Cris POV
Part IV
-"Mi dispiace papà, ma oggi qui non ci sarà nessun matrimonio."- la mia voce è forte e decisa, affinché tutti possano udire la mia decisione.
Il brusio degli ospiti e i flash del fotografi presenti in sala, si fanno sempre più insistenti.
-"Oh ma davvero?"- lo sguardo di George Smith, inchioda il mio. Rovente, spietato.
-"Sembri essere terribilmente sicuro di te, figliolo."-
-"Infatti lo sono."- mi avvicino a lui, lentamente. -"E se tieni seriamente a mantenere intatta la tua reputazione, ti conviene annullare il tuo subdolo piano e dichiarare la tua resa. Ci sono centinaia di occhi puntati dritti su di te in questo momento, come credi reagirebbero se venissero a sapere che razza di mostro sei realmente?"-
Mi batte forte il cuore e mi ronzano le orecchie.
Pensieri frenetici si affollano nella mia mente.
"Ho paura che tutto questo mi si ritorca contro e che Grace finisca con il pagarne le conseguenze."
Poi però penso a Theo e tutto il mio corpo si rilassa.
"Andrà bene. Deve andare bene."
La cupa risata di mio padre, mi lascia sorpreso.
-"Oh Ian, non dirmi che è davvero questo il tuo piano. Credi di intimorirmi forse? Sappiamo entrambi che tu, non saresti capace di fare del male neanche ad una mosca."- mi osserva con disprezzo. -"Sei proprio come quella stupida cagna di tua madre. Tanto arrogante, quanto debole. Ti guardo negli occhi e sai cosa vedo? Una nullità. Un incapace, un inetto, un insulso essere umano che non è riuscito neanche a proteggere la persona che ama."-
Un sentimento di rabbia misto a senso di colpa, mi spinge ad abbassare lo sguardo dinanzi alle sue parole.
Lui sorride ancora, mentre attorno a noi il brusio degli ospiti, si fa quasi assordante.
-"Io non ti permetterò di farla franca."- mormoro poi, senza alcuna esitazione.
Il suo volto si incupisce.
-"Bel tentativo ragazzo ma, come ti ho già detto in passato, non ti conviene metterti sulla mia strada. Ti ricordo che l'ultima volta che qualcuno l'ha fatto, è finito in fondo all'Oceano con una pietra al collo."-
In pochi secondi l'immagine di mia madre, una donna indifesa e sola alla mercé di questo aguzzino, invade la mia mente.
I miei muscoli si tendono, mentre la rabbia prende il sopravvento su qualunque altro sentimento.
Inspiro in fretta, stringendo forte i pugni. Non vedo nient'altro, se non mio padre.
L'uomo che odio e che in questo momento, mi sorride beffardo.
-"Dammi retta Ian, fa come ti dico e vedrai che nessuno si farà male."-
Scuoto il capo.
-"E chi me lo assicura? Tu?"- ringhio a gran voce, facendo calare un improvviso silenzio in tutta l'abbazia.
Mio padre si guarda intorno sorpreso, poi torna a me.
-"Non starai mica pensando di..."- sussurra a denti stretti, indignato dall'idea che lo ha appena sfiorato. I suoi occhi sono freddi come il ghiaccio. Mi intimano di tacere ma questa volta, non sarò io a sottostare alle sue imposizioni.
Annuisco.
-"Oh no, tu non lo farai."- sibila con occhi sgranati, recuperando dalla giacca il suo telefono.
-"Mi dispiace, ma non sarai di certo tu ad impedirmelo."-
Lo afferro per il bavero della giacca, trascinandolo sotto gli occhi dei presenti, fin sopra l'altare. -"Sono stanco dei tuoi subdoli giochetti George Smith."- dico, letteralmente fuori di me.
Sento il suo respiro spezzarsi mentre con rabbia mi impossesso del suo telefono, per poi lanciarlo contro il pavimento è vederlo andare in mille pezzi.
Prova a divincolarsi, ma non ci riesce.
-"Ian, dannazione, tu non hai idea delle ripercussioni che avrà sulla tua vita, tutto questo. Cosa credi? Che dicendo la verità a tutti, farai affondare solo me? Oh no. Ricorda, tu sei uno Smith e se io cado, tu vieni giù con me."-
-"E cosa vuoi che mi importi della mia reputazione, se in cambio potrò salvare la vita di Grace? D'altronde poco fa l'hai detto anche tu: noi non siamo uguali. E se essere un inetto senza spina dorsale per te, significa scegliere di non far del male al prossimo, allora sono felice di somigliare alla mamma che, in un modo o nell'altro, sarà sempre e comunque una persona migliore di te."- le mie parole sembrano irritarlo e non poco.
-"Lasciami."- sbraita con voce graffiata.
-"Non prima di aver raccontato a tutti i presenti, la verità."- sentenzio, mostrandogli tutto il mio disprezzo.
Le sue labbra si piegano in una linea dura, mentre la mia presa su di lui si fa più salda.
-"Allora paparino, da dove vuoi cominciare?"- esclamo sprezzante.
-"Vá al diavolo, Ian Smith!"-
Sorrido.
-"Oh andiamo cerca di essere più gentile. Che ne dici di parlare a tutti del tuo splendido piano? In fondo è per questo motivo che siamo qui oggi, non è vero?"- le mie parole restano sospese fra di noi, come fili dell'alta tensione. Il suo volto diventa livido.
-"Oh no Ian, questo proprio non lo dovevi fare."-
-"Ma di che cosa state parlando?"- esclama Odette Wild, con occhi sgranati, ancora stretta fra le braccia di suo marito.
-"Di quello che per anni quest'uomo ha architettato alle vostre spalle. Sì, perche se ho chiesto a vostra figlia di sposarmi, signori Wild, è stato solo perche non avevo scelta o per meglio dire, credevo di non averla."-
-"E questo che cosa significa?"- sussurra Odette, con voce tremante. Chiudo gli occhi, prendendo coraggio.
-"Significa che per tutto questo tempo vi ho ingannati. Tutti quanti."-
Il brusio degli ospiti cresce sempre di più, così come i battiti del mio cuore.
-"E perché avresti fatto una cosa simile?"-
-"Perché sono stato costretto."- dico semplicemente. -"E a farlo, è stato un uomo ignobile. Un sadico, un degenerato, un mostro disumano e senza scrupoli. E so bene che tutti lo conoscete come un rispettabile, seppur cinico, uomo d'affari, ma è questa la sua vera natura. Lui non è che un egoista a cui non importa se per raggiungere i propri obiettivi, verranno sacrificate delle vite umane. Non è vero, papà?"- la mia voce colpisce e raggela.
Noto il volto di mio padre impallidire mentre, poco a poco, gli occhi inquisitori di tutti gli invitati si posano su di lui, inclusi quelli di John e Odette Wild, che lo guardano con orrore.
-"Il piano era sedurre Jennifer, ed appropriarmi dell'eredità della vostra famiglia."- continuo. -"Se l'avessi fatto, la vita di una povera persona innocente sarebbe stata salva. In caso contrario però..."- abbasso lo sguardo, mentre le terribili immagini del sogno di questa mattina, riaffiorano chiare e vivide nella mia mente.
-"Ti prego Ian, non fermarti."- la voce di John, è profonda e decisa. Incrocio i suoi occhi azzurro cielo e qualcosa nel modo in cui mi guarda, mi incoraggia ad andare avanti.
-"Lui mi ha assicurato che l'avrebbe uccisa senza pietà. Le avrebbe tolto la vita, così come ha fatto con la mia vera madre. Sì, perché dovete sapere che mio padre, oltre ad essere un uomo spietato, è anche un atroce assassino."- affermo con voce stentorea.
-"Mio dio ..."-
Odette Wild si porta una mano alla bocca, impallidendo.
-"Tutto questo è davvero assurdo!"- esclama, con tono aspro suo figlio Richard, mentre afferra la mano si sua sorella, indietreggiando.
-"Non così assurdo se si parla di un uomo crudele come, George Smith."- sentenzia John.
-"No, no, no. Ma non lo capite?"- urla mio padre, con voce animata. -"Non riuscite proprio a rendervi conto che queste sono solo menzogne?"-
"Cosa?"
Osservo con blando distacco il film al rallentatore che mi scorre davanti: mio padre fingendosi sconvolto si libera dalla mia presa, indietreggiando di qualche passo. John lo guarda con rancore. Odette Wild, così come il resto degli invitati, resta in attesa della prossima mossa.
-"Io non sarei mai capace di commettere tali atrocità"- continua. -"E credetemi quando vi dico che, in questo momento, sono una vittima, come voi."-Tutti i miei sensi si mettono in allerta.
"Non ci posso credere."
-"Questo ragazzo"- afferma puntandomi un dito contro -"Non è altro che uno sporco manipolatore, come sua madre. Anche lei a tempo debito usò il suo bel faccino per ingannare tutti e scappare con l'intero patrimonio della mia famiglia. Non è altro che una storia che si ripete e voi avete anche il coraggio di credergli?"- si volta verso di me. -"Mi dispiace figliolo, ma questa volta non lascerò che tu la faccia franca."-Un'ondata di rabbia mi travolge. Violenta. Spietata.
Stringo i pugni per contenerla, ma non ce la faccio. Non più.
"Per Grace. Mia madre. John e la sua famiglia. Non mi importa delle conseguenze che avrà tutto ciò. Io devo fermarlo."
Mio padre mi guarda, beffardo.
L'ultimo sguardo prima che tutto dentro di me, divampi in un incendio.
Gli tiro un pugno. Secco. Deciso. Potente. Un diritto in pieno viso con una tempistica perfetta, risultato di anni di boxe e kickboxing.
-"Ian!"- esclama Odette a mò di rimprovero.
-"Questo è per mia madre."- sibilo furioso.
Mio padre sorride.
-"Cristo, sei patetico."-
Gli tiro un altro gancio. Questa volta talmente rapido e potente, da rompergli il naso e scaraventarlo sul pavimento.
-"Questo è per Grace."- continuo, fremendo di rabbia.
Lui prova a rialzarsi, ma svelto gli monto sopra scaricando su di lui un'altra sequenza di pugni forti e veloci, come colpi di fucile.
-"Ian, no!"- urla la mia matrigna, in preda al panico. -"Così lo ucciderai."-
La guardo con astio.
-"Ma è proprio questo il mio obiettivo."-
Poi con un altro colpo ben assistito, sento la sua mascella rompersi e il suo respiro spezzarsi.
Un'ondata di adrenalina mi spinge a continuare.
-"Ian per l'amor del cielo, questo non sei tu!"- urla John Wild, afferrandomi per un braccio. -"Non vedi che così fai solo il suo gioco?"-
I miei occhi lo inchiodano. Selvaggi. Glaciali.
-"Tu non capisci John, quest'uomo è un bugiardo!" -Abbasso lo sguardo su mio padre. -"Quest'uomo merita di pagare."-
-"Sì, ma questo non è un compito che spetta a te."- esclama con voce vigorosa.
-"Dannazione ragazzo mio, cosa pensi che direbbe la tua Grace se ti vedesse ora?"-
Un calore improvviso si irradia dal centro del mio petto.
"La mia Grace?"
Mi blocco all'istante.
-"Credi che sarebbe orgogliosa di vederti, in questo momento?"-
Ho la vista offuscata dall'odio. Mi fanno male le mani. La mia camicia è sporca di un sangue, che non è il mio.
-"No."- ammetto in un sussurro.
