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Cris POV
Part I

Indosso un completo blu, coordinato ad una costosa camicia bianca.
" Beh, direi che può andare bene."
Mi guardo un'ultima volta nell'enorme specchio della mia cabina armadio, per poi raggiungere l'ampio salone avvolto dalla fioca luce del tramonto.
-" Oh mio dio, credevo che tu te ne fossi andato."- esclamo guardando mio padre, versarsi un bicchiere del mio prezioso bourbon.
-" Cosa? Oh andiamo figliolo non farmi ridere, non crederai mica che io ti lasci andare a questa cena da solo!"-
" Beh l'idea era quella."
Avvicinandomi a lui, mi verso alla svelta un bicchiere di liquido ambrato seguito poi da un secondo, ed infine un terzo.
-" Ehi vacci piano con questa roba, non vorrai mica presentarti ubriaco?"-
Lo guardo nel suo elegante completo di alta moda e non posso non pensare a quanto la sua presenza qui, mi urti profondamente.
"Forza, prima saremo fuori di qui e prima si toglierà dai piedi."
Passiamo la mezz'ora successiva chiusi nell'abitacolo della sua auto e manca poco alle otto quando imbocchiamo il vialetto d'accesso della villa in stile coloniale degli Wild dove all'ingresso, una Jennifer su di giri, ci sta aspettando con indosso uno striminzito abito rosso fuoco.
"Fantastico, ci mancava babbo natale oggi."
-"Ian! Oh mio dio non posso credere che tu sia davvero qui."-
"Non dirlo a me"
Faccio un respiro profondo, per poi scendere dall'auto ed andargli incontro.
-" Ciao Jenny sei una favola, come sempre e questo vestito è davvero... Wow."-
-" Allora aspetta di vedere cosa c'è sotto."- mi sussurra, guardandomi con i suoi occhi da gatta in calore.
-" Mmh non vedo l'ora piccola, ma dimmi un po, dove sono i tuoi genitori?"-
-" Dentro, ci stanno aspettando."-
Faccio per entrare, ma la voce di mio padre, richiama subito la mia attenzione.
-" Oh Jennifer lasciati guardare, sei un incanto."-
-" La ringrazio di vero cuore signor Smith."-
" Santo cielo ma cosa sono tutte queste smancerie? Cos'è, quelle che si porta a letto non gli bastano? Ehi dateci un taglio voi due, prima che mi metta a vomitare qui davanti all'ingresso!"
-" Ian caro!"- la candida voce di Odette Wild, piomba su di me come un fulmine a ciel sereno.
-" O-Odette, buonasera."- mormoro imbarazzato.
-" Ma guardati, sei molto..."- resta a contemplarmi per qualche secondo per poi incrociare i miei occhi.
-" Diverso?"- sussurro osservando il suo viso segnato dal passare del tempo.
-" Un po, ma sono felice che tu sia qui."- la sua piccola e delicata mano, si posa sulla mia guancia con fare protettivo.
" Lo sono anch'io." penso fra me e me.
-" Vieni, John ti sta aspettando."-
Lasciando Jennifer, alle prese con mio padre, mi conduce in una grande stanza con un accogliente camino.
-" Tesoro, guarda chi è venuto a trovarci."- anche se inizialmente di spalle, appena il mio sguardo incrocia quello di mr Wild, sento la mia sicurezza vacillare.
-" Ian, cielo è davvero bello vederti, finalmente."-
Il suo sorriso è gioviale e caloroso, così come la stretta nella quale mi avvolge, non appena mi avvicino a lui.
-" Signor Wild, io..."-
-" O ti prego cosa sono queste formalità? Ti ho visto crescere e poi ora stai con la mia adorata figlia, no? Chiamami John."-
" Fantastico e tutto questo imbarazzo da dove spunta fuori Smith? Cosa sei un bambino di dodici anni?"
-" È bello potere essere qui John, non ci vedevamo da molto."-
-" Un anno e mezzo."- mormora abbassando lo sguardo.
-" Come?"-
-" È un anno e mezzo che non ti vedo ragazzo mio, sempre preso dal lavoro e dai ritmi frenetici di quel folle di tuo padre, dovresti prenderti una pausa ogni tanto lo sai?"-
" Perché? Perché mi sta guardando in questo modo?
E perché mi sembra di essere sotto esame? "
-" Le pause sono per i perdenti John e tu ed io ne sappiamo qualcosa."- la voce di mio padre irrompe nella stanza, mettendosi fra me e il signor Wild.
-" George, non sapevo che anche tu saresti stato nostro ospite questa sera."- guardo John Wild stringere la mano di mio padre, come se fossero due vecchi amici.
-" Spero che non ti dispiaccia, tua figlia Jennifer ha insistito e allora non ho potuto dirgli di no."-
-" Assolutamente, tu e tuo figlio siete i benvenuti, ora se volete seguirmi, credo proprio che la cena sia già in tavola."-
" Cavolo che classe! Mr Wild odia mio padre, eppure si è comportato da vero gentiluomo con lui."
Con a seguito Jennifer e Odette, percorriamo un breve corridoio, fino ad arrivare alla sontuosa sala da pranzo.
Un lampadario di cristallo pende sopra il tavolo di legno scuro apparecchiato con piatti pregiati e posate d'argento.
" Senza dubbio gli Wild sanno come far sentire a proprio agio i loro ospiti."
Ci accomodiamo. Mr Wild è a capotavola, io sono alla sua destra e Jennifer è al mio fianco.
Vedo il padrone di casa prendere una bottiglia di vino rosso e offrirmela, per poi passare a mio padre e alle due donne di casa.
-" George, ho letto sul giornale che sei stato a New York di recente."-
-" Oh sì, diciamo pure che avevo alcuni affari in sospeso."-
-"Città interessante non trovi?"- la voce delicata di Odette Wild, seduta di fianco a lui, richiama la sua attenzione.
-" Senza alcun dubbio, tu cosa ne pensi John?"-
" Ok qui c'è qualcosa che non mi convince, il modo in cui la sua lingua accarezza ogni singola parola, il tono di voce, non ho dubbi: mio padre sta nascondendo qualcosa."
-" Certo, anche se personalmente preferisco il clima di Los Angeles. Altro vino Ian?"-
-" Sì grazie."- lancio un'occhiata nella direzione di mio padre, trovandolo intento a fissarmi con un'espressione compiaciuta.
-" Desideri dirmi qualcosa?"- gli chiedo.
-" No, nulla davvero."-
Lo guardo poco convinto per poi lasciarmi andare ad un sospiro.
" Cosa diavolo avrà in mente adesso?"
Mentre valuto le possibili opzioni, sento la mano di Jennifer posarsi sul mio ginocchio.
-" Cosa c'è?"- gli chiedo con la voce ridotta ad un sussurro.
-" Niente, è solo che sei davvero sexy questa sera."-
Serro la mascella cercando di tenere sotto controllo l'irrefrenabile voglia di andarmi a sedere dall'altro lato del tavolo, giusto per mettere qualche metro di distanza fra di noi.
-" Ti ringrazio, ma tu lo sei molto di più, credimi."- ammicco con lo sguardo, accarezzandogli di sfuggita la guancia e subito la vedo cadere ai miei piedi.
" Un classico."
-" Sai a cosa sto pensando?"- mi chiede con voce melliflua.
-" No, illuminami."-
-" A te, fra un paio d'ore, nudo sul mio letto."-
Chiudo gli occhi per qualche secondo, per poi riaprirli e fissarli nei suoi.
-" Cosa avete voi due da bisbigliare?"- si intromette divertita la signora Wild.
Sento la risata argentina di Jennifer risuonare nella stanza, mentre per quanto mi riguarda cerco di fingere noncuranza.
-" Stavo raccontando a Ian della giornata che ho passato ieri al maneggio."- risponde Jennifer con tono conciliante, sperando di smorzare l'evidente imbarazzo che si legge sul suo volto.
Odette sorride.
-" Molto bene allora, vogliate scusarmi."-
Si assenta qualche minuto per poi tornare con due piatti e una signora di mezz'età con un'elegante divisa nera e un vassoio fra le mani.
-" Grazie Rosemary, metti pure il vassoio sulla console"- la donna annuisce per poi ritirarsi alla svelta.
-" Anche voi avete dei domestici, dunque"- esclama mio padre.
-" Sì, anche se Rosemary più che una domestica, è ormai un membro della famiglia. "-

Con estrema eleganza, vedo Odette servire i suoi ospiti fino ad arrivare a me.
"

Mmh il profumo è davvero invitante."
Petti d'anatra al ribes, cosparsi con aceto balsamico, ne assaggio un po e subito mi sembra di essere in paradiso.
" Da quand'è che non mangiavo della carne? Un mese? Forse due."
-" Spero che la cena sia di tuo gradimento Ian."- la voce di Odette è dolce e avvolgente.
-" È tutto davvero squisito, grazie."-
Per la prima volta, dopo davvero tanto tempo, mi lascio trasportare dal puro e genuino piacere di mangiare, ma mi basta un'occhiata distratta nell'enorme specchio che adorna una delle pareti della stanza, per piombare nel passato.

É mattina e notando il velo di tristezza sul suo volto, ho deciso di portarla nella caffetteria che un giorno scoprii per caso con Theo.
É bella, ma d'altronde lo è sempre e adesso mentre mi guarda, penso che solo un idiota non cadrebbe ai suoi piedi.
-" Cris, non credi di aver esagerato con l'ordinazione ?"-
La osservo con la bocca piena di pancake e lei sorride.
-" Ti sembra carino, ridere in faccia ad un povero affamato?"- esclamo fingendomi contrariato.
-" Scusa, ma ti prego smettila di mangiare così"- mentre lo dice ha le lacrime agli occhi.
' Mio Dio, ma quanto è bello quel sorriso?'

Faccio un respiro profondo cercando di ritrovare la mia lucidità.
" Dannati flashback."
-" Tutto bene Ian?"- la calda voce di Odette sembra preoccupata.
-" Sì, è solo che..."-
" Menti."
-" Questo petto d'anatra è così buono che mi ha lasciato davvero stupito."-
" Molto bene Smith."
Vedo il suo volto rasserenarsi per poi sorridere compiaciuta.
-" Sono felice che ti piaccia."-
Guardo i coniugi Wild e penso che forse non è stata una cattiva idea partecipare a questa cena, a mio padre però basta un solo attimo per catturare la mia attenzione:
-" Sapete, c'era una ragazza a New York: mora, occhi scuri e pelle chiara"-
Tutti lo ascoltano incuriositi.
-" Se ne stava lì immobile a fissarmi: deve avermi preso per qualcun altro."-
Mi sento strano, come se tutto fosse amplificato: il battito del mio cuore, il mio respiro, la mia percezione della realtà, tutto attorno a me, assume una diversa forma.
-" Strano e tu poi cosa hai fatto?"- chiede una Jennifer su di giri per via del vino.
-" Quello che avrebbero fatto tutti se fossero stati al mio posto"- gli occhi glaciali di mio padre si posano su di me, che a fatica cerco di controllare il respiro.
-" Gli ho voltato le spalle e sono andato via."-
Resto ad osservarlo per un paio di minuti, mentre sulle sue labbra, un sorriso soddisfatto si prende gioco di me.
" George Smith" penso
"Cosa diavolo stai tramando adesso?"

Perché Sei Tu [Vol.2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora