Immagina uno sgabellato

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Si avvicina al tuo corpo con la sua andatura saltellante.
Sembra ubriaco e barcolla, ma tu sai bene quali sono le ragioni di quello sbilanciamento.
Le sue movenze tarde derivano dalla lentezza dei suoi neuroni, particolare che caratterizza anche la sua prole.
Ti sembra di sentire ancora l'eco della portiera del suo furgone grigiastro che viene violentemente sbattuto contro la vettura, ormai vecchia e in rovina.
Le pietre sollevate dai suoi scarponi consumati rotolano verso i tuoi piedi, e la polvere punta a sporcare i tuoi pantaloni.
-Che hai visto mia figlia?- dice mettendo in mostro la lingua biancastra.
Il suo alito fetido si incastra nelle tue narici.
Vorresti suggerirgli di lavarsi, ma ti trattieni e gli rispondi alzanto le spalle, sprezzante e disgustato.
Cali il volto ma nella tua mente è ancora ben marcato il contorno del suo volto.
Il lobo delle sue orecchie sporgenti conduce al suo naso sproporzionato, che cresce verso i suoi occhi.
Sono inverosimilmente azzurri, ma striati di uno strano colore che sa di vecchiaia.
Un azzurro sporco e lattiginoso, che il sole di mezzogiorno inoltrato contribuisce a devastare.
I raggi solari si insinuano fra i suoi capelli, se quell'ammasso di peli può definirsi tale.
Sorridi all'idea del tuo gatto che vomita palle del suo pelo biondo proprio sulla testa dell'uomo.
Il suo diploma da parrucchiere lo avrà comprato su ebay.
La sua risata ti riporta alla realtà: è ancora lì davanti a te e cerca spiegazioni.
Ma perché mai non si fa la barba?
Lasciarla così incolta lo rende un immondo sacco di spazzatura, specie se relazionato alla sua strana e scoposta mole.
Ma ecco che alle tue spalle si libra una risata assordante.
Allora era solo un sogno: non l'avevi davvero uccisa.
-Paaaaaa- urla nonostante la breve distanza fra i loro corpi -sto quaaaa!- parlare correttamente l'italiano non fa parte parte dei suoi buoni propositi per l'anno nuovo.
Ti supera saltellando, permettendo al grasso delle sue cosce di muoversi perfettamente sotto i jeans.
Sputa la cica propro accanto alle tue scarpe nuove, e forse per te è un bene non vederla masticare, sai bene quanto può essere orripilante.
Lega i capelli biondi e sporchi in una cipolla disordinata, e puoi benissimo vedere la sua nuca piena di pelle morta.
Ti saluta pronunciando il tuo nome, nessuno lo pronuncia peggio.
E si avvia col padre, imitando la sua andaturla altalenante, già con la mano alzata e la bocca aperta per urlare un saluto alla sorellina nel furgone.
E come se tutto questo non bastasse, quello sgabellato del padre si volta a farti l'occhiolino e ti saluta sventolando la sua mano tozza in aria.

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