-"Allora perché non ti tiri su e non la smetti di colpirlo? Non devi dimostrare niente a nessuno, figliolo. Io ti credo. Tuttavia, sono sicuro che questa non sia la giusta soluzione. Tu non sei un assassino, ragazzo mio. Fidati di me, chiamiamo la polizia: loro sapranno cosa fare, con lui."- mi dice, riferendosi all'uomo ricoperto di sangue, sul pavimento.
Annuisco.
"John ha ragione, forse questa è la cosa migliore."
Vedo mio padre che a fatica prova a tirarsi su, aiutato da sua moglie Caren.
"Forse questa è davvero, la fine."
Il suo volto è irriconoscibile e a stento si regge in piedi.
-"Che cosa hai fatto?"- mi sussurra con voce roca.
Faccio per rispondere ma un particolare, nel suo viso, mi lascia di ghiaccio.
Un sorriso, per l'esattezza. Crudo. Spietato. Vittorioso.
Aggrotto la fronte.-"Ma che diavolo..."-
-"Oh Ian, tu non hai idea del guaio in cui ti sei appena cacciato."-
Scrollandosi di dosso sua moglie, mi si avvicina trasudando odio e ostilità.
-"Vecchia carogna, ma di che diavolo stai parlando?"- ringhio, mentre sento una nuova ondata di rabbia, scuotermi nel profondo.
Mi lancia un'occhiata di disprezzo.
-"Non avresti dovuto farlo, Ian. Non avresti dovuto sfidarmi."-Nei suoi occhi brilla qualcosa. Un pensiero maligno e perverso, sembra prendere forma nella sua mente.
-"Cristo, ma che problemi hai?"- urlo con tutta la voce ho. -"È finita, George. È finita. Le tue minacce ormai non hanno più nessun effetto su di me. In tutti questi anni mi hai fatto del male così tante volte e così tanto a lungo, da rendermi ormai immune al tuo veleno. Mi ci è voluto un po' per capirlo, lo ammetto, ma alla fine ne sono uscito e fra noi due, indovina chi ha perso?"-
Mi sorride trionfante.
-"Io no di certo!"-
Dalla tasca interna della giacca tira fuori una calibro 22, puntandomela dritta sul cuore.
-"Dì le tue ultime parole, figliolo."-
Urla di terrore si innalzano fra i presenti.
"Lo sapevo. Sapevo che prima o poi, saremmo arrivati a tutto questo."
-"Va a farti fottere, George Smith."- sibilo con astio.
I miei occhi ardono nei suoi.
-"Per la miseria George, ma cosa diavolo stai facendo? "- la voce di John Wild si intromette fra noi.
Una morsa di gelo mi stringe il petto, mentre la paura mi entra in circolo.
-"Quello che avrei dovuto fare già molti anni fa: mi libero di uno sporco traditore."- dice sprezzante.
Il viso di John, si fa livido.
-"E tu saresti davvero capace di uccidere tuo figlio?"-
Lui lo trafigge con lo sguardo.
-"Oh sì. Sta a vedere."-
La sua mano si stringe intorno all'arma, pronta a sparare.
-"Grace. John. Promettimi che ti prenderai cura di lei, al mio posto e che la terrai al sicuro da questo assassino."-
Sono queste le mie ultime parole, prima di vedere mio padre caricare l'arma e prendere la mira.
Chiudo gli occhi.
"Se proprio devo morire, voglio farlo rievocando un ricordo che mi lega a lei."
Una lacrima mi sfiora il viso, all'idea di non rivederla mai più.
"Mi dispiace, piccola. Per tutto."
Poi un colpo di pistola riecheggia nell'intera abbazia.
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Perché Sei Tu [Vol.2]
ChickLitDopo aver lasciato Los Angeles ed aver rinunciato a tutto ciò che amava per ritrovare se stessa, Grace sembra davvero essere una persona nuova: sempre solare e divertente, sembra essersi lasciata ormai alle spalle tutto il dolore del passato. Niente...