Immagina

Immagina una gita scolastica

La musica a palla riempie la stanza.
A niente servono le proteste dei professori che sbattono i pugni alla porta.
Tutte le ragazze intolettate.
I maschi a petto nudo a sfidare il freddo delle montagne, tutti sul balcone della stanza, alcuni con una sigaretta, altri con la birra nel corpo.
Sono tutti nella tua camera, tutti a seguire quella strafiga della tua compagna.
Senti qualcuno vomitare nell'angolo e sorridere come un demente alle urla schifate dei suoi amici.
Rubi una bottiglia ad uno sconosciuto e sali sul letto, muovendoti a ritmo di musica.
L'alcol riempie il tuo stomaco e ti senti esausta.
Lascia cadere il vetro che si frantuma in terra, ma tu continui a ballare e sorridere.
Senti la voce di uno degli accompagnatori, ma arriva distorta al tuo orecchio.
Immagini sia uno dei loro avvertimenti.
Qualcuno alza lo stereo e apre il rubinetto del bagno.
Dal tuo letto lo vedi immergere la testa sotto il getto d'acqua e di uscire soddisfatto, gocciolando sui suoi amici.
L'aria e sempre più fetida e i rumori alla porta sempre più forti.
Si spalanca.
Dalla porta scardinata fanno il loro ingresso cinque docenti e alcuni addetti dell'albergo.
Subito dietro il direttore inveisce contro di voi.
Qualcuno ha il buon senso di posare la bottiglia, altri le lasciano cadere.
La musica alta nega ai docenti il silenzio richiesto.
Ma una voce si leva dal balcone.
Un urlo.
Un insulto alla scuola che impedisce a voi giovani il divertimento.
La voce si avvicina all'ingresso e si materializza nel corpo del tuo migliore amico.
Un professore respinge i suoi capelli umidi e suo corpo sudato allungando le mani.
Il tuo amico prende l'utimo sorso della sua vodka.
Alza il braccio a scaglia la bottiglia sul muro, sfiorando lo stereo.
Si volta e corre, corre rapido verso il balcone.
Si lancia in un urlo da falco e balza in volo.
La notte lo inghiotte.
Ti precipiti sul luogo già affollato.
Il nero dell'asfalto circonda il suo corpo grondante di sangue.