Immagina loro 2

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Gracco lo verrà a sapere!
ehjreus  shadowripper01

Eri ancora sconvolta quando raggiungesti, per il quarto pomeriggio di fila, il tuo istituto e, per la seconda volta, arrivasti in ritardo, a prova ormai iniziata.
Potevi ovviamente permettertelo, in quanto il relatore del progetto era impegnato in aula docenti per i consigli di classe dell'altro corso.
Come la volta precedente terminasti la prova senza troppi problemi, ma con qualche minuto di ritardo rispetto ai tuoi compagni, nessuno dei quali pensò di aspettarti.
Ti ritrovasti di nuovo sola in quel secondo piano, dove filtrava ancora la luce opaca del pomeriggio.
In realtà non aspettavi altro che quel momento, fin da quando avevi messo piede nella scuola. Ti avviasti a passi lenti verso l'aula che aveva ospitato i due docenti poco tempo prima. Un'espressione sorpresa apparve sul tuo viso: la porta era ancora una volta socchiusa. Eppure il professore di filosofia non insegnava anche nell'altro corso. Possibile fosse venuto appositamente per incontrare l'avvenente storico? L'idea ti sembrò piuttosto bizzarra ed eri quasi sul punto di abbandonare il piano quando la tentazione vinse il tuo corpo. Ti muovesti verso la porta e ti accostasti ad essa con attenzione.
Dalla fessura potevi vedere il braccio fasciato da un maglioncino monocromo che avanzava verso la cattedra, mentre le dita curate del professore ne sfioravano con delicatezza la superficie laccata.
<<Cosa fa? Vive di ricordi?>> le parole uscirono cariche di sarcasmo dalle tue labbra e le tue guance si imporporarono visibilmente. Eppure il tuo colorito non era ai livelli di quello del tuo insegnante di storia, il quale si era voltato di scatto e aveva ritratto le mani da quel gioco di linee e pensieri.
<<Cos'hai detto, scusami?>> disse una volta mandato giù il groppo che gli si era creato in gola.
Tu, che ti capacitavi a mala pena di ciò che avevi appena combinato, avanzasti con nonchalance, facendo ondeggiare sinuosamente il corpo.
<<Oh, nulla professore.>> sussurrasti sicura mentre ti avvicinavi sfacciatamente al suo corpo impietrito. <<Mi sono lasciata sfuggire una piccola osservazione; ma spero di non averla turbata, non è così?>> e mentre gli parlavi con quel tono da donna di malaffare continuavi a chiederti con quale coraggio stessi rispondendo così al tuo docente.
Lui ti guardò dritto negli occhi e il tuo sangue si gelò improvvisamente, cogliendo nel suo sguardo quell'aria di sfida a cui eri abituata durante le lezioni. Tirò un lato della bocca in un ghigno divertito, voltò il capo e calò le palpebre. Si poggiò appena alla cattedra, lasciando a te la mossa successiva.
Non ti facesti pregare e in breve ti ritrovasti a pochi centimetri del professore.
<<È stato molto... romantico... la scorsa volta!>> ti prendesti gioco di lui passando le mani sulla sua strana sciarpa a pezze colorate.
<<"Romantico" è inappropriato. Forse è meglio "doloroso"!>> disse lui afferrando il tuo polso sottile con delicatezza e forza allo stesso tempo. Scostò le tue dita dal suo petto, ma non lasciò la presa, che si faceva sempre più stretta. <<Nessuno ti ha informato sul rispetto dei docenti?>>. Ti tirò ancora più vicina al suo corpo e il tuo addome impattò con un lieve rigonfiamento all'altezza del suo pube. Per quanto quella situazione potesse spaventarti, eri tremendamente eccitata per come si stavano mettendo le cose e, a quanto potevi capire, lui non era da meno.
<<Vuole sempre avere il controllo della situazione, professore?>> dicesti indicando con gli occhi il braccio ancora serrato dalle sue dita calde <<Dovevo aspettarmelo. Dopotutto le piace dominare, dico bene?>> sostenesti il suo sguardo sempre più voglioso, mentre entrambi i vostri volti erano arrossiti di nuovo.
Con velocità si spostò dalla sua posizione e tu, colta alla sprovvista, cadesti urtando l'addome sulla cattedra, riscoprendoti -con estremo piacere- nella stessa posizione del docente di filosofia.
Ormai convinta che la tua fantasia si stesse avverando proprio lì, fra quei banchi, e che il vostro peccato sarebbe rimasto impunito e nascosto, inarcasti la schiena, su cui il docente aveva bloccato il tuo stesso braccio, e i leggins neri misero in evidenza i tuoi muscoli. Potevi sentire la sua calda presenza alle tue spalle, mentre il tempo veniva scandito dal ritmo irregolare del suo respiro. Ma fu un colpo, sferrato proprio fra l'attaccatura delle cosce e la clitoride (sfiorata appena dalle lunghe dita dell'uomo) a farti sussultare vistosamente.
<<Permettiti solo un'altra volta a fare una cosa del genere, e non sai cosa ti combino!>> per quanto la sua voce non fosse alterata, il tuo tono era irrisorio, e si era evidentemente preso gioco di te, lasciandoti fare per poi trattarti come una bambina. Sentisti le guance e il collo avvampare e cercasti di coprire quanto più possibile il tuo sesso, messo in mostra dal tessuto sottile dei leggins. Il suo "non sto scherzando", così autoritario, confermò la tua teoria e la vergogna aumentò.
<<M...mi diapiace...>> dicesti assente, totalmente incapace di muoverti.
Un altro colpo ti venne inferto sullo stesso punto, accompagnato dall'ordine di alzarti. Eseguisti immediatamente e prendesti a massaggiare il polso stritolato dal docente. Nel suo sguardo non c'era malizia, ma un misto di severità e soddisfazione.
<<E adesso esci.>> disse con tono pacato mentre riafferrava la sua borsa a tracolla, dandoti le spalle.
Tu non prestasti attenzione alle sue parole, sconvolta ancora dall'umiliazione. Eppure nei suoi occhi c'era qualcosa che ti rassicurava, come se lui, pur offeso dalle tue pretese, comprendesse quelle fantasie.
<<ESCI!>> questa volta l'urlo a pieni polmoni ti penetrò ogni singolo capillare del corpo e, mugugnando appena un saluto, abbandonasti in fretta l'aula.
Mentre tu correvi verso il cancello esterno, senza voltarti mai indietro, il tuo professore ripensava al disastro che aveva appena evitato, al tuo corpo e ai tuoi occhi -che l'avevano incantato fin dalla prima ora di lezione- che non erano stati corrotti dall'impurità dell'unione che anch'egli tanto desiderava e a cui da tempo cercava di sottrarsi.

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