Immagina tuo cugino emo

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Su richiesta di DevilSlayer99

Lo stavi aspettando da quaranta minuti alla piazzetta dove vi eravate dati appuntamento.
Era in ritardo come al solito.
Probabilmente due ore e un quarto non gli bastavano per sistemarsi
-Weila?- spuntò alle tue spalle e ti ci vollero diversi minuti per riconoscerlo.
Era vestito tutto di nero, come la notte dietro di lui.
L'orecchino cilindrico in stile calamita incollato al lobo dell'orecchio destro donava un po' di luce alla sua figura cupa.
Gli facesti una strigliata per il suo ritardo, ma probabilmente non aveva sentito una sola parola perché era troppo impegnato a passarsi le dita fra i capelli castano scuro alternati a ciocche blu intenso.
Si avvicinò a te ancheggiando vistosamente.
Ad ogni passo la catena che aveva fra i passanti del jeans nero aderente sbatteva sulla coscia e tintinnava fastidiosamente, mentre la luna si rifletteva sul teschio argenteo che vi era appeso.
Notasti la stampa grottesca della maglietta.
Sul suo petto un teschio quasi reale era ricoperto di sangue, mentre sulle maniche si alternavano disegni geometrici verdognoli, dello stesso colore della scritta "Memento mori" impressa sulla stoffa leggera.
Aveva le braccia piena di tagli e di graffi che solitamente si procurava durante gli incontri con la sua compagna di classe.
-Ti piace la cintura? Le borchie c'erano anche color oro, ma non mi piacevano.- disse muovendo la mano in avanti con fare femminile.
-Cosa c'è? L'argento ti rende forse più freddo, ieratico e distaccato da noi umani?- sbuffasti, lui non sapeva nemmeno cosa volesse dire essere emo e si vantava tanto di portare catene e borchie varie.
Scompigliasti i suoi capelli lunghi fino alle sopracciglia e scatenasti un suo urlo acuto di rimprovero.
Circondò la tua spalla col suo braccio, e potesti sentire il suo arto scheletrico premere sulla tua schiena e portarti al suo petto fatto d'ossa.
-Su su cuggì che ti devo raccontare che ha fatto Floriana, tu non puoi capire!- continuava a muoversi come una donnicciola.
Prese a raccontarti tutti gli avvenimenti del giorno, mentre tu di dedicasti a giocare con la sua catenina senza dargli retta.
Il suo lamentarsi dei suoi ottimi voti lo rendeva un miserabile.
L'unica cosa che avresti voluto fare era strappargli la cintura con le borchie per dare una fine alle sue lamentele.
-Uh sono in ritardo: dovevo uscire con Cosa mezz'ora fa, cazzo!- disse accennando un sorriso e scostandosi subito da te.
Facesti appena in tempo a guardarlo in quei suoi occhi scuri prima di vederlo andare via, ma non rinunciasti a urlare il suo nome.
-Che c'è?- ti disse sbraitando.
-Ti cola la matita!- .

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