Capitolo 17.- La stella della sera

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Era morta. Era in un luogo candido, con una densa nebbia grigia che velava lo spazio infinito attorno a lei e vedeva sagome indistinte, forse altri esseri umani, forse oggetti. Alzò la mano e si guardò le dita affusolate. Erano pallide, solide; le piegò e scoprì che esistevano. Non era morta, allora. Non ancora. Forse stava sognando.

-Cecily.- disse una voce dolce e melodiosa. Si guardò attorno, cercando di vedere oltre il fumo candido. Eccola. Helemia veniva verso di lei con i capelli che volteggiavano in una brezza dolce, gli occhi fissi sul suo viso, le lai ripiegate attorno al corpo in una massa scintillante. Indossava un abito grigio che le copriva il corpo da testa a piedi, lasciando nude le braccia marmoree. Sembrava serena, felice, quasi divertita di vederla lì, in piedi nel nulla ad osservarla.

-Helemia.- disse la Fata sconcertata.- Sono morta?

-Assolutamente no, cara, perchè dovresti?- disse la donna gentile, facendole cenno di sedere. Dal nulla erano comparse due scintillanti nuvole trasparenti, di una sostanza simile al diamante, sospese a diversi centimetri da terra.- Ma non ti puoi svegliare per ora.

-Non...non posso?-chiese Cecily sedendo cautamente.- Da quanto sono in coma?

-Non lo so con esattezza, a dire la verità. La luce di un Angelo per te è stata un duro colpo, ti ha stremata...e poi...qualcuno vuole che tu dorma.- disse Helemia, accomodandosi a sua volta, criptica.- Yerathel è tornato in Paradiso molto colpito ed ora mi ha chiesto di comparire qui, nella tua bella testolina. Un filino annebbiata, oserei dire, per aiutarti a capire.

La Fata strinse gli occhi.- Capire cosa? Che...che un Angelo ha molto potere?

-Non solo.- ribatté l'altra.- Ma non posso dirti nulla. Ciò che hai scoperto è stato talmente scioccante, e lo posso comprendere, che hai...come dire?...preferito dimenticare. Sei svenuta per la comprensione, la comprensione tanto della luce divina quanto di un altro...mistero. Ma qualcuno non vuole che tu dimentichi e così...- agitò una mano.- eccomi.

Cecily aggrottò le ciglia. Cosa aveva scoperto? Non lo ricordava. Eppure...era certa che fosse importante.

-Nadine e Lilo stanno bene?- chiese invece, ricordando i loro corpi nella neve, immersi in una pozza di sangue.

Helemia guardò in lontananza, verso la nebbia che andava dissipandosi lentamente.- Loro stanno bene, sì. Stanno bene. Lilo dice di dire ad Alex che lo ama e lo aspetta, ma non troppo presto. Che ha una lunga storia da raccontargli, al momento giusto. Nadine vuole che ti congratuli con Antony per aver dimostrato quanto vale e che...che Matje le mancherà moltissimo.- sorrise ironica.- Le ha fatto piacere scoprire che era proprio lui, anche se per una vita è stata cieca....

-Beth. -le si strinse il cuore.- Lei dove è ora? Me lo sai dire?

La Fata fece un gesto casuale e una porzione di nebbia si addensò e divenne trasparente. Come attraverso una finestra, Cecily vide l'Infermeria, Alexia che dormiva con il capo sulle braccia, le lacrime agli occhi e Beth ai piedi del suo letto, che la fissava triste. Sembrava un cadavere.

-Oh Lexia...- sussurrò.- Non le ho detto che suo padre era un Armato...il migliore amico di mio padre.

-Sei certa di volerlo fare? Alexia ed Alex sono Armati, lo hanno scelto. Cosa importa se era il loro destino? Elisabeth ha chiaramente dimostrato che siamo noi a decidere cosa fare delle nostre vite.

Cecily chinò il viso.- Lei andrà all'Eremo, vero? Lo vuole fare, si vuole arrendere.

Helemia guardò attraverso la finestra verso Beth.- Quando la vidi ad Edom.- disse lentamente.- Credetti che sarebbe morta; è così piccola, così minuta e fragile. Eppure ha la forza di un tornado, la piccola Beth. Neppure la sua anima è morta. Lo hai visto vero? È luminosa nonostante tutto. Ma non rimarrà nella Casa, questo no. Non capisce ancora cosa sia l'Amore e Jamie...

Cecily annuì stordita.- Lei se ne vuole andare perché lui è un Contaminato e rifiuta il suo amore...e...e...- sbatté le ciglia. C'era un ricordo che lottava per emergere, qualcosa riguardo all'anima dell'Armato.- Jamie ha un anima strana. È successa una cosa strana alla sua anima.

Helemia la guardò senza sorridere.- Cosa cara?

Si sforzò di ricordare.- Era come se avesse...la sua anima è talmente strana. La prima volta che l'ho vista era talmente luminosa da fare male. Era accecante. Era solo luce pura, senza nessuna forma accennata...Credevo fosse perchè è un Contaminato ma...ma è assurdo che sia luminosa, no? Poco prima che comparisse Yerathel però qualcosa era cambiato e dopo l'Angelo ha detto qualcosa che...- si massaggiò la fronte.- Non riesco a ricordare. Non riesco proprio. Ma ricordo di aver pensato....quell'anima non è umana. E ho capito...cosa era ma....

Helemia fece una smorfia, passandosi