Immagina Niall Horan

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Su richiesta di @occhi_color_mare

<<Quello stronzo di Horan non capisce che le sue dipendenti hanno una vita sociale!>> disse una biondina seduta dietro un tavolo bianco, tutta indaffarata con una pila di documenti scoloriti.
Insieme a lei c'erano altre due ragazze in tailleur che sistemavano gli ultimi oggetti rimasti sul tavolo nella propria borsa.
<<Dai sta' zitta>> replicò una delle due ammiccando nella tua direzione <<Non tutti la pensano come te!>> tirò sulla spalla la tracolla.
<<La tratta bene solo perché è nuova!>> disse amaramente con una punta d'acidità.
<<O forse perché è bella...>> una voce alle tue spalle ti sorprese prima che delle dita gentili cominciassero a massaggiare la tua spalla destra.
La bionda gettò con imbarazzo i documenti nel tritacarte e i mille brandelli si depositarono sul fondo del macchinario.
<<Signor Horan!>> sussurrasti voltandoti appena quel che bastava per vedere i suoi occhi color mare fissi sul tuo viso.
Ti sorrise rassicurandoti e lasciò la presa, accarezzandoti la schiena; poi si avviò verso il suo ufficio.
Prima che fosse troppo lontano si voltò verso di voi e, con fare dispettoso, ricordò alla donna che lui non l'aveva mai trattata bene, nemmeno quando era nuova.
Lei se ne andò infastidita, mentre le altre due, seguendola, risero del fare burlone del vostro capo.
Lui ti fece segno di seguirlo.
<<Bene, possiamo cominciare.>> ti disse una volta accomodatosi alla sua scrivania. <<Vedi quello scrittoio lì?>> indicò con le sue mani pallide e sottili <<Per oggi sarà il tuo posto di lavoro. Probabilmente questo sarà per te un compito molto più noioso di quelli precedenti.>> apparve quasi dispiaciuto, con gli occhi persi sul tuo corpo.
<<Non si preoccupi Signore, sono a sua disposizione!>>.
Iniziasti a confrontare registri, ad avventurarti in calcoli di bilancio dei conti, a battere al computer dell'azienda ogni dato utile.
Passasti così almeno un paio d'ore, distogliendo lo sguardo dal tuo lavoro solo di tanto in tanto, per prendere fiato; ed invece te ne ritrovavi a corto ogni volta perché i suoi occhi continuavano a guardarti, mordaci e instancabili.
Ti massaggiasti le dita passandole poi sul viso stanco.
<<Non ho mai visto una stagista migliore di te!>> parlò lui, finalmente, dopo quell'interminabile silenzio.
Ringraziasti con un sorriso e continuasti a lavorare, decisa a non fermarti.
E non ti fermasti nemmeno quando sentisti il rumore della sua sedia che veniva spostata ed i suoi passi che si alternavano verso la tua piccola scrivania.
Ti fu dietro in un baleno e cominciò ad osservare silenziosamente il tuo lavoro, piegandosi secondo dopo secondo sempre più vicino al tuo collo.
<<Non avrai mica creduto a quell'arpia, non è vero?>> il suo respiro colpì la tua pelle e i suoi capelli biondi, incredibilmente vicini, ti solleticarono la guancia.
<<Cos... Ah... No, affatoo!>> balbettasti impacciata.
Lui fece scivolare le sue mani lungo le tue braccia, fino ad afferrarti le dita stanche.
<<Forse è ora di smettere, non trovi?>> il suo tono era caldo quasi quanto il suo corpo, a cui ti eri ritrovata avvinghiata.
<<Forse è ora di assumermi, Signore...>> con un sorriso malizioso ti girasti verso di lui, mostrando la parte fiera del tuo carattere.
<<Certo, mia cara!>> disse strizzandoti le dita e portandole al proprio petto.
<<Ci rivediamo domani, per l'ultima prova. Credo di aver ormai deciso chi sarà la mia prossima assistente.>> morivi dalla voglia di stringerti a lui più di quanto non lo foste già.
Le sue mani passarono lungo la tua schiena fino ad arrivare alla parte più bassa della tua gonna; poi si distaccarono dal tuo corpo e ti lasciarono libera di andare.
<<A domani, Signore!>> lo salutasti, accentando con malizia l'ultima parola che sembrava provocargli un certo effetto.
<<A domani, mia splendida stagista!>> disse lui quando ormai la porta si era già chiusa alle tue spalle.

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