Immagina myhero_njr

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Come ogni mattina arrivò poco più tardi di te al cortile della scuola, accompagnata da alcune sue cugine.
Vedesti la figura ormai snella avanzare verso la tua postazione proprio accanto all'ingresso.
La borsa piena di quaderni su cui scrivere le sue storie e pochi libri, con la maglia numero 11 del parcellona che pendeva, scivolava lungo i polpacci magri, ondeggiando ad ogni suo passo sugli stivalti alti.
-Buonsalve!- disse poco felice di un nuovo giorno di scuola.
-Continui a mangiare solo pomodori?- continuasti a sfotterla per la sua strana ma efficace dieta, mentre lei provava a prenderti a pugni.
Proprio quando sollevò il braccio notasti una grande macchia nera a lato, contornata di viola.
Un livido.
-Che hai combinato?-
-Le giostre...buongiorno!- si interruppe per salutare il professor Ruo che entrava sempre puntualissimo con pile di libri fra le mani.
-Pronta per latino?- le chiedesti, ma sapevi che la verifica non la spaventava.
Appena entrate andasta in aula compiti, lasciando agli altri il registro da portare con voi.
Lei si mise avanti, accanto alla cattedra, con la professoressa a meno di un metro dal suo banco.
-Ragazzi, questa volta non riuscirete a copiare!- esordì la solita illusa.
La tua miglior nemica era colei che vi passava la versione trovata su internet, e questa volta non solo il livido al braccio, ma anche la prof. vicinissima le mettevano i bastoni fra le ruote.
Ormai convinti di non poter copiare consegnaste i cellulari e dopo due ore di agonia lo stesso destino toccò ai vostri fogli semibianchi: dritti sulla cattedra.
-Oh questa volta carta bianca anche tu!- scherzasti per sdrammatizzare, affibbiandole un pugno sulla pelle tumefatta.
-Io ve l'ho mandata sul gruppo di classe whatsapp!-
Il tuo viso paonazzo doveva essere assai divertente a giudicare dalle sue risate, ma eri davvero sorpresa, ammutolita, spaventata.
Aveva la professoressa a mezzo metro da lei, sarebbe bastata un'occhiata veloce, una titubanza, e l'insegnante avrebbe capito tutto.
Eppure era riuscita a copiare.
Uscisti dall'aula, con lei che rideva, e i tuoi compagni che assumevano la tua stessa espressione meravigliata man mano che venivano a conoscenza di quell'impresa.
Ora la domanda era solo una: come cazzo ha fatto a copiare!?

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