Immagina un demone

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La porta si aprì lentamente, senza cigolii.

Avevi abbassato le tapparelle per evitare che la luce di quel tardo pomeriggio estivo filtrasse nella tua camera.

Avevi da poco finito di decorare una candela.

Era del tutto bianca con un pentagono al centro rivolto verso l'alto.

La lasciasti su uno scaffale fra i libri senza pensarci, ma in quel momento era l'unica cosa a cui pensavi.

La saliva fredda scese lungo la gola, arrivando allo stomaco che già tremava.

Non poteva essere stata la corrente.

Ne avevi viste troppe di serie sui fantasmi.

Ti allontanasti in fretta dalla stanza, tornandoci solo qualche ora dopo per dormire.

Avevi gli occhi chiusi e le coperte fino al petto.

Sentisti una leggera pressione sulla spalla destra e pensasti subito a tua madre che probabilmente era venuta a controllarti.

Poi la pressione divenne leggermente più alta e riuscisti a distinguere il contorno di una mano sulla tua pelle.

D'un tratto quella forza sparì e tu ti voltasti verso l'interruttore.

Non c'era nessuno.

Forse era stato un sogno.

Passata la notte di alzasti molto assonnata e con la bocca alquanto impastata.

Raggiungesti il grande specchio del bagno, e lo spettacolo non fu avvincente: tre lunghi graffi deturpavano la tua coscia in tutta la sua lunghezza.

Sembravano sanguinare ancora.

Ti precipitasti verso il tuo letto, alzando le mani allo scaffale dove avevi riposto la candela.

Aperta la finestra, la lanciasti con violenza verso il marciapiede, non curandoti dei vicini che ti osservavano dai loro balconi.

Ti sciacquasti il volto per riprenderti.

Dopo due giorni la ferita non si era ancora rimanginata, ma non sopportavi più il caldo soffocante della casa: avevi bisogno di uscire, poco importava che qualcuno avrebbe potuto vedere quel graffio.

Ti preparasti in fretta e raccogliesti una delle tante borse accanto alla porta della tua stanza.

Arrivata all'ingresso urlasti a tua madre che saresti tornata tardi e senza aspettare risposta corresti giù per le scale.

Apristi la borsa per prendere le chiavi del portone.

Gli occhi spalancati.

Il volto pallido.

Il sangue sulla coscia.

Provasti di nuovo la sensazione che qualcuno ti stesse toccando.

Non riuscivi a muoverti.

Nella borsa c'era solo quella candela bianca.

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