Capitolo 23- Era una bambina felice(parte 2)

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Bussò alla porta alle tre di notte, aspettandosi di non ottenere risposta. Pregando di non ottenere risposta, perchè di nuovo stava cedendo a quella parte di lui che non voleva rinunciare a lei. Invece, con sua somma sorpresa , la porta si aprì e rivelò la sagoma ben sveglia di Beth,gli occhi arrossati e gonfi, i capelli spettinati. Era difficile dirlo, perché era così malinconica sempre, ma le ombre sotto il suo viso si erano fatte più marcate e le sue labbra sembravano tremare. Aveva pianto, di questo l'Armato era certo. E odiò la Madre della Pace per averla fatta soffrire.

-Ah.-disse piattamente.-Sei tu. Chi altri poteva disturbare alle tre?

-Perché, ti do per caso fastidio?-ribattè Jamie con un sorriso cauto. Perché stava di nuovo rovinando tutto? Perchè non riusciva a starle lontano? - Posso andarmene se vuoi.

La ragazza scrollò le spalle.-No. Tanto sono sveglia. Prego, entra.

L'Armato mise piede nella stanza e si sentì come quando in battaglia un Demone aggirava la sua guardia e si trovava con le zanne al collo. Solo che lì non c'era nessuno a salvarlo. Beth chiuse piano la porta alle sue spalle e si buttò sul letto, rimbalzando contro il materasso. Il ragazzo si irrigidì istintivamente quando si accorse che la giovane Guardiana non indossava la solita camicia da notte troppo lunga, ma una maglietta bianca, probabilmente di Nadine, che le sfiorava appena le cosce nude. Ebbe un brivido ed esitò, poi scacciò il pensiero che si era affacciato nella sua mente con forza e sedette accanto a lei, allungando le gambe snelle e stirandosi, cercando di non pensare a nulla. Perchè era lì? Non riusciva a dormire, a suonare, il viso di lei lo cacciava nei suoi incubi, lo fissava, lo obbligava a pensarla. Perchè Beth aveva quel potere? Perchè proprio lei?

-Come stai?-le chiese alla fine guardandola di sottecchi.-Non eri a cena, Marie si è agitata.

-Bene. Annette un po' mi mancava.- sorrise amaramente.- Magari non la sua incredibile mancanza di tatto nel ricordarmi che questo non è il posto per me.-disse la ragazza fissando il soffitto come se potesse vedervi dei meravigliosi disegni anzichè il baldacchino del letto.- Die che devo andare all'Eremo.

-Questo è esattamente il posto per te.- disse deciso Jamie, cercando di non guardare la pelle nuda della ragazza, segnata da cicatrici sottili e leggere come piume, ma crude nella loro bellezza. Deglutì; non era mai stato così in soggezione davanti a nessuno. Si voltò e scorse qualcosa che attirò la sua attenzione. Si tese sopra Beth e prese tra le dita un oggetto che il giorno prima di certo non c'era. Una piccola foto sbiadita, così sottile che temette di poterla veder sgretolare. Beth si raddrizzò di scatto e allungò una mano per riprendersi la foto, avventandosi con un gesto brusco contro Jamie. L'Armato la mise fuori dalla sua portata, trattenendo la giovane per la vita.

-Cosa è?-le chiese facendo sfoggio di una certa dolcezza. Beth si immobilizzò nella posizione non particolarmente comoda in cui era, la mano sul petto di Jamie, che gli graffiava la pelle, le gambe a cavalcioni dei suoi fianchi. Il ragazzo sentì un sobbalzo al cuore quando percepì il contatto con il corpo caldo della ragazza contro il suo.

-Una foto.- rispose piano.

-Una foto-ripetè lui.-Posso?

Lei parve sostenere una lotta con se stessa, come se fosse indecisa se permettere o meno all'Armato di vedere una cosa probabilmente molto intima. Jamie non riuscì ad evitare che la sua mano sfiorasse la sua gamba nuda, la pelle morbida ed accarezzasse dolcemente una cicatrice sottile che percorreva l'interno coscia della giovane, irregolare sotto le dita. Come se l'era procurata? Lei ebbe un brivido e posò la mano su quella del giovane, che la spostò sulla sua schiena, aiutandola a restare in equilibrio. Alla fine annuì. Rimase sopra di lui, che cercò di concentrarsi sull'immagine anziché sul peso di Beth o sul suo viso o sulle sue gambe o sul suo respiro che gli scompigliava capelli. Averla così vicina, era una tortura.

La foto ritraeva quella che piuttosto chiaramente era una normale famiglia in un normale soggiorno. C'erano un divano di pelle bianca e un tavolino di vetro dall'aria fragile, che scompariva quasi tra i rami di un grande abete di natale decorato con cura, una vera deliziosa esplosione di festoni dorati e luminose lucine colorate. Accanto all'albero stava ritta una donna dalla figura efebica, con gambe e braccia magrissime, un maglione rosso e una gonna nera al ginocchio. Aveva raccolto i capelli in una treccia scura che incorniciava un viso bello, raffinato, con un naso dritto e occhi di un castano placido. Per mano teneva una bambina sui sette anni, con in mano un'orsetto di pelo bianco e un fiocco tra i ricci neri. Aveva occhi grigi e sorrideva. C'era qualcosa di familiare nella forma del suo viso, ma era un che di lontano, vago. La donna teneva nell'altra mano un pennello sporco che faceva gocciolare del colore sulla gonna. Doveva aver dipinto qualcosa su una delle decorazioni e sorrideva, guardando in camera. E poi c'era un uomo alto, imponente, con occhi come nuvole temporalesche e pochi capelli scuri, che reggeva tra le braccia una bambina minuscola, che teneva tra le dita esili una stella dorata e si accingeva a mettere sulla punta. Aveva pochi capelli, forse castani e un sorriso dolce, sdentato. Il ragazzo sentì un calore improvviso diffondersi nel suo petto, facendolo quasi sciogliere.

-Beth.-sussurrò Jamie quando si rese conto che stava guardando la foto di famiglia della Guardiana. Lei annuì e riprese l'oggetto, stringendoselo al petto con tenerezza. Chinò il capo.

-Me lo ha lasciato Annette-disse in un sussurro.-Non mi ricordavo neanche che faccia avessero i nostri genitori. Non mi ricordo neppure chi ero prima di essere una schiava e non so cosa sarò dopo. Io non sono che un'ombra su questa terra, Jamie.

Lui avrebbe voluto allontanare la ragazza, lasciarla andare, non dover ascoltare quelle parole crude, quel dolore che trapelava dopo anni di silenzio. Invece fece la cosa più stupida che gli venne in mente. La abbracciò più stretta, accarezzandole la schiena. Poteva sentire il calore della sua pelle attraverso la stoffa leggera della maglietta che portava. Lei appoggiò la testa alla sua spalla, stringendo la foto, gli occhi chiusi.

-Mi dispiace.- disse infine l'Armato, contro la spalla magra della ragazza.

-No.-sussurrò lei piano.-Non dovrebbe. Loro sono morti. Loro sono solo un passato senza futuro. Annette e Elisabeth sono morte. Le bambine in questa foto non siamo io e La Madre della Pace. Non voglio accettare che delle anime così candide siano..diventate quello che siamo....Annie è morta tempo fa....Ed Elli con lei....

Jamie sospinse delicatamente Beth dal suo grembo fino sul materasso, piegandosi su di lei con tenerezza. La ragazza si era addormentata, stringendo la foto, cullata dalle sue braccia. Rimase sospeso su di lei per un po', guardando quel viso dolce e sereno nel sonno. Era una tortura non poterla sfiorare se non in quel modo, sapere che lei non sarebbe mai stata altro che quello, una sconosciuta. Eppure Beth era il suo cuore, era tutto quello che di buono c'era in lui. Aveva sciolto il ghiaccio, aveva rischiarato le tenebre e gli aveva fatto provare un sentimento che lui sapeva di non poter portare avanti, perchè non era nella sua natura.  Chiusi gli occhi, chinandosi sulla ragazza che non avrebbe mai potuto avere, e la baciò. Fu un bacio breve, dolce, un bacio che sapeva di lacrime. Le lacrime che Jamie stava versando, perchè si era reso conto di una cosa, una cosa che sapeva ma non poteva ammettere a nessuno. Beth sospirò sulle sue labbra e Jamie riuscì solo a dire la cosa più stupida che gli venne in mente, per renderlo vero, per sapere come sarebbero suonate quelle parole che non avrebbe mai potuto dire a nessuno, meno che mai alla ragazza stesa sotto di lui, addormentata. Le accarezzò la guancia, mentre le lacrime cadevano sul suo viso pallido.

-Ti amo Beth. Tu sei il mio cuore. Ma io non so amare, non nel modo che meriti. E il mio amore può solo portarti di nuovo all'Inferno, perchè io sono il Male e tu sei il Bene. E non posso farti questo. Un giorno ti ferirei e allora...avrei ucciso anche una parte di me. Perdonami.

Le baciò la fronte, giurando a se stesso che non avrebbe più permesso alla Guardiana di intravedere quel sentimento che stava emergendo prorompente e che Jamie sapeva essere destinato alla corruzione, come tutto ciò che riguardava la sua anima oscura.




ANGOLO DELL'AUTORE.

Allora pinguini, cosa pensate possa nascondere Jamie? Perchè crede di non poter amare? Cosa c'è di tanto sbagliato in lui? 


EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora