Due ore e mezzo di ritardo e del nostro volo, ancora nessuna traccia. Lucas ed io ci lanciamo un'occhiata disperata. Siamo esausti e decisamente di malumore. Nel salone prima dei controlli di sicurezza vedo gente che si abbraccia, scambiandosi gli ultimi saluti prima di partire. C'è chi a Los Angeles lascia un pezzo di cuore e chi dopo un lungo viaggio, lo ritrova.
Abbasso lo sguardo.
"Beati loro. Io non ce l'ho più un cuore."
Lucas mi siede accanto e notando il mio sguardo assente, mi prende le mani stringendole nelle sue. -"Non è ancora troppo tardi per cambiare idea."- mi sussurra nell'orecchio.
"Roxy deve avergli raccontato sicuramente qualcosa."
Ricambio la sua stretta rassicurante, grata per il sostegno.
-"Tornare a New York mi farà bene."- dico, con voce inanimata.
Lo sguardo di Lucas si fa più preoccupato.
-"Ne sei davvero sicura?"-
Annuisco.
-"Credimi Luke, è la scelta migliore."-
Seduta su questa sedia, ripenso a tutto quello che mi ha portata fino a questo punto e per la prima volta, ammetto di non avere rimpianti. È come se tutto ad un tratto, ogni dubbio o rancore si fosse dissolto nel nulla. Come se tutto attorno a me, avesse perso intensità e colore. I ricordi sono sfocati. Tutto dentro di me giace inerme e sospeso. Come se la mia ultima conversazione con Cris avesse ibernato le mie emozioni, cancellando tutto quello che provavo per lui. O almeno credo. Non so come possa essere possibile. Forse è solo un mio disperato tentativo di riprendere in mano la mia vita, e andare avanti. O forse, molto più probabilmente, sono arrivata a questo punto perché Cris Ian Smith mi ha fatto a pezzi e il mio cuore, è stanco di soffrire.
Guardo l'orologio al mio polso.
"A quest'ora sarà già sposato. Buon per lui."
Sento il corpo indolenzito e le palpebre pesanti.
"Sono così stanca ..."
Mi passo una mano fra i capelli, fissando distrattamente la gente che mi circonda.
"Sono giorni ormai che vivo inserendo il pilota automatico. Non dormo più. Non che ci sia qualcosa in particolare che mi preoccupi, ve l'ho detto: ormai non sento più niente, ma semplicemente non ci riesco. Passo intere notti a fissare il soffitto della mia stanza e non so neanche il perché. Roxy e Simon credono che mi ci vorrebbe una bella bevuta. Mia madre e Nicol, sono convinte che un bel viaggio in una capitale europea potrebbe distrarmi. Fosse per me, farei entrambe le cose."
Incrocio lo sguardo del mio migliore amico, inspirando a fondo.
-"Secondo te quanto ancora intendono farci aspettare?"- chiedo, indicando gli addetti al check-in, alle prese con decide di passeggeri decisamente contrariati.
Lucas sospira, palesemente irritato.
-"Non saprei. Questo posto oggi sembra essere nel caos più totale."-
Abbasso le spalle, scoraggiata.
-"Non sai cosa darei per essere già a New York."- le parole mi escono di bocca prima che io possa rendermene conto.
Lucas mi guarda a lungo, non riuscendo a nascondere la sua apprensione.
-"Ti capisco."- la sua stretta attorno alle mie mani si fa più salda. Mi bacia la fronte, con fare protettivo. -"Spero però che questa partenza improvvisa, non sia un ennesimo tentativo di lasciarti tutto alle spalle, Gracy."-
"Ed eccole lì, le parole che ho temuto di sentire dal momento esatto in cui ho comunicato a tutti la mia intenzione di lasciare la città. Sapevo che prima o poi qualcuno le avrebbe pronunciate. Era solo questione di tempo."
Scuoto il capo, leggermente irritata.
-"Santo cielo Luke, rilassati. Ho solo bisogno di staccare la spina per qualche giorno, tutto qui."- dico frettolosamente, distogliendo lo sguardo dai suoi profondi occhi indagatori.
Il mio tono è aspro e deciso. Lucas mi guarda perplesso e per un momento, ho quasi l'impressione che voglia aggiungere qualcosa, ma non lo fa e io gliene sono grata.
-"Forse è meglio che io esca a prendere un po' d'aria."- aggiunge poi, tirandosi su. -"Siamo entrambi stanchi ed esausti e francamente, non credo che litigare con me possa aiutarti in qualche modo a stare meglio."- le sue parole mi piombano addosso, facendomi sentire in colpa.
Abbasso lo sguardo.
-"Mi dispiace Luke, non volevo prendermela con te."- mormoro desolata.
-"Lo so. Così come so che il responsabile di tutta questa rabbia che ormai ti porti dentro, non verrà mai punito per tutto il male che ti ha fatto."- gli occhi del mio migliore amico brillano di un'emozione nuova. Un misto di collera e risentimento.
-"Lucas ..."- sussurro, sorpresa.
-"No Grace, non ci provare! Lo sanno tutti tanto che è così."- il suo tono è duro e risoluto. -"Quel vigliacco, ti ha distrutta."- continua. -"E mi dispiace di non essere bravo quanto te a porgere l'altra guancia e a fingere che vada tutto bene, ma io lo odio e ti assicuro che se un giorno avrò la possibilità di fargli provare tutto il dolore che lui ha fatto provare a te, lo farò. Non per vendetta. Non per rancore. Ma perché soffrire, è l'unica cosa che si merita!"-
Lo guardo a bocca aperta, ammutolita dal suo sfogo improvviso.
"Porca miseria, credo di non aver mai visto Lucas così fuori di sé."
Ha lo sguardo furente e le labbra piegate in una linea severa. Si passa una mano fra i capelli, ravvivando i suoi ricci indisciplinati. -"Sono stato troppo diretto?"- la sua voce ad un tratto, si fa più pacata.
Scuoto il capo, incapace di proferire parola.
-"Molto bene. Allora facciamo che io adesso esco un attimo a prendere una boccata d'aria, mentre tu cominci a passare i controlli di sicurezza, ok?"-
-"Ok."-
-"L'ultima volta che ho controllato il nostro aereo era vicino, quindi non dovrebbe mancare molto al suo arrivo. Io appena mi calmo, ti raggiungo."-
Sbatto le palpebre, schiarendomi la voce.
-"Va bene. Però ..."- mi avvicino a lui, posandogli una mano sulla sua guancia. -"Non metterci troppo, d'accordo?"-
Lucas annuisce. Fa per andarsene, ma le mie parole improvvise gli fanno fare marcia indietro.
-"Ti voglio bene, Luke."-
Gli occhi del mio migliore amico, si velano di emozione.
-"Te ne voglio anch'io, raggio di sole."-
Lo stringo in un lungo abbraccio.
-"Giuro che non saprei proprio come fare senza di te."- ammetto, con la voce piena di commozione.
-"Siamo in due Gracy. Siamo in due."- le sue parole sono miele sulle mie ferite. Placano il mio tormento, rasserenando il mio animo angosciato.
Mi bacia la fronte, aiutandomi a recuperare tutte le nostre borse.
-"Cinque minuti e sarò di nuovo da te."- mi dice, prima di dirigersi verso l'uscita.
Sorrido.
-"Saprai dove trovarmi."-
Poi si volta e sparisce fra la folla.
Dieci minuti dopo sono ancora in fila, aspettando che Lucas faccia ritorno.
"Ma dove si sarà cacciato?"
Mi guardo in giro ma di lui, nessuna traccia.
Un agente della sicurezza nel frattempo, mi chiede di fare un passo in avanti per i controlli. Scuoto il capo, invitando una donna alle mie spalle, a prendere il mio posto.
"Mi aveva detto che non sarebbe stato via a lungo e adesso, sembra essere sparito nel nulla."
La folla attorno a me cresce sempre di più, così come la paura che gli possa essere successo qualcosa di spiacevole. Mi mordo il labbro inferiore in preda all'ansia, ma poi riesco a scorgerlo in lontananza attraverso un gruppo compatto di stranieri.
Ha i capelli scarmigliati, la t-shirt stropicciata e il volto tumefatto.
"Oh mio dio."
Cammina a passo spedito, ed è furioso. Decisamente, deve aver preso a pugni qualcuno.
-"Lucas!"- Gli vado incontro, con il cuore che batte all'impazzata. -"Santo cielo, ma che cosa ti è successo?"- ho le mani che tremano e la voce allarmata.
I suoi occhi, sempre sereni e pieni di vita, sono oscuri e furenti.
-"Andiamo via."- ha la voce roca e impastata. Mi afferra con forza un braccio, trascinandomi verso la fila per i controlli di sicurezza.
-"Non hai risposto alla mia domanda."- gli dico, provando a liberarmi dalla sua stretta dolorosa.
-"Non ha importanza adesso."- si guarda intorno animatamente, per poi saltare la coda ed arrivare subito davanti agli agenti.
-"Lucas!"- esclamo, quasi senza fiato.
-"Mi dispiace, ma adesso abbiamo entrambi bisogno di passare questi dannati controlli, ok? Non farmi domande, non ho tempo per le risposte adesso. Fa' come ti dico e basta."-
-"Ma Lucas ..."-
-"Ti fidi di me?"- mi prende per le spalle, fissando i suoi profondi occhi azzurri, nei miei. C'è qualcosa di strano nella sua voce, come se sentisse l'urgenza di una mia rassicurazione.
-"Mi fido."- sussurro, sempre più confusa.
-"Molto bene, allora guarda in avanti e qualsiasi cosa accada, non voltarti."-
-"Cosa?"- aggrotto la fronte sentendomi sempre più inquieta. -"Santo cielo, ma sei impazzito?"-
-"Per la miseria Gracy, ascoltami!"- la voce di Lucas è carica di apprensione e urgenza.
-"Ascoltarti?"- vedo il suo volto impallidire. -"Ti rendi conto che ..."-
-"Grace!"- Le parole mi muoiono in gola.
Tutti i miei sensi si mettono in allerta.
"No. Non è possibile. Io questa voce la conosco."
Mi volto lentamente e lo vedo.
Cris.
Si fa largo tra la folla di viaggiatori, scansando bagagli, personale e sicurezza. È senza fiato e completamente sconvolto. Indossa un abito e una cravatta elegante. Ma la sua espressione non sembra essere rassicurante quanto l'abbigliamento, anzi riflette esattamente l'opposto, un tumulto di emozioni, che lo fanno apparire angosciato e disperato. Ha il volto stanco e le mani gonfie e cosparse da piccole ferite. I suoi occhi grigi vagano freneticamente tra i presenti.
-"Grace!"- la sua voce, cattura l'attenzione di molti spettatori. -"Grace dove sei?"- Faccio un passo indietro, stringendo con forza il manico della mia borsa.
"Ma cosa diavolo ci fa lui, qui?" lancio un'occhiata nervosa verso il mio migliore amico, sentendo un'ondata di panico montarmi dentro.
Poi lo sguardo di Cris incontra il mio.
-"Oh no."- abbasso gli occhi, pensando alla svelta ad una rapida via di fuga, ma prima che io possa rendermene conto, lui è già davanti a me.
"Porca miseria."
La borsa mi cade di mano.
-"Finalmente."- la sua voce dapprima tormentata e roca, sembra farsi sollevata. -"Credevo che non ti avrei mai più rivista."-
Spalanco gli occhi, mentre una paura sconosciuta si impossessa di ogni fibra del mio corpo.
Cris mi guarda con attenzione. I suoi occhi ardono nei miei.
Lucas mi prende la mano, interponendosi fra noi. -"Và via Smith."-
Fisso impietrita il giovane uomo davanti a me, in attesa di una sua reazione che stranamente non arriva. "Come è possibile?"
C'è qualcosa di strano ed enigmatico nel suo modo di fare. Come se le parole di Lucas non lo toccassero affatto. Se ne sta immobile a pochi passi da me. Le braccia rilasciate lungo i fianchi. Lo sguardo determinato. Non importa cosa gli accade attorno. Lui osserva solo me.
Abbasso gli occhi, imbarazzata. "Ma che diavolo gli prende?"
Poi finalmente si decide a parlare.
-"Spostati, Johnson."-
Lucas sorride sarcastico.
-"Oh io non credo proprio."-
-"Ti ho già detto che questa, non è una questione che ti riguarda."- il suo tono è basso, ma deciso.
Lucas lo prende per la giacca, allontanandolo in malo modo.
-"Ancora con questa storia? Lei non vuole più avere nulla a che fare con te."-
Esamino alla svelta la gente che ci circonda, allarmata dallo spettacolo che si sta' svolgendo in questo momento davanti ai miei occhi. Fortunatamente, a parte alcuni passanti, sono in pochi quelli che si sono resi conto di ciò che sta' succedendo.
-"Togliti di torno."- la voce di Cris, si fa più autoritaria.
-"No. Se vorrai parlare con lei, dovrai passare prima sul mio cadavere."-
Vedo i due farsi sempre più vicini.
-"Allora proprio non ti è bastata la lezione che ti ho dato prima, eh?"-
La presa di Lucas attorno alla mia mano, si fa più salda.
-"Te lo ripeto per l'ultima volta, brutto idiota: Sta. Lontano. Da. Lei."-
Cris scuote il capo, risoluto.
-"Non se ne parla."-
-"Tu stai giocando con il fuoco, Smith."-
-"Ho bisogno solo di parlarle per qualche minuto."-
Sbatto le palpebre una volta, due, fino a capire finalmente come stanno davvero le cose.
"La lunga assenza di Lucas, i lividi sul suo volto, il suo pessimo umore e la sua insistenza nel farmi passare il prima possibile i controlli di sicurezza. Ora tutto ha un senso. Lui lo sapeva. Sapeva che Cris mi stava cercando e voleva tenermi al sicuro."
Vedo il mio migliore amico spingere con forza il suo avversario e Cris guardarlo in modo impassibile, quasi non volesse reagire. Poi, rivolgendo la sua attenzione a me, posa una mano sul cuore, in una supplica silenziosa.
-"Solo pochi minuti, Grace. Ti chiedo solo pochi minuti e poi se vorrai, sparirò per sempre dalla tua vita."-
Qualcosa nelle sue parole, mi turba nel profondo.
Aggrotto la fronte, restando ad osservarlo per un lasso di tempo che mi sembra un'eternità.
-"Ma io non ho più niente da dirti, Cris."- sussurro poi, con voce inanimata.
-"Tu no, ma io sì."- i suoi occhi grigi brillano nei miei, di una sicurezza che non avevo mai visto prima. -"E ora ho bisogno che tu mi ascolti."- continua. -"Non perché credo di avere chissà quali diritti su di te, ma perché tu meriti una spiegazione e quello che c'è stato fra noi, la verità."-
Il mio cuore ricomincia a battere come un forsennato. Mi si secca la bocca e sono terribilmente nervosa. Ha un aspetto fiero e solenne mentre pronuncia queste parole, come se da questo, dipendesse la sua intera vita. Alzo lo sguardo sul mio migliore amico e sembra che Cris non sia l'unico ad aspettare una mia risposta.
-"E va bene."- anche se riluttante, decido di accattare. -"Ma sappi che questi, sono gli ultimi minuti della mia vita che ti dedico. Dopodiché non mi cercherai mai più."-
-"Cosa?"- la voce di Lucas si intromette fra noi. -"Grace, sei impazzita?"-
Mi stringo nelle spalle,incrociando le braccia al petto.
-"Si tratterà solo di pochi minuti, Luke. Poi il signor Smith girerà i tacchi e se ne andrà per la sua strada."- il mio sguardo incrocia nuovamente quello di Cris. -"Non è così?"- mormoro sprezzante.
La mia domanda non sembra sorprenderlo affatto.
-"Assolutamente. Dopo, se vorrai, prometto di togliermi dai piedi."-
Il mio migliore amico scuote il capo, contrariato.
-"Stai commettendo un errore."- ma ormai ho già preso la mia decisione.
Cris fa un passo verso di me, chiaramente nervoso. Ora ha le spalle basse e sembra essere in imbarazzo.
-"Vuoi spostarti in un luogo meno affollato?"- sussurro, cercando disperatamente di mantenere la mia mente lucida.
-"No, qui va bene. Quello che devo dirti sono cose che avresti dovuto sapere già molto tempo fa. E poiché qui c'è il tuo amico Lucas, che mio malgrado sembra essere diventato ormai una presenza fissa nella tua vita, vorrei che restasse anche lui."-
Tutto il mio corpo si immobilizza. Lucas, accanto a me, fa lo stesso, palesemente sorpreso. In mezzo a questo caos, intorno a noi cala il silenzio.
Sento i battiti del mio cuore aumentare sempre di più. Trattengo il fiato, in attesa che inizi a parlare. Mi sudano le mani e persino gli occhi di Cris, sempre sicuri e misteriosi, sembrano essere pieni di incertezza. Osservano con attenzione il volto contrariato del mio migliore amico, poi si fermano su di me e tutto il resto sembra scomparire.
-"Sai Grace, io comprendo perfettamente la tua rabbia."- esordisce. -"Tu ormai mi odi, e credo di averti dato almeno un milione di motivi per farlo. Ma c'è una storia, che ti vede come protagonista e di cui tu non sei mai venuta a conoscenza. Una storia che riguarda anche me e che adesso desidero raccontarti."-
Lo guardo a lungo. Paura e determinazione brillano nel grigio profondo dei suoi occhi. -"Tutto è iniziato tre anni fa, quando hai scoperto il mio tradimento e mi hai lasciato. Tu eri distrutta e ferita. Dopo avermi visto con Jennifer mi hai voltato le spalle e sei sparita da Los Angeles, ma ti assicuro che quel maledetto 23 settembre, il tuo non è stato l'unico cuore a spezzarsi. Quel giorno è stato doloroso per te, quanto per me."- mormora, schiarendosi la voce. -"So bene che è difficile da credere, ma io ci tenevo davvero a te. Tu eri speciale ed è per questo, che vederti andare via senza poter fare nulla per fermarti, mi ha fatto perdere il controllo. Probabilmente ti sarai già fatta un'idea di quello che è successo dopo. Ma credimi, le tue supposizioni e quello che ti hanno raccontato su di me, non sono nulla in confronto a come sono andate realmente le cose."- fa una breve pausa, fissando il suo sguardo nel vuoto. -"Vedi Grace, quando te ne sei andata, io credevo di potere andare avanti senza di te, perché ero convinto che allontanandoti dalla mia vita, tu saresti stata felice. Ero sicuro che nonostante il dolore, alla fine sarei riuscito a gestire le cose e ricominciare. Ma mi sbagliavo. Così, dopo qualche giorno, ho cominciato ad essere sempre più depresso e arrabbiato. Tanto arrabbiato. Mi sentivo in colpa per averti tradito e deluso. Ero furioso con me stesso, per essere stato incapace di renderti felice, per non essere riuscito a restarti accanto, come volevo."- fa una breve pausa, inspirando a fondo. -"Perché in realtà era solo questo, quello che desideravo: restarti accanto. Non mi importavano i soldi della mia famiglia o le donne che mi giravano intorno. A me bastavi solo tu, per essere felice."-
Chiudo gli occhi, in un tumulto di emozioni. Lucas mi stringe la mano. Le parole di Cris bruciano sulle mie ferite e fanno male.
-"Tu eri la persona più importante della mia vita. L'unica che mi fosse rimasta, dopo la morte improvvisa di Theo."- continua -" Così un giorno, dopo due settimane dal tuo addio, ho affrontato la realtà e ho deciso. Tu eri convinta che io avessi giocato con i tuoi sentimenti e ti avessi preso in giro per tutto il tempo, quindi per me era chiaro che dovevo pagare per le mie azioni. Mi sentivo perso e tormentato. Tu non c'eri. Te n'eri andata facendo perdere le tue tracce. Così sono impazzito e ho cominciato a fare cose stupide. Volevo morire ed essere punito. Andavo nei posti peggiori a bere e a cercar guai. Ogni scusa era buona per farmi prendere a pugni."- fa una breve pausa. -"Giorno dopo giorno, ho lasciato che la rabbia mi trasformasse in un uomo diverso. Un uomo insensibile e frustrato. Detestavo ogni cosa di me. Così, dato che non potevo migliorare le cose, le ho peggiorate. Oltre che a bere, ho cominciato ad andare a letto con ogni donna mi passasse per la testa. Non mi importava se fossero sposate o meno. Per quanto mi riguardava, potevano anche avere figli o più anni di me. La mia unica preoccupazione era tenere la mente occupata e devo ammettere, che per un po', le cose hanno anche funzionato."-
Un profondo senso di nausea mi spinge a fare un passo indietro, disgustata dalle sue parole.
-"Mi sono trasformato in un mostro."- dice poi, abbassando lo sguardo per la vergogna. -"Ma arrivato a quel punto, non mi importava più. Niente ricordi, niente dolore: era solo questo, il mio obiettivo. Ho cancellato ogni traccia del tuo passaggio nella mia vita, perché ero incapace di gestire il peso della tua assenza. Ma con il tempo mi sono reso conto che tutto questo, era solo un debole palliativo, Grace. Perché nonostante bevessi e passassi le mie notti accanto ad altre donne, il mio cuore e la mia anima erano con te. Solo con te. Anche se facevo fatica ad ammetterlo, tu mi eri rimasta dentro in un modo che mi atterriva e questo, non ha fatto altro che peggiorare le cose."-
Scuoto il capo, alzando lo sguardo verso di lui.
-"Cris io ..."- mi passo una mano fra i capelli, provando a riordinare le idee.
-"Lo so."- mormora poi, sfuggendo al mio sguardo. -"So bene che tutto questo è davvero difficile da accettare."-
-"Infatti."-
Tra di noi cala il silenzio. Chiudo gli occhi dinanzi al suo volto tormentato, sentendomi assalire da una profonda e dilaniante tristezza. Poi li riapro, incrociando nuovamente i suoi.
-"Sia chiaro, Grace: io non sono affatto fiero di quello che ho fatto."- aggiunge poi, con voce tremante. -"Ho tradito, deluso e ferito molte persone. Mi sono comportato in modo cinico e scorretto e per questo, non ho giustificazioni. Ma voglio che tu sappia che se sono andato a letto con Jennifer Wild mentre stavamo insieme, è stato solo perché credevo di non avere scelta."-
Le sue parole sono come un pugno nello stomaco. Mi colpiscono con una tale violenza, da lasciarmi quasi senza fiato.
-"Cosa?"-
Sbatto le palpebre, incredula.
-"Io volevo proteggerti e credevo che quello, fosse l'unico modo per farlo."-
Un sorriso sarcastico compare sul mio volto.
"Questo è davvero ridicolo."
-"Proteggermi?"- sussurro, basita. -"E da cosa, precisamente? Da uno schifoso bugiardo, come te?"-
I suoi occhi color ardesia, sono pieni di rammarico e dolore. -"No. Non da me, Grace. Ma da qualcuno, a me molto vicino, che conoscendo bene il mio punto debole, si è assicurato che io ti stessi lontano per tutto questo tempo."- sussurra con voce aspra.
Sbatto le palpebre una volta.
-"Tutto quello che dici non ha senso."-
Lui deglutisce. Gli occhi pieni di rabbia e frustrazione brillano di una luce spietata.
-"Invece sì, se ti chiami George Smith e decidi di rovinare la vita a tuo figlio, per poterlo usare a tuo piacimento e raggiungere i tuoi obiettivi."- lo dice d'un fiato, come se avesse questa frase in testa da mesi e sentisse la voglia disperata di liberarsene.
"Porca miseria. Questa non era decisamente la risposta che mi aspettavo."
Resto a bocca aperta.
Il suo sguardo intenso si incupisce all'improvviso.
-"Quel giorno. Il giorno in cui sono andato a letto con Jennifer per la prima volta, mentre ero a New York, tu sei scampata per un pelo ad un brutto incidente. Un grosso suv nero ti ha quasi investita fuori dalla libreria in cui lavoravi, non è vero?"-
La sua domanda mi gela in sangue nelle vene.
-"Come fai a saperlo? È una cosa che io e Roxy non abbiamo mai raccontato a nessuno."-
Le mie parole, sembrano far riaffiorare in lui, brutti ricordi. Resto immobile a fissare i suoi occhi grigi, seri, bellissimi e aspetto. Aspetto in silenzio, con le gambe che tremano e il cuore che batte come non mai.
-"Rispondimi Cris."- lo prego, stringendo con forza la mano di Lucas, in cerca di sostegno.
Sbatte le palpebre una, due volte. Poi finalmente si decide a parlare.
-"Lo so perché dietro a quella storia, c'era mio padre."-
Faccio un passo indietro, sentendo la terra mancarmi da sotto ai piedi.-"Ma che cosa stai dicendo?"- mormoro, sotto shock.
-"La verità, Grace. Nient'altro che la verità. È stato infatti proprio grazie a quell'espediente, che è riuscito a piegarmi al suo volere. Lui era furbo e spietato. Voleva che sposassi la figlia di John e Odette Wild, per potersi appropriare del loro patrimonio. Sapeva bene quali erano le cose a cui tenevo davvero. E dato che nel mio caso, tu eri l'unica persona per la quale mi sarei sacrificato, mi ha minacciato di farti del male, se solo non avessi partecipato al suo assurdo piano. La mia vita, in cambio della tua. Erano questi gli accordi."-
Sgrano gli occhi, scossa dalla sua rivelazione.
"Il padre di Cris voleva uccidermi. Era disposto a sacrificare suo figlio per denaro e per tenerlo buono lo ha minacciato di farmi fuori. Ma come è possibile? Come è potuto arrivare a tanto? Santo cielo, quale persona sana di mente arriverebbe ad escogitare un piano tanto subdolo? Di casi simili ne ho sentito parlare spesso in TV e tra le pagine di cronaca, ma mai. Mai avrei immaginato che un giorno, avrebbero coinvolto anche me. Tutto questo non è umano."
-"Ti stupiresti nel sapere quante persone sono disposte a fare del male a chiunque si trovi sulla loro strada, pur di ottenere ciò che vogliono. E non è finita qui ..."- mormora con la sua inquietante abilità di leggermi nel pensiero. -"Mio padre era anche un sadico. Oltre che ad usarmi per i suoi scopi, si divertiva a giocare con la mia mente e le mie debolezze. Ed è soprattutto per questo che ti ha fatta tornare a Los Angeles."- continua. -"E dato che a quel punto, tormentarmi e distruggermi la vita non gli bastava più, ha lasciato che tu ti avvicinassi all'uomo che a tempo debito ti avrebbe uccisa. Quello dal quale per tutto questo tempo, ti ho sempre pregato di tenerti alla larga."-
Il mio mondo vacilla.
"Oh mio dio."
Il fiato mi si mozza in gola.
-"Jakov."- il suo nome mi esce di bocca, quasi come un lamento.
Cris annuisce.
-"Proprio lui. Il giorno in cui mi hai parlato di quell'uomo per la prima volta, sapevo che c'era qualcosa di strano sotto. Così dopo aver fatto qualche ricerca, ho scoperto che era un sicario. Un killer professionista, il cui unico scopo era farti del male."-
Alzo lo sguardo sul mio migliore amico, mentre un brivido di paura mi percorre la schiena. Il volto cereo di Lucas, tradisce il suo sconcerto. Penso di non averlo mai visto così, se ne sta immobile, mentre il mormorio dei passanti, riempie il vuoto lasciato dalle parole del giovane uomo davanti a me.
Alzo gli occhi su di lui, sentendomi tremare.
"Che stupida sono stata. Avrei dovuto rendermene conto. Avrei dovuto capire subito che in Jakov Smirnov si nascondeva qualcosa di losco e pericoloso. Ma non l'ho fatto e se penso che quell'uomo mi ha anche baciata ..."
Sento il gelo penetrare nelle mie ossa, seguito dal senso di nausea. Poso una mano sulle mie labbra, provando a trattenere le lacrime.
"Stupida, ingenua e sconsiderata, Grace! Sempre pronta a fidarti degli altri e a fare casini. E se ti avesse uccisa per davvero? Cosa avresti fatto a quel punto, eh?"
Cris mi trafigge con il suo sguardo profondo, quasi riuscisse a sentire i miei pensieri. Il silenzio si fa assordante. L'atmosfera fra di noi cambia.
-"Stai bene?"- mi chiede poi, notando il mio evidente pallore.
-"Sì. Credo."-
-"Non volevo dirtelo in questo modo, Grace."- le sue labbra, piene e ben disegnate, si incurvano in una linea dispiaciuta.
-"Non fa niente. Ma avresti dovuto raccontarmi tutto, fin dall'inizio, Cris."-
-"Hai ragione ma non potevo."- chiude gli occhi un attimo, poi li riapre. -"Se lo avessi fatto, ti avrei solo messa ulteriormente in pericolo. Tu eri forte, lo sei sempre stata, sapevo che prima o poi saresti riuscita a dimenticare e ad andare avanti."-
-"Sì, è così. Ed è quello che ho fatto."- aggiungo poi, incrociando lo sguardo del mio migliore amico. -"Non hai idea di quanto mi è costato, ma alla fine è così che sono andate le cose. Ma adesso credo che la mia capacità nel superare la nostra rottura, non sia la cosa più importante in tutta questa faccenda."-mi passo una mano fra i capelli, provando a recuperare le idee. -"Che ne dici invece, di parlare di Jakov? Porca miseria Cris, un sicario! Tu sapevi che l'uomo con cui stavo uscendo era un sicario e non mi hai mai detto nulla."-
Mi guarda attentamente -"Tu non mi avresti mai creduto."-
-"Balle! Ti sarebbe bastato dirmi la verità, per convincermi ad allontanarmi da quell'uomo."-
Abbassa lo sguardo, scuotendo il capo in disaccordo. -"Lui lo avrebbe notato. Avrebbe notato il tuo cambiamento e poi, avevo paura di perderti."- i suoi occhi vagano altrove, pieni di orrore e sconcerto. -"Nonostante nelle ultime settimane avessi provato a risolvere le cose, l'idea che qualcuno ti avrebbe potuto fare del male e sarebbe stata colpa mia, mi mandava fuori di testa."-
Inspiro a fondo, sentendomi sempre più frustrata. -"Ok, e allora perché adesso? Perché, dopo tutto questo tempo, decidi di dirmi la verità solo ora?"- mi guardo intorno, leggermente a disagio. -"Questo è un aeroporto pieno di persone, Cris. Non hai paura che Jakov o tuo padre possano spuntare fuori da un momento all'altro? Non hai paura che, arrivati a questo punto, possano ucciderci entrambi?"-
Dopo aver udito le mie parole, lo sguardo intenso dell'uomo davanti a me, si fa sollevato.
-"No."- la sua voce è ferma e decisa. -"Vedi Grace, dubito fortemente che dalla prigione federale della contea, mio padre possa farci ancora del male e per quanto riguarda Jakov, credo che in questo momento, avendo l'FBI alle calcagna, abbia cose più importanti a cui pensare. Quindi rilassati, perché posso garantirti che sei al sicuro adesso. Mi ci sono voluti anni, ma finalmente sei al sicuro."-
Sbatto le palpebre, cercando di capire le implicazioni di quello che ha appena detto. Questo spiega perché alla fine ha deciso di dirmi la verità proprio adesso e non ha più sposato Jennifer Wild.
Il mio primo pensiero è che alla fine, le mie intuizioni erano giuste. Dietro i comportamenti e le scelte di Cris si nascondeva qualcosa. O meglio qualcuno.
Ricordo l'ultima conversazione che ho avuto con lui riguardo al suo matrimonio e a ciò che lo stava spingendo a fare un passo così importante.
-"Mi avevi detto che tuo padre non c'entrava nulla con il fatto che negli ultimi anni, fossi cambiato."- sussurro, cercando di capire, di fare finalmente chiarezza nella mia mente.
-"Sì, è vero. Ma credimi Grace, per me non è stato affatto facile dirti tutte quelle bugie."-
Abbassa gli occhi per un istante, sulle sue mani. Penso che sia mortificato. Mortificato per avermi mentito? O per l'uomo che è diventato?
-"Quando mi hai fatto quella domanda, credevo di non avere scampo."- mormora. -"Tu volevi aiutarmi, ma io avevo perso ormai ogni speranza. Sapevo che ben presto le cose nella mia vita sarebbero peggiorate e non volevo trascinarti, ancora una volta, nei miei casini."-
Sbatto le palpebre, incoraggiandolo a continuare.
-"Ora capisci perché quella sera, ti ho chiesto di lasciare Los Angeles?"- sussurra, con gli occhi bassi e le spalle ricurve. -"Volevo che tu te ne andassi, non perché senza di te sarei riuscito ad avere un matrimonio felice, ma perché ti volevo lontana dal pericolo. Sapevo che mio padre avrebbe potuto farti del male, in qualsiasi momento. Ed è anche per questo, che in tutto questo tempo, ho preferito non farti mai sapere questa parte della storia. Ero convinto che se tu avessi saputo la verità, avresti fatto di tutto per aiutarmi e allora, ci sarebbe stata anche la possibilità che tu mi perdonassi. Ma non sarebbe stato giusto. Tu non meritavi questo fardello ed anche se mi è costato molto rinunciare a te, sapevo che se il mio affetto nei tuoi confronti era sincero, allora dovevo lasciarti andare. Vedila in questo modo, Grace: per tutta la vita, ti sei sempre sacrificata, mettendo gli altri al primo posto. Io ho fatto lo stesso con te."-
Queste ultime parole, aprono nel mio petto una voragine, facendomi venire la pelle d'oca. Calde lacrime mi annebbiano gli occhi.
-"Oh Cris."- Compassione, tristezza, sconforto, tutti insieme mi esplodono nel petto, facendomi soffocare nell'angoscia. -"Tutto questo tempo perso ad odiarti, quando in realtà l'unica cosa che avrei dovuto fare era ringraziarti, per quello che stavi facendo per me."-
Il pensiero di tutte le volte in cui ho pronunciato parole di disprezzo nei suoi confronti, mi fa sentire una persona orribile.
Lui mi fissa passivo, senza muoversi, senza dire niente. L'immagine di un uomo bellissimo, che in realtà ha dovuto affrontare anni d'inferno, logorato da sensi di colpa e insicurezze, mi spezza il cuore.
-"Tu non devi chiedermi scusa, Grace."- sussurra. -"Se ti ho raccontato questa storia, è stato solo perché tu avevi tutto il diritto di sapere la verità. E poi ..."- I miei occhi si dilatano leggermente, sotto il peso del suo sguardo. -"Devo ammettere che se sono qui, oggi, è anche perché desidero dirti una cosa importante."- si avvicina ancora di più a me, mentre tutto il mio corpo si immobilizza. Lucas mi guarda allarmato. Il suo respiro accelera.
In questo momento, sento il mio cuore battere così forte, che credo proprio mi verrà un infarto.
"Perché tutto d'un tratto ha assunto un'espressione così solenne?"
Cris si schiarisce la gola.
"C'è dell'altro?"
Poi il color ardesia dei suoi occhi cattura il castano dei miei e tutto il resto, passa in secondo piano.
-"Ti amo."- Le sue labbra accarezzano queste parole, quasi con un timore.
Il mio mondo si ferma.
Lo fisso, gli occhi spalancati, terrorizzati. "E questo che cosa significa?"
-"Ti amo, Grace Miller."- la sua voce è dolce e vellutata.
I miei occhi si spalancano ancora di più. Schiudo le labbra, provando ad inalare più aria possibile. Mi sento terribilmente esposta e vulnerabile.
-"Ti amo. Anche se so di non meritarti. Anche se ti ho ferita, spezzandoti il cuore. Io ti amo."- lo sguardo di Cris, brucia e risplende nel mio. -"Amo ogni parte di te."-
Trattengo il respiro, mentre mi viene più vicino.
-"Amo il tuo sorriso e il modo in cui illumina il tuo volto. I tuoi occhi, sempre sinceri onesti. Il modo in cui mi guardano e il modo in cui si addolciscono quando si posano su tua madre e tuo padre. Amo la tua sincerità e l'innocenza con cui guardi il mondo. La tua tenacia e la forza con le quali affronti gli ostacoli che ti riserva la vita. Ti amo. Mi ci sono voluti diciotto anni, ma alla fine l'ho capito. Ho capito il perché sei sempre stata così speciale per me. Ho capito perché ovunque andassi, i miei occhi cercavano sempre e solo te. Perché non ho esitato neanche per un momento, quando si è trattato di fare una scelta. Perché da anni, in testa non sono mai riuscito ad avere un'altra donna che non fossi tu. Credevo si trattasse di semplice affetto. Credevo che a legarmi a te, fosse il mio continuo bisogno di proteggerti, ma mi sbagliavo. Io ti amavo e neanche lo sapevo. Ti amo da sempre, ed anche se sembra scontato, arrivati a questo punto, mi dispiace per averti deluso. Mi dispiace per non essere stato abbastanza coraggioso da prendermi il rischio fin dall'inizio, come avresti meritato. Mi sono comportato da perfetto idiota, lo so. Ti ho promesso che non ti avrei mai ferita, invece l'ho fatto. Ho preferito rinunciare a te, piuttosto che affrontare mio padre e difendere, con le unghie e con i denti, ciò che a fatica avevamo costruito insieme. Sono stato un codardo, Grace e probabilmente, non incontrerò mai più una donna straordinaria come te. Ho avuto la mia occasione e me la sono lasciata scappare."-
Chiudo gli occhi, mentre sento le lacrime cominciare a scendere copiose.
-"Tu ora te ne andrai ed io, probabilmente, non ti rivedrò mai più."- aggiunge poi, mentre Lucas mi stringe forte la mano. -"E so di non meritarlo, Grace ma ti prego, ovunque tu vada, chiunque il tuo cuore un giorno deciderà di amare: non dimenticarmi. Ricordarmi come il Cris che ti ha amato e non come il mostro che ti ha fatto del male. Rammenta che la parte migliore di me, ti è sempre appartenuta e che qualsiasi cosa ci riserverà il destino, io non smetterò mai di amarti."- sento tutte le mie difese, oscillare violentemente, crollando poi sotto il peso delle sue parole. Lui mi guarda intensamente, ha l'aria torturata e vulnerabile. -"Dio ti ha creata per insegnarmi cos'è il vero amore, Grace. Perché sei tu, l'unica donna alla quale apparterrà sempre il mio cuore. Perché sei tu, così come sei, l'unica cosa di cui avrò mai bisogno."-
"Basta. Questo è troppo."
Abbasso lo sguardo. Il mio cuore prende a martellare così forte che sento il sangue pulsarmi nelle orecchie.
"Tutte le mie certezze. Tutto quello in cui ho creduto fino ad oggi. Credevo di sapere tutto, ma mi sbagliavo. Mi sono sempre sbagliata."
Incrocio le braccia al petto, non riuscendo più a controllare le lacrime.
"Dannazione." Mi copro gli occhi, nel disperato tentativo di mantenere il controllo sulle mie emozioni. Ho freddo. Tanto freddo. Mi tremano le gambe e le mani.
Un turbinio di ricordi mi fanno girare la testa.
Vedo il Cris di dieci anni solo e in lacrime, sulle scale accanto a casa nostra. Vedo il Cris ribelle e arrogante, che da adolescente mi girava sempre intorno dandomi il tormento. E poi ancora, Cris che mi invita la ballo degli Wild. Il nostro primo bacio. Il weekend a Disneyland. I sorrisi, le carezze, le attenzioni. Cris che parte per New York e poi mi tradisce. Io che scappo, per poi tornare e trovare un uomo diverso. Cris che si sposa. Cris che manda tutto all'aria. Cris che dice di amarmi.
Sento il mio cuore lacerarsi, combattuto fra rabbia e disperazione. Il mondo mi cade addosso, collassando intorno a me mentre il panico mi afferra la gola.
-"È troppo tardi."- sussurro con voce spezzata.
Le mie parole cadono fra noi, come pietre.
Cris si irrigidisce. Sul suo volto leggo la delusione, la sconfitta, e qualcos'altro a cui non voglio pensare. I suoi occhi grandi e luminosi mi fissano, pieni di dolore e rammarico, ma non dice niente. Quasi come se, in fin dei conti, fosse già preparato a questo.<Tutti i passeggeri del volo numero 372 in partenza per New York city, sono pregati di avvicinarsi al gate di imbarco.>
L'uomo davanti a me fa un passo indietro, passandosi entrambe le mani fra i capelli.
-"Credo che sia il vostro."- la sua voce si incrina, rivelando i suoi veri sentimenti.
Chiudo gli occhi un attimo, provando inutilmente a recuperare il mio equilibrio. Le lacrime continuano a scendere sulle mie guance.
-"Cosa?"- Lucas sbatte le palpebre, perplesso. -"Per la miseria Grace, tutto qui? Non hai davvero nient'altro da dirgli?"-
Vedo lo sguardo del mio migliore amico, posarsi su di me. Provo a dire qualcosa, ma non posso. Non trovo la voce.
-"Lascia stare, Johnson. Non fa niente. Grace ha tutto il diritto di reagire in questo modo. Gli ho spezzato il cuore, l'ho messa in pericolo e adesso, dopo tutto questo tempo, gli dico anche che la amo? Chi mai riuscirebbe ad accettare tutto questo, come se non fosse niente?"-
Lucas lo guarda a lungo.
-"Quindi questo è davvero un addio, Smith?"-
Le labbra di Cris, si incurvano in un sorriso amaro. -"Sì, lo è."- fa una pausa e mi guarda, cercando di misurare la mia reazione. -"Vedi, Johnson, tutta questa faccenda, per quanto terribile e dolorosa, mi ha insegnato che l'amore non è egoista. Che amarla, significa desiderare la sua felicità. Con me o senza di me."- nei suoi occhi, balena un lampo di tristezza.
Faccio un passo indietro, sentendo il mio cuore andare in mille pezzi, di nuovo.<Ultima chiamata per il volo numero 372, diretto a New York City.>
Cris si schiarisce la voce, guardandosi intorno a disagio.
-"Capisco. Lascia almeno che ti ringrazi, allora."- Lucas fa un passo verso di lui, tendendogli la mano e stringendola con decisione. -"Tu non mi piaci, Smith e questo lo sai, ma hai salvato la vita alla mia migliore amica e per questo, te ne sarò per sempre grato."- le sue parole sembrano oneste e sincere.
-"Ti ringrazio, Johnson."- replica Cris educatamente. Poi i suoi occhi si posano su di me, un'ultima volta. -"Prenditi cura di lei."-
Lucas abbassa lo sguardo, imbarazzato.
-"Lo farò."-
-"Addio Grace."- la sua voce si vela di emozione.
-"Addio Cris."-
Poi si volta e se ne và.___________________________________
Ed eccoci qui. Capitolo impegnativo, eh? Vi capisco, lo è stato anche per me, ma se ha lasciato anche il minimo segno, vuol dire che ne è valsa la pena. Non vedo l'ora di leggere i vostri commenti >.<
Ma se andate di fretta, anche un semplice like, mi farà capire se sto procedendo verso la giusta direzione.
Un bacio a tutti. ❤😘❤
Vi adoro.❤Demi ❤
___________________________________
STAI LEGGENDO
Perché Sei Tu [Vol.2]
Chick-LitDopo aver lasciato Los Angeles ed aver rinunciato a tutto ciò che amava per ritrovare se stessa, Grace sembra davvero essere una persona nuova: sempre solare e divertente, sembra essersi lasciata ormai alle spalle tutto il dolore del passato. Niente...