Immagina

Immagina una moto

Hai appena comprato la moto che ti piaceva tanto e te ne vanti sfrecciando per le stradine del tuo piccolo paese.
Corri, senti l'aria sferzarti il petto e spettinarti i capelli.
Schivi le auto in coda con destrezza: hai la tua BMW serie K da appena un quarto d'ora e la domini come se il rombo del motore scorra da sempre nelle tue vene.
Si avvicina l'incrocio al quale dovrai fermarti per prendere al volo la tua migliore amica.
Senti uno strano tintinnio che ti riporta ai tempi in cui frequentavi i banchi di scuola e ricordi che è ora di tornare a casa per centinaia di bambini.
Giri bruscamente verso la traversa dell'incrocio, scansando gli infanti all'uscita.
Fai appena in tempo a notare la tua amica che ti saluta in lontananza e perdi il controllo della moto, già sottoposta a troppe fatiche per un motore al suo primo giorno.
Ti schianti sul muro dell'asilo nido della città, senza casco né protezioni.
Il sangue schizza ovunque ricoprendo le pareti gialle dell'edificio e i grembiulini bianchi dei bambini che se ne stanno ad aspettare l'arrivo dei genitori.
Senti l'urlo acuto dei piccoli dagli occhi sconvolti e macchiati di paura, seguito da quello della tua amica, spezzato dai singhiozzi.
Il tuo cranio va in frantumi e cade a pezzi, e dall'enorme foro cola senza freno un liquido grigio, alternato a grovigli di materia cerebrale che si infrangono al suolo e si spargono sui resti del tuo corpo morto.