Immagina tua madre e un gatto

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-Mamma- la chiami.
Non ti ascolta.
Ormai è abituata al non darti retta quando la chiami insistentemente.
-Maaaammaaa?- urli mentre lei rimanane a guardare la televisione.
-Maaaaa!- le metti il telefono a due centimetri dal suo naso.
Due occhioni azzurri si schiudono sullo schermo.
I peletti bianchi sotto il mento ti addolciscono.
Tua madre fissa il display con una smorfia per metà contenta e per metà disgustata.
-Mamma! Sofia deve essere nostra-
-Ciiiiiiiitt! I non lo voglio!-
-Dammi una ragione valida-
Comincia la vostra discussione.
-Emh....puzzano!-
-Mamma anche tu se non ti lavi puzzi!- le urli ironica.
-Na vogghj 'mpicc- si lamenta nel suo dialetto.
Comincia a sbattere i piedi e piagnucolare come uno scimpanzé.
-Mamma abbiamo già un cane in case, possiamo avere un gatto!- continui a sfottere.
Lei pronuncia frasi sconnesse.
-La smetti di abbaiare Ma?- è così che le dici quando si lagna.
La cadenza del suo paese è una cantilena piagnucolosa.
-Ma se non lo voglio non lo prendiamo!- cerca di convincerti.
-Ed io lo voglio quindi lo prendiamo!- ribatti.
Ormai è il solito copione.
-Non tutti i gatti ti graffiano la schiena, perché non tutti abbiamo fratelli stupidi che ce li lanciano addosso!- concludi la tua predica.
-Ehi questi sono traumi- scherza lei.
Ma qui puoi scherzare solo tu.
-Eddaaaaaai- piagnucola il tuo nome -madonna sant'Oronz. Prcè m crucfssà!- si lamenta.
Gliela lasci vinta.
Accendi il computer e scrivi un'ottantina di volte la stessa frase.
Stampi.
Ritagli tutto.
Sei armata di scotch.
Fra poco le pareti della camera matrimoniale saranno ricoperte del tuo desiderio.
"Voglio un gatto"

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