Immagina Alvaro Morata

1K 31 1
                                    

Ti accarezzò dolcemente le spalle.
Sentivi benissimo il suo petto premere contro la tua schiena mentre lui massaggiava delicatamente il trapezio teso.
-Sarai la migliore, campionessa!- ti sussurrò avvicinando le labbra al lobo dell'orecchio.
Fece scivolare le mani fino ai tuoi fianchi, provando a rilassare i tuoi muscoli.
Ti strinse ancora una volta e ti lasciò andare verso il centro del campo perfettamente tosato.
Posizionasti meglio il pallone al cerchio del centrocampo e alzasti lo sguardo per guardare negli occhi la tua compagna di squadra.
Praticavate calcio femminile dal secondo liceo, e questa era forse la partita più importante.
Prima che l'arbitro segnasse l'inizio della partita, ti voltasti a salutare il tuo Alvaro con un cenno della mano.
Lui ti sorrise mostrandoti il paradiso bianco e lucente che le sue labbra racchiudevano.
Ti fece segno col pollice che tutto sarebbe andato per il meglio e finalmente scostasti gli occhi dalla panchina della tua squadra dove lui era seduto e tornasti a concentrarti sul pallone.
Ecco il fischio dell'arbitro.
Subito scattasti sul pallone tiratoti nuovamente dalla tua compagna e con un passaggio a dir poco perfetto servisti la palla ad un'attaccante.
Il tuo ruolo da regista era essenziale per l'intera squadra, per questo raggiungesti la zona dove l'azione era nel pieno del proprio svolgimento.
Inavvertitamente ti ritrovasti la palla fra i piedi e con un gioco abile delle gambe superi un difensore impreparato.
Eccoti lì, a pochi metri dalla porta.
La donna alla porta cercava di prevedere i tuoi movimenti, ma tu rimanesti quasi immobile per un tempo che sembra infinito.
Spostasti l'intera gamba all'indietro e provasti a bilanciare il peso del tuo corpo portando le mani in avanti.
Rilasciasti la gamba permettendo ai tuoi muscoli di dare forza al pallone, e con quella che ti sembrò una lieve carezza scagliasti un razzo verso l'angolo della porta.
Per tua sfortuna l'estrema potenza del colpo dirottò la palla sulla curva quasi vuota.
Camminasti all'indietro verso centro campo mordendoti le dita, ma subito sentisti chiara la voce del tuo fidanzato chiamarti dalla panchina e incoraggiarti.
-Sei un mito splendore!- come al solito le sue parole erano dolci quanto la sua voce.
In un gesto di scherno muovesti il braccio verso il basso e aspettasti il rinvio dal fondo, sicura che ad ogni modo Alvaro avrebbe saputo consolarti a partita conclusa.

ImmaginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora