Immagina il tuo fidanzato

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-Ciao amore!- sarebbe statata la tua ultima occasione di sentire la sua voce e nemmeno lo sapevi.
Si avviò sulla sua moto, sferzando la strada con gli pneumatici nuovi di zecca.
Si allontanò come ogni mattina, mentre tu rimanevi alla porta per diversi minuti prima di vederlo scomparire fra le curve.

Aspettasti il suo ritorno fino al tramonto, tra una telefonata agli amici e un telefilm, e poi fino all'alba successiva, senza che il rombo del motore della sua moto ti destaste dal tuo stato di dormiveglia.
Fu un altro motore a svegliarti quel giovedì mattina: un'auto bianca e blu, con una sirena spenta fissata sul tetto della vettura.
Due uomini nella loro uniforme scura e un affare nero in mano dal quale usciva una voce metallica e incomprensibile.
Un camion ha fatto una manovra sbagliata, non si è fermato all'incrocio ed ha sbandato, colpendo il tuo fidanzato.
Lui non ce l'ha fatta.
In un attimo ti comunicarono la triste notiza, e il tuo mondo cadde come un castello di sabbia colpito da un calcio, un calcio dritto al tuo stomaco, al tuo cuore, alla tua anima.
Non potevi crederci.
Tornasti sul tuo divano, a piangere silenziosamente, aspettando che il dolore diminuisse e ti permettesse di alzarti, ma forse non sarebbe mai successo.

Da quel giorno di primavera continui a ricevere telefonate, ogni volta che incontri un uomo, in qualsiasi posto, anche dove il telefono non prende affatto.
Tutte da un fidanzato geloso, che ha paura di perderti.
Finite per litigare ogni volta, e poi fate pace parlandovi dolcemente.
-Tu non hai paura di perderlo?- continua a chiederti una tua amica dopo ogni litigio.
Lei non sa nulla.
Rispondi ogni volta di no, lasci perdere, cambi argomento e aspetti una sua nuova chiamata.
E aspettando rimani lì a fissare il suo contatto, finché non ti viene voglia di dirgli come stai, di sentirlo vicino.
E gli telefoni, parlando al vento, fingendo i soliti litigi e beandoti delle parole dolci che lui non può più rivolgerti, inventandoti ogni volta una scusa diversa.
Perché lui ormai non c'è, ma tu non puoi separarti da lui, ne hai bisogno, non riesci ad abbandonarlo; lui non doveva andarsene, doveva rimanere con te.
Ed ora continui a fissare il suo nome sul piccolo display del cellulare, sperando che prima o poi il dolore ti permetterà di alzarti, così come due anni fa, o che qualcuno riesca a farti dimenticare tutto ciò che è successo.

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