Capitolo 4- L'incubo senza fine

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Cecily guardava sconvolta Beth, senza sapere cosa fare. Gridava in modo straziante, agitandosi nel sonno, il viso stravolto.  La Guaritrice le avvicinò una coppa colma di un liquido sedativo alle labbra, ma la ragazza si agitava troppo e finì con il rovesciare il contenuto sul pavimento. Alla fine rinunciò e si limitò a restare immobile, guardando il corpo fragile che si rigirava nel letto, l'urlo straziante che le echeggiava in mente...

Ricordò un altro urlo, quello della madre mentre la casa bruciava, il suo dolore che si riversava fuori attraverso quel suono inumano, i capelli rossi che sventagliavano attorno al viso mentre fissava il corpo  del marito, gli occhi dorati chiusi per sempre...

Cecily indietreggiò inciampando fino alla porta, mentre l'urlo cessava di colpo come era iniziato, e la spalancò. Corse via, lontano dal corpo della ragazza, lontano da quello che la stava tormentando, verso la stanza di Alexia. Sapeva che era sbagliato che avrebbe dovuto restare con Beth, ma era troppo. Troppo guardare quel corpo che veniva da Edom, torturato e piegato e....

Ricordava l'odore acre del fumo, i capelli della mamma, il fuoco tutto attorno, la casa ridotta in cenere che vorticava nella notte...Helemia e le sue dolci parole nelle notte tiepide dove nessuna luce rischiarava la sua stanza.

Prima di rendersene conto stava bussando alla porta di Alexia. La ragazza aprì e la fissò, sorpresa; indossava una canottiera verde e dei pantaloncini neri e aveva i capelli legati in una coda, come se fosse pronta per andare a letto. Stringeva uno spazzolino in mano.

-Cecy-disse allarmata. -Cosa? ...

La Guaritrice le si gettò tra le braccia in lacrime.



Jamie non sapeva cosa lo avesse portato in infermeria. Era uscito dalla sua stanza per andare in biblioteca e suonare, come ogni notte, ma i suoi piedi lo avevano portato nel posto sbagliato. Stava fissando la porta dell'Infermeria, le mani in tasca. Beth era lì, pensò, con la sua storia non detta. Poggiò la spalla al muro, malinconico.

"Questa sì che è stata una sorpresa" aveva commentato Alex dopo cena, preparandosi ad andare in Missione con Antony.

"Non direi. Alla fine Matthew mi batte sempre a scacchi. Quel bambino sarà un Armato inestimabile negli attacchi di strategia."

Alex gli aveva scoccato lo sguardo "non-sto-scherzando" che riservava solo a lui.

"Intendevo il fatto che ti sei offerto di Vincolare Beth."

"Si tratta solo di una bugia innocente. Volevo darle un po' di tempo"

" Ti importa così tanto di lei? Non è da te. Essere così nobile, intendo. Io so che lo sei. Ma non lo dimostri molto... Perché con lei sì?"

Jamie non aveva risposto. Anche ora, appoggiato al muro, si chiedeva cosa lo avesse spinto a fare un gesto del genere. Beth era solo una Guardiana, non dissimile da cento altre ragazze. Ma qualcosa in lei lo aveva colpito sin da subito. Qualcosa di particolare che lo aveva spinto ad esporre il suo vero io per aiutarla.

Si avvicinò alla porta. Cecily la chiudeva a chiave ogni notte, per evitare che qualcuno andasse a trovare Beth di nascosto e Jamie fu sorpreso quando il legno ruotò cigolando sui cardini sotto la sua lieve spinta. Esitò, poi mosse un piede nella stanza. Le lampade erano tutte spente tranne una, che illuminava il letto più vicino e il silenzio era rotto solo dal respiro irregolare che proveniva da sotto le coperte.

Jamie avanzò verso la poltrona cautamente ed esitò, lo sguardo fisso sul viso pallido di Beth. Non era il tipo di ragazzo che studiava i visi delle persone. Non delle ragazze almeno. Era stato con molte Armate, innamorate di lui, ma di nessuna aveva mai guardato il viso. Non con interesse almeno; certo, alcune lo avevano affascinato, ma mai abbastanza: gli sembrava sempre di guardare la stessa opera dipinta un milione di volte, senza sfumature, senza cambiamenti...solo copie di un quadro che non gli piaceva davvero.

EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora