiskey del mondo.
Tutte le mie giornate non fanno che susseguirsi tutte uguali, neanche le donne riescono più a divertirmi.
Da quando è tornata Grace, è come se tutto lo schifo fosse tornato a galla, ed io non riuscissi più ad avere il controllo di niente."
Dalla tasca interna della mia giacca, recupero la foto che la ritrae con quel dannato uomo.
"È da lunedì che non faccio che guardarla e riguardarla cercando un dettaglio, anche solo una speranza, che mi possa far pensare che in realtà non si tratta davvero di lei, ma niente."
Lui la stringe fra le braccia, mentre la sua bocca è posata su quella di lei.
-" Dannazione!"- sussurro esasperato, mentre comincio a fare su e giù per il mio ufficio.
" Non è possibile che sia lei, deve trattarsi sicuramente di un errore. La mia Grace non si lascerebbe mai baciare da un perfetto estraneo. Eppure lo ha fatto e questa foto ne è la prova."
-" Se solo fossi stato lì, gli avrei spaccato la faccia a quel fottuto idiota."-
Continuo ad osservare la foto fra le mie mani, ma un pensiero improvviso mi blocca.
" Mia? Ho davvero detto che Grace mi appartiene?"
Mi incupisco.
"La verità, quella che dovrebbe farmi riflettere, è che negli ultimi tempi, sento che quando sono con lei, Cris ha il sopravvento su Ian e questo non va bene.
Io ho perso qualsiasi diritto su di lei nel momento esatto in cui ho deciso di andare a letto con Jennifer. Il mio attuale nervosismo, è assolutamente immotivato."
Chiudo gli occhi, rivivendo all'improvviso, l'ultima volta in cui le labbra di Grace si sono posate sulle mie.

< Eravamo in aereoporto ed io ho cominciato a fare l'idiota, in preda ai sensi di colpa.
Non volevo toccarla, non mi sentivo più degno delle sue attenzioni e al contrario di tutte le mie aspettative, lei si impuntò, cocciuta come sempre e riuscì a catturare le mia labbra in uno dei baci più dolorosi che io abbia mai dato.>

"Meritava molto più di un viscido verme, come me."
Poggio le spalle contro il muro, lasciandomi lentamente scivolare su pavimento.
-" È tutta colpa mia."-
"Avevo tutto e ho distrutto ogni cosa."
Guardando ancora una volta questa stramaledetta foto fra le mie mani, sento una lacrima bagnarmi il volto, seguita poi da molte altre.
"Sapete cos'è che mi fa stare ancora più male? Il fatto di aver ferito proprio lei, la ragazza più pura e straordinaria che io abbia mai conosciuto.
Se si fosse trattato di qualcun'altra non me ne sarebbe importato, lo faccio di continuo infondo.
Ma lei...
Cristo, proprio lei no.
Era la cosa più preziosa per Theo. Era l'ultima persona cara che mi era rimasta."
-" Cris."-
Tutto d'un tratto la sua flebile voce, cattura la mia attenzione.
-" Grace?"- mi asciugo alla svelta le lacrime, nascondendo la foto nella giacca.
-" Che- che cosa ci fai tu qui a quest'ora?"-
Sbatte le palpebre, mente i suoi occhi castani incontrano i miei.
La fioca luce che proviene dalla lampada sulla mia scrivania, le illumina appena il viso preoccupato, mentre provo a rialzarmi ancora stordito dall'alcol.
"Porca miseria, ditemi che è un'allucinazione e che non mi ha appena visto piangere come un poppante."
-" Dovevo occuparmi di una faccenda di lavoro che si è prolungata più de necessario."- dice, continuando a tenere gli occhi puntati su di me.
-" Tu invece, mi spieghi che cosa ti sta succedendo e che cosa sono, questi pezzi di vetro sparsi sul pavimento?"-
"Accidenti Miller! Tu e la tua stramaledetta curiosità."
Si guarda intorno confusa, per poi tornare nuovamente a concentrarsi su di me.
" Suppongo che si aspetti una risposta."
-" Quello che vedi sul pavimento sarebbe dovuto essere il regalo da dare agli invitati al matrimonio, ma dato che era orrendo ho deciso di porre fine alla sua inutile vita."-
Provo a fare finta di niente ignorando l'espressione seria sul suo volto, ma per un terribile istante, ho la sensazione che lei riesca a leggermi dentro.
" Che abbia assistito al mio scontro con Jennifer? Beh in quel caso, sarebbe un gran bel problema ma potrei comunque sbagliarmi."
-" Ok, non condivido il metodo ma suppongo che trattandosi di te, è una cosa abbastanza normale. E cosa mi dici del fatto che poco fa, stavi piangendo? "-
"Fregato. Ed io che credevo di essere riuscito a scamparla."
Provo a fare finta di niente, ma la conosco e so che non mollerà la presa fino a quando non avrà scoperto la verità.
"Pensa a qualcosa Smith."
Resta ad osservarmi con i suoi occhi intensi e profondi e per un attimo, mi sembra quasi di odiarli.
" Mi fanno sentire terribilmente esposto e questo non mi piace."
-" Sono un uomo prossimo all'altare detective Miller e credo, di avere tutto il diritto di lasciarmi andare alla più completa disperazione, quando sono da solo nel mio ufficio.
Tu ci sei mai passata bambolina? Giuro che è uno stress micidiale."-
Le sorrido beffardo, mentre mi fulmina con lo sguardo.
-" Prova a chiamarmi un'altra volta bambolina e giuro che ti castro seduta stante, Smith."-
Sorrido divertito.
-" Sagace come sempre, Miller."-
Mi lascio cadere su una poltrona vicina, versandomi due dita del mio prezioso bourbon d'annata.
"La cara signorina Miller, è nel mio ufficio alle undici di sera e sembra addirittura essere preoccupata per me, bisogna festeggiare."
-" Perché non la smetti con quella roba?"- mi dice indicando il bicchiere fra le mie mani.
-" Perché mi fa stare bene."-
-" No, non è vero e tu lo sai."-
Bevo in un unico sorso l'intero contenuto del bicchiere, posando poi gli occhi sulle sue labbra carnose.
Oggi non porta il rossetto, ma un semplice burrocacao che le rende ancora più morbide e invitanti.
Ripenso alla dolcezza dei loro baci, solo che adesso non appartengono più a me e questo, non avete idea di quanto mi mandi fuori di testa.
Sento l'alcol fare sempre più effetto, confondendo i miei pensieri e annebbiandomi la vista.
-" Cris tutto bene?"- la voce di Grace fa eco nella mia testa, mentre l'immagine di quel dannato bacio fa improvvisamente aumentare i battiti del mio cuore.
-" S-sì Grace, va tutto bene."-
Provo a fare dei respiri profondi, ma poco a poco anche i miei polmoni cominciano ad abbandonarmi.
" Porca miseria, non di nuovo. Non davanti a lei."
-" Sicuro di stare bene?"-
Deglutisco a fatica, mentre sento la gola restringersi quasi fino a farmi mancare l'aria.
-" F-forse dovresti andare a casa Miller."- mi rendo conto che la mia voce è ridotta ad un filo, ma non posso fare altrimenti.
-" Io non vado proprio da nessuna parte ma...
Per la miseria Cris, se è uno scherzo ti ammazzo."-
Sorrido divertito mentre provo a metterla a fuoco.
-" S-sta tranquilla Grace, è s-solo un po' di stanchezza."-
Mi alzo a fatica, provando a fare finta che il petto non mi stia andando in fiamme.
-" Vedi? Sto benissimo."-
È un attimo.
Sento le gambe cedere e la vista oscurirsi di colpo.
-" Cris!"-
L'ultima cosa che ricordo, sono le mani di Grace che mi accarezzano esitanti il volto e la sua voce spezzata dal pianto, mentre chiama il mio nome.
Dopodiché, l'oblio.








Perché Sei Tu [Vol.2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora