Snape passò lo straccio impregnato dei colori scuri delle pozioni sulla propria fronte in un gesto non programmato. Stava lasciando che la tensione prendesse il sopravvento e questo non era affatto nella sua natura. Quel ragazzo lo avrebbe fatto impazzire. Come poteva anche solo pensare che gli sarebbe stato perdonato un ritardo di quasi un'intera ora? Avrebbe scontato ogni secondo, ogni battito d'ansia che quell'attesa gli era costata.
Aggiunse tremante l'ultimo ingrediente al suo calderone fumante e abbassò la fiamma con un colpo di bacchetta, lasciando che la pozione fermentasse per altre tre ore. Ripose delicatamente il mestolo su uno scaffale e accarezzò il legno d'ebano del mobile. Vi si appoggiò sospirando, con la preoccupazione che si faceva sempre più opprimente.
-Non voglio morire...- sussurrò qualcuno dalla porta d'ingresso del suo laboratorio. Riconobbe immediatamente quella voce e si voltò di scatto verso il ragazzo col volto tumefatto e le guance rigate da lascrime.
-Harry!- lo aveva chiamato di nuovo per nome. Si era ripromesso di arrabbiarsi, ed invece si era sciolto al primo segno di debolezza del ragazzo.
-Dove sei stato?- disse cupo, costringendosi a non saltare al collo del ragazzo sopravvissuto.
-Nella foresta. Non fingere di non saperlo!- ribattè non appena vide il volto dell'uomo deformarsi in una smorfia -Ne avevo bisogno...- sembrò concludere così quella sottospecie di giustificazione. -Scusa.- bisbigliò dopo, gettando gli occhi sul pavimento, come se avesse paura di ammettere le sue debolezze.
L'uomo vestito di nero abbandonò il suo appoggio di legno e si catapultò sul ragazzo, afferrandolo per la cravatta sfatta.
-Smettila con questa storia! Quel cane del tuo padrin- si interruppe ingoiando l'ultima parola, capendo che forse quello non era il momento adatto per gli insulti. Sospirò e riprese a parlare -Harry, Sirius è morto, lo hai visto con i tuoi occhi, i tuoi splendidi occhi- sputò il complimento sperando che questo sarebbe bastato a far spuntare un sorriso su quel volto triste, ma non fu così -ma non per questo tu morirai!-
-Come puoi dirlo?- disse il moro, continuando a tenere lo sguardo basso, fisso sulla mano del suo professore.
-Perché io ti amo Harry, lo sai!- non era solito né portato per certe dichiarazioni d'affetto, ma dovette ammettere di essersi sentito amaramente sorpreso quando il ragazzo sbruffò, come poco convinto di quell'affermazione.
-Dubbi?- gli diede un paio di scosse per smuoverlo da quella sua condizione d'assenza.
-Cos'importa se mi ami o no? È il nostro destino morire!-
-Non mi aspetto che tu riesca ad apprezzare la filosofia in tutte le sue forme, ma ti prego, aguzza la mente abbastanza da seguire il discorso che sto per farti!- lo condusse con un movimento rapido del polso verso l'unica sedia dell'angusta sala. Trattarlo con quella durezza era forse l'unico modo per porre fine al comportamento irriverente che il Grifondoro aveva dalla morte del suo adorato padrino.
-Un filosofo, non sto qui a dirti chi, disse che non si può dire ti amo ad una persona perché significherebbe affermare l'esistenza eterna della suddetta persona, equivale a dire "tu non morirai". Bene, io non sono dello stesso avviso. Perché si esiste, si vive fino a che il cuore batte, fino a quando il cervello funziona. E amare una persona significa legarsi a lei, significa legare mente e cuore. E il tuo cuore è ormai parte del mio, così come la tua mente. Quindi io posso dirti ti amo, posso dirti che tu non morirai, perché è vero. Tu non morirai fino a quando non sarò morto anch'io. Tu vivrai sempre nel mio cuore, nella mia mente, nel mio corpo. Vivrai sempre nell'anima di chi ti ama. E solo quando anch'io avrò lasciato questa terra, solo allora saremo entrambi morti e non resterà più traccia vivente di noi in questo mondo. Tu non morirai, Harry!- riprese fiato gonfiando i polmoni sotto la tonaca nera e si ricompose, riacquistando il suo immancabile ghigno acido. -Più chiaro, ora?-.
Quegli occhi che non avevano mai smesso di fissare la pietra scura del pavimento si alzarono verdi verso di lui.
-Ti amo anch'io...- la semplicità della frase lo spiazzò. Il suo fidanzato non era poi così stupido, o non avrebbe avuto quel sorriso sfacciato di cui il suo volto era stato privato per tanto tempo.
-Ragazzo insolente!- passò la mano sulla chioma ribelle del giovane e gli lasciò un bacio morbido sulla fronte (fino a pochi mesi prima non si sarebbe mai abbandonato a tante smancerie fuori dal letto). -Hai studiato?-
-Sì amore, non fare sempre il prof!-
-Mi hai fatto preoccupare!- disse stringendosi quel testone sul petto.
Continuò a soffocare il moccioso in un abbraccio confortante e, pestandosi i piedi a vicenda, raggiunsero la camera da letto di Severus, ormai piena di addobbi grifondoreschi, e si abbandonarono alle solite coccole serali che da oltre un anno riempivano i loro finesettimana ad Hogwarts.

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Immagina
FanfictionRaccolta di IMMAGINA personali e su richiesta, qualsiasi genere, stile, personaggio e situazione. Copertina di @aliss19