E dopo secoli (due mesi?) d'assenza, eccomi tornata. Missione segreta in Cambogia, pardon.
Su richiesta di @xx1D_are_my_smilexx. Era dolce, vero? Beh, forse non corrisponde perfettamente al genere
Erano passati anni dall'ultima volta che l'avevi visto, seduto alla destra del preside in quel ristorante che avevate prenotato per festeggiare la maturità tanto attesa.
Parlava, come tutti gli altri, faceva battute e scambiava dolci occhiate con i suoi alunni preferiti, sapendo che non avrebbe più rivisto molti di loro. Fra quelli c'eri anche tu, non molto distante dall'uomo che ti aveva letteralmente stregata per quasi tre anni, e il cui ricordo, per altrettanto tempo, non aveva mai abbandonato la tua mente.
Era lì, indaffarato davanti al suo computer in quel garage che lui chiamava ufficio e voi alunni "antro infernale", quello in cui vi aveva invitati molto tempo addietro per completare i percorsi d'esame.
E tu, dall'altro lato della strada, fissavi la sua schiena, indecisa sul da farsi: entrare, abbracciarlo e ricordare i vecchi tempi? No, non avresti sopportato il suo tocco e il pensiero di infastidirlo avrebbe potuto ucciderti.
Godesti ancora un po' la sua muscolatura ancora giovane e ti avvicinasti, picchiettando sul muro gelido.
Si girò di scatto, non si aspettava una visita, e soffermò lo sguardo sulle tue scarpe, salendo lungo le gambe fino al collo. Poi i suoi occhi incontrarono il tuo viso, e ti riconobbe, pronunciando in un lieve sospiro il tuo nome.
Pochi attimi di imbarazzo, un colpo di tosse e subito distolse lo sguardo dicendo <<Liam, emh, ti presento una delle mie migliori alunne... Ex...alunne, a dire il vero!>>.
Seduto in un angolino c'era un marmocchietto dai capelli corti e scuri; non poteva avere più di 14 anni.
Cos'era quella strana sensazione che stavi provando, quella che ribolliva nel tuo stomaco? Gelosia, forse?
<<Non direi proprio, Signor Styles.>>
<<Ti prego, chiamami Harry.>> ti guardò a lungo. Dai suoi occhi traspariva la malinconia che provava nel non poterti vedere tutti i giorni fra i banchi di scuola, e allo stesso tempo la dolcezza che provava nell'averti ritrovata, più adulta eppure ancora una ragazzina rispetto a lui.
<<Lui è qui per una ricerca,>> sembrava volesse giustificare la presenza di un intruso a disturbare il vostro incontro, <<ma, per favore, accomodati e raccontami un po' di te!>> disse posizionando una sedia accanto a quella dove poco prima stava lavorando lui.
Gli parlasti dei tuoi studi e dei vecchi compagni di scuola, ormai dispersi nelle varie università del Paese, e lui continuava a guardarti con un sorriso dolce che faceva comparire delle splendide fossette sulle guance rosse per l'emozione.
<<Professore, io andrei...>> vi interruppe il ragazzino con un paio di fogli in mano.
<<Aspetta! Devo farti vedere una cosa dato che ti piace disegnare. L'ho conservato, sai?>> si stava rivolgendo a te. Si mise a frugare fra le cartelle accatastate sul pavimento e, con un urlo di gioia, ne poggiò una rossa sulla scrivania.
Capendo cosa avesse conservato per tutto quel tempo, ti alzasti e allungasti il braccio verso il suo petto sperando di fermarlo in tempo. La sua camicia era fresca e piacevole al tocco, ma non morbida quanto la mano che ricoprì la tua, e il gelo del tessuto non era nulla rispetto al calore che investì il tuo intero corpo quando la tua pelle entrò in contatto con le sue dita delicate.
Stupita da quel tocco ritirasti la mano, in fretta, senza nemmeno guardare i suoi occhi che si erano voltati a cercarti, avvertendo forse quelle stesse sensazioni.
Senza scomporsi estrasse un disegno dal mucchio di fogli e lo mostrò allo studente.
<<Anziché seguire la lezione, lei passava ore e ore a fissarmi per farmi ritratti. E devo ammettere che le venivano benissimo...>> lo ringraziasti per quel complimento, ma lui continuò <<...scommetto che non ne sei più capace!>> passò una mano fra i ricci con aria di sfida.
<<Se la pensa così... Harry...posso sempre dimostrarle il contrario!>> mantenere il lei aveva scaldato la tua frase.
<<Abbassa la serranda quando esci, Liam!>> ordinò con un ghigno e il marmocchio ubbidì.
Non appena udiste il tonfo del metallo sul marciapiede, lui posizionò una sedia al centro della stanza, indicando fogli e matite sulla scrivania.
Ti accomodasti anche tu, mentre lui sbottanava parte della camicia e aggiustava i pantaloni, mettendosi in posa.
<<Mi sei mancata.>> ammise sinceramente e costringendoti a stringere maggiormente le cosce per tentare di alleviare i desideri che si facevano largo nella tua mente.
<<Anche lei, professore...>>
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Immagina
FanficRaccolta di IMMAGINA personali e su richiesta, qualsiasi genere, stile, personaggio e situazione. Copertina di @aliss19