Immagina un sabato

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Come al solito ci recammo in quel locale sul mare tanto famoso e rinomato fra i liceali.
Mi ero preparata meticolosamente e quella sera sarei stata perfetta e avrei attirato l'attenzione di ogni mio compagno.
Marco passò a prendermi in macchina e fortunatamente mi sedetti sul lato del passeggero lasciando alle altre i posti dietro.
Mi fece qualche complimento sul vestito bordeaux e accelerò fino alla piazza principale per caricare in macchina Amelia, Alex e Franco
In meno di venti minuti fummo al bancone del bar con una birra a testa fra le mani.
Esagerammo come ogni volta, ed ogni volta chiedevamo a mio padre di riaccompagnarci.
Questa volta dovemmo cavarcela da soli.
La musica di quello che mi ricordava tanto un rave party rimbombava nella mia mente e mi regalava uno strano senso di assuefazione comune.
Marco e Franco si scatenavano strusciandosi contro i due pali principali della sala, applauditi da un corteo di ragazze senza inibizioni.
Amelia e Alex erano ormai a vomitare in un angolo.
Era inutile continuare a guardarli, perciò mi dedicai a slinguazzare con un tizio semi drogato accanto a me.
Erano appena le quattro quando ci mettemmo a cercare la nostra auto fra le tante parcheggiate nel grande piazzale esterno.
-Me ne sono fatte due!- disse entusiasta il guidatore.
-Canne?- Alex si era seduto accanto a lui e lo sfotteva con pugni leggeri.
-Macché! Due gnocche da paura-
In auto si levarono i cori di noi ragazzi.
Io ero stretta fra Amelia e Franco, seduti con me dietro, e per quanto odiassi quel puzzo di marcio che emanavano entrambi, devo ancora ringraziarli per avermi tenuta fra loro.
Marco aveva bevuto tanto, troppo, e aveva perso ogni concezione dello spazio.
Tentò di superare un'auto che sfrecciava davanti a noi, ma sterzò bruscamente e la vettura finì contro un guardrail già ammaccato, rompendolo del tutto.
Precipitammo per un paio di metri, e le gomme non attutirono il colpo.
L'auto continuo a slittare e la crepa che si era aperta a lato finì per squarciare completamente la macchina all'impatto con un albero.
L'unica cosa che ricordo è il sangue dei miei amici che cola sul mio corpo, mentre l'aria si infiamma delle mie urla.
Il giorno dopo appresi, fra i filo delle flebo, che Alex, Marco e Franco erano morti sul corpo, mentre Amelia sarebbe rimasta intrappolata per sempre in un coma irreversibile.

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