Capitolo 21- Errare è umano(parte 2)

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Antony stava sorseggiando un te seduto sul davanzale dello Studio mentre la Tutrice stendeva l'ennesima lettera per Elias. Sospirò, passandosi una mano tra i capelli presa dallo sconforto più cupo e la accartocciò, gettandola sul pavimento, già ingombro di palline di carta. L'uomo guardò il cielo virare dall'azzurro leggero all'indaco.

-Non riesco a credere che nessuno stia dando almeno un minimo della colpa a lui-commentò.- Dopotutto, Justin era il suo pupillo. Come ha potuto ignorare che fosse così interessato alle dimensioni demoniache?

-Lo penso anche io, ma non sempre gli Armati sono razionali-borbottò la donna.-A volte si divertono a fare i bambini spocchiosi. Come quando rifiutano di inviarmi altri rinforzi solo perché ospito una Fata. E perché non sono un uomo.

Antony ridacchiò nel te. Era dolce e caldo, come piaceva a lui. Stava per bere una bella sorsata quando la vide. La strada fuori dal Cancello era trafficata a quell'ora, un via vai di macchine e tra le loro sagome familiare...Una carrozza. La guardò incuriosito. Non era come le altre che percorrevano quella via trasportando i turisti. Era evidentemente invisibile agli occhi degli Umani e procedeva con grazia lungo la strada, fino a che non arrivò davanti al Cancello. Antony posò la tazza sul davanzale e balzò in piedi proprio mentre una figura velata smontava con eleganza e sfiorava le sbarre di ferro che tintinnarono. Un secondo dopo anche Marie si era alzata in piedi e guardava il campanello che segnalava l'arrivo di un ospite illuminarsi. Con un gesto diede il via libera a Chase per aprire, guardando agitata Antony.

-La Madre della Pace-disse Antony con uno sguardo indagatore.-Dalla tua faccia immagino non ti aspettassi un sua visita.

L'altra scosse il capo.-No-mormorò.-Vorrà parlare con me...riguardo a Beth

Corse fuori dalla stanza rapida, allacciandosi la camicetta spiegazzata. Antony azzardò un'ultima occhiata alla carrozza che saliva traballante il vialetto e corse fuori, seguendo la Tutrice.



Il dolore era doloroso. Jamie non aveva mai avuto un pensiero più stupido in vita sua. Battè per l'ennesima volta il pugno contro il muro accanto alla finestra, maledicendosi. Come aveva potuto fare una cosa del genere? Permettere a Beth di avvicinarsi, allontanarla, baciarla e poi farsi odiare? Come aveva potuto? Era sempre stato così attento. Così attento a non mostrare il suo cuore a nessuno. Così attento a tenere a distanza tutti. Solo Alex come vero amico, Alexia più lontana da lui. Mathew come peccato, come infrazione alla regola, come persona innocente da tenere vicina nonostante il pericolo. E il giuramento che aveva fatto, che aveva obbligato Alex a fare, perchè era la sua unica scelta e solo di lui poteva fidarsi. "Dritto nel cuore". Ma come poteva quel giuramento essere ancora valido se il suo cuore non gli apparteneva più? Era Beth ad avere il possesso di quella cosa nera nel suo petto. Lei che meritava qualcosa di puro e perfetto, non certo lui.

 Aveva le nocche sanguinanti, tanto per cambiare. La mano pulsava, gli faceva male. Cecily avrebbe fatto delle domande stavolta, probabilmente anche riguardo al bacio della notte prima. Ma non avrebbe avuto nessuna risposta. Stava contemplando il sangue secco sulla pietra del muro quando la vide. Contro lo sfondo della neve pareva brillare: la carrozza nera della Madre della Pace, guidata da una Guardiana. Cosa faceva lì? Si fermò davanti alla porta e lo sportello lucente si aprì; la donna ne scivolò fuori elegante, avvolta nella sua pesante pelliccia bianca. Sollevò per pochi secondi il bel viso privo di emozione verso le finestre dei piani superiori. Prima di rendersene conto, Jamie stava già scivolando di corsa lungo il corridoio. Corse giù per le scale e non fu sorpreso nel constatare che tutti gli Armati della Casa si erano radunati nell'ingresso. Alexia, Alex e Cecily si stringevano nel corridoio che portava all'Infermeria, Lilo e Nadine dovevano essere in palestra quando avevano sentito quel trambusto e guardavano l'Atrio incuriositi, ancora sudati. Matt era per mano a Antony che pareva pallido e spaventato. Marie attendeva al centro di tutto, sotto il lampadario brillante, le dita strette in grembo. La Signora della Pace era immobile, le braccia tese lungo i fianchi. Marie la salutò con un cenno brusco, espirando. Dalla postura rigida delle sue spalle, Jamie capì che era arrabbiata.

