-Firma qui e sarai la mia schiava-
Non esitasti a firmare quel contratto pieno di clausole al tempo.
Non ti fu difficile rispettare le sue leggi e i due mesi di convivenza passarono senza troppi rimproveri.
Era una serata di fine maggio, un sabato che i tuoi amici erano soliti passare in discoteca.
Eri stata invitata più volte, ma per regole rigide che ti erano state imposte.
Questa volta approfittasti dell'assenza del tuo compagno, raccomandando alla cameriera di riferirgli, al suo ritorno, che eri con delle vecchie amiche, e di riportargli le tue scuse per non averlo avvisato prima.
E mentre le luci della discoteca si alternavano nella tua mente, il tuo padroncino fece il suo ingresso nell'atrio della sua villa, aspettandosi di ricevere le tue feste.
-Dov'è?- chiese indispettito.
La cameriera, col capo chino, gli disse che eri fuori con degli amici.
-Signor Bale non si preoccupi, tornerà presto dalla discoteca!- gli disse vendendolo preoccupato.
Non riusciva mai a mentire a quel bambino che aveva visto diventare un uomo forte e importante.
Bale se ne andò in camera da letto e iniziò a curiosare nel suo armadio.
Erano le due quando la serratura scattò due volte aprendo la porta.
Alla poltrona del salottino poggiava lui in tutta la sua severità.
Stringeva qualcosa nella mano.
-Scusa Gareth, ma non vedevo le mie amiche da tempo e abbiamo passato la serata a mangiare pizza fra una chiacchiera e l'altra!-
Ti fece avvicinare, senza mostrarti la mano, accennando ad un sorriso.
Ti pizzicò lievemente la guancia e sorridesti, convinta del suo perdono.
-E da quando la pizza si mangia in discoteca?-
Le tue guance si colorarono di rosso, per l'imbarazzo e per la stretta forte delle sue dita.
Istintivamente portasti la mano alle cosce e poi alla zona lombare della schiena.
Sentisti la sua mano sul tuo orecchio e ti spostasti, seguendo il suo corpo che si muoveva per la casa.
Ti posizionò davanti a lui mettendoti una mano sul fianco.
Era arrabbiato, eri riuscita a leggerlo nei suo occhi cupi.
Questa volta non sarrebbe stato buono con te.
Ti gettò sul letto, e ti ritrovasti prona sulle lenzuola bianche.
Avevi le ginocchia a terra.
CIAFF
Capisti cos'era quella striscia fredda che durante il tragitto ti sfiorava il polpaccio.
Il suo bastone ti sferzava fin dalle cosce e la sua voce non rispondeva alle tue suppliche di perdono.
Il vestito si alzava da solo sotto la tempesta di colpi, lasciando intravedere la tua pelle chiara e il tuo sesso perfetto.
L'attrezzo colpì ripetutamente i glutei prima di accarezzare il tuo fiore.
Sussultasti e il bastone si riempì del tuo piacere.
-Non dovrei farlo bambina, non te lo meriti.- sospirò lui.
Le guance vennero rigate da nuove lacrime, un pianto di vergogna.
Questa volta ti stava punendo davvero, ed era molto più severo del solito: dopo appena venti colpi avevi la pelle rigata di un rosso molto acceso.
Il suo cuore si sciolse al tuo pianto, sapeva cosa provavi.
Ti frustò per pochi minuti ancora e poi gettò il bastone ai piedi del letto.
Si poggiò al tuo corpo ancora piegato, nella posizione adatta ad essere umiliato.
Ti accarezzò dai fianchi alle ginocchia, poggiando le sue gambe sulla pelle martoriata.
Il tessuto fresco dei suoi pantaloni ti diede sollievo.
Poi sentisti la sua cintura slacciarsi e i suoi pantaloni lasciare spazio alla sua pelle.
Si riavvicinò a te e i vostri sessi si incontrarono.
-Ti amo.-
STAI LEGGENDO
Immagina
FanfictionRaccolta di IMMAGINA personali e su richiesta, qualsiasi genere, stile, personaggio e situazione. Copertina di @aliss19