Immagina Marc Bartra

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Per @myhero_njr
Quella mattina di due mesi fa avevi avvertito una strana sensazione al basso ventro e ti sembrava che l'utero comprimesse lo stomaco fino a darti la nausea.
Non ci pensasti molto allora a nasconderlo, ma adesso eri oppressa dai sensi di colpa.
Avevi lasciato il tuo Marc all'oscuro di tutto e non sapevi se avrebbe accettato l'idea di diventare padre.
Non avresti potuto continuare a mentire.
Quel giorno venne tuo fratello in casa, mentre Marc era agli allenamenti.
-Neymar!- gli corresti incontro abbracciandolo.
Non lo vedevi dalle feste di Natale e la sua presa forte ti rassicurò.
-Piccola sorellina! Che si fa da quando non sono più io l'uomo di casa?- era solito canzonarti così, da quando avevi lasciato la casa che dividevi con lui per trasferirti dal tuo fidanzato.
Dopo un veloce caffé confessasti le tue preoccupazioni.
-Ney, sono incinta- lui rimase ad occhi spalancati e, avvicinandosi a te col capo ti chiese di ripetere.
Suonava come un ordine e ti spaventasti.
Ma subito lui ti prese fra le braccia in un girotondo coi canini in bella vista.
Ti ritrovasti a raccontargli di tutti i tuoi sintomi.
-E Marc?- ti chiese ingenuo.
-Fratellone, non ne sa nulla. Non sono sicura voglia un bambino.-
-Ehi! Tu ora porti il tuo bel sedere fuori di qui e vai a dire a quel bell'imbusto di tuo marito che fra sette mesi avrà un piccolo Neymar in casa!-
Eri sollevata dalle sue parole e lo stringeati forte a te.
Accettasti il passaggio che ti aveva offerto e in meno di un quarto d'ora eravate al campo.
Marc era a centro campo impegnato a palleggiare con i suoi amici, come pausa per il faticoso allenamento.
Entrasti senza problemi all'interno e lui fu sorpreso di riconoscere il tuo viso accanto a quello dell'allenatore.
Corresti in campo e, senza lasciargli il tempo di fare domande, gli prendesti le mani.
La tua presa era forte e i suoi occhi confusi, mentre gli altri calciatori avevevano lo sguardo fisso sulle tue labbra per cercare di scoprire per primi cosa avresti detto.
-Aspetto un bambino- respirare ti era divenuto complicato.
Marc cominciò a balbettare sillabe confuse senza mai lasciare le tue mani.
Poi, dopo interminabili minuti, i suoi occhi ruppero il silenzio.
Quelle due iridi scure ti dissero tutto quello che la voce aveva paura di pronunciare, tingendosi di gioia.
-Divento papà!- urlò prendendoti in braccio.
Ricoprì il tuo addome di baci e accarezzò il tuo ventre cercando di non piangere.
Poi riprese le tue mani e abbandonò il campo.
-Ti porto in un posto speciale- e giustificandosi con questa sciocca scusa ti portò nel luogo in cui vi eravate conosciuti, per concederti, come allora, un lungo bacio.

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