-Madre della Pace -disse tra i denti, con evidente tensione nella voce.-Cosa vi porta qui? Senza nessun preavviso.

-Domanda interessante. Avrete certo ricevuto la mia lettera riguardo a quello che è avvenuto ieri.

-Ho ricevuto centinaia di lettere-ribattè Marie con freddezza.-Fatico a ricordarle tutte. Ma sono certa che nessuna di esse annunciasse la vostra visita.

La donna non mostrò la minima emozione, come sempre dopotutto ed alzò la mano bianca come neve. -Risparmiate queste stupide e volgari battute per i vostri Armati. Io non ho bisogno di annunciare la mia presenza. Non quando le mie Guardiane sono in pericolo.

Jamie osservò la scena dall'alto e si rese conto dell'assenza di Beth solo in quel momento. Si oscurò e si voltò verso il corridoio alle sue spalle, chiedendosi se sarebbe comparsa, se avrebbe avuto la forza di affrontare anche la donna pallida ed emaciata che stava ritta nell'Atrio.

Marie impallidì.-Lei non....

-La voglio vedere.-la interruppè seccamente la donna, altera.- Immediatamente.

-Beth non...è in condizioni di...- balbettò Marie nervosamente.

-Va bene.-disse una voce alle spalle di Jamie. Il ragazzo si voltò di scatto. Beth era in cima alle scale, con aria sfinita.-Se mi vuole parlare, Marie, lascia che mi parli.

-Ma..-tentò di protestare la Tutrice, consapevole che tutto era inutile: se Beth voleva parlare con la Madre della Pace, allora non la si poteva fermare.- Non sei...sei ancora debole .

-Non c'è problema-incalzò Beth.-Per me va bene , se mi vuole parlare. Abbiamo molto da dirci, suppongo.

La Madre della Pace la fissò con un vago sorriso, il massimo dei sentimenti che Jamie avesse mai visto sul suo volto senza tempo.

-Elisabeth, vedo che non hai cambiato parere e modi-disse suadente.- Eppure non sei più una bambina.

Beth le scoccò un'occhiata annoiata.-Marie dove possiamo parlare da sole?

-La tua stanza andranno benissimo-interevenne la Madre in tono pacato.-Non ho tempo da perdere. Non mi serve uno studio per parlare con te.

-Ma pensa-disse piattamente Beth. Il suo viso era privo di espressione, immobile.-Per una che una volta non mangiava se non in Sala da pranzo è un bel cambiamento.

-Lo ricordi ancora, Elisabeth?

-Ricordo poco ma quel poco non si cancella mai, Annette. Per quanto ci provi, tu non te ne vai dalla mia testa. Non te ne sei mai andata da allora.

Jamie sentiva la tensione crescere nella stanza e portò automaticamente la mano all'elsa della spada, chiedendosi cosa gli avrebbe fatto l'Ordine se avesse attaccato la Madre. Marie stava guardando allarmata Beth e la donna, in piedi una di fronte all'altra con solo pochi gradini a separarle. Antony spinse Matthew dietro di sé, lanciando un'occhiata ad Alex, che estrasse senza farsi vedere un coltello e scambiò un cenno di intesa con Jamie.

-Ti pregherei di non chiamarmi col mio nome Mortale, Elisabeth.- disse infine la donna, muovendo un passo. Lo strascico del mantello frusciò sul pavimento di marmo.

-Io non sono Elisabeth. Elisabeth è morta tempo fa.-scattò la Guardiana in tono addolorato.- Sono Beth. La schiava di Epoh.

-Annette è morta tempo fa pure. Ma tu ti ostini a chiamarmi con il nome di una morta.

Beth serrò i denti.-E allora come pretendi ti chiami? Annie?

-Io sono la Madre.

La ragazza scrollò le spalle.-Per me non sarai mai altro che Annette.

-E tu per me sarai sempre Elisabeth.

Marie ruppe il silenzio carico di tensione che gravava sull'atrio, posando la mano sulla testa di Matthew. -Vi conoscete?-disse in un soffio. Quasi che non volesse essere sentita.

-Questo è uno dei tanti misteri che resteranno sempre nell'Eremo.

-Sciocchezze-sbuffò Beth, ma qualcosa nel suo tono si era fatto triste, distante. Sembrava che stesse soffrendo.-La conosco. La ricordo, lei è parte di me, di quello che ero. Elisabeth sarà morta nelle tenebre, ma non la sua memoria.  Lei è Annette.

-Elisabeth-ripetè la Signora e a Jamie parve di scorgere una lacrima scivolare silenziosa sulla pelle diafana.-Mia sorella.


ANGOLO DELL' AUTORE

Questa non ve la aspettavate, vero pinguini? u.u

EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora