Immagina un rigore

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L'erbetta del campo si piega sotto le tue scarpette bianche.
La striscia a lato che ricalca il marchio di fabbrica è accesa come i tuoi occhi, folgorati dal riflesso degli spalti.
Sopra la traversa, il vero mondo ti appare dominante ed imprime nelle tue vene la pressione che dovresti scacciare.
Ma il tuo mondo, quello sognato da bambino e vissuto da adulto, è in quell'unico pallone, a pochi passi sotto i tuoi occhi.
La mente prova a buttar via ogni angoscia.
È il tuo destino.
Devi diventare il miglior calciatore del tempo.
È una promessa.
Avanzi analizzando il percorso della tua formazione calcistica.
Le sferzanti sconfitte e i brutali pareggi.
Le vittorie sfiorate e le urla di gioia, dolore, rabbia.
L'ira che accende le partite e brucia i muscoli che scattano verso la porta avversaria.
Ma ora è il momento di un semplice, quieto, calmo rigore.
La punta del tuo piede migliore sfiora esternamente il pallone, sollevando fili d'erba che si incollano alla tua pelle sudata.
La palla sfreccia come un bolide verso il palo sinistro, ma alla giusta distanza la frustata della tua caviglia ne cambia la traiettoria, proiettandola verso l'angolo destro.
Ormai il portiere è a terra, ingannato dalla tua bravura.
Il ghigno sul tuo volto è il preludio dei guaiti del pubblico.
La tua palla è in rete, il tuo futuro nella tua mano.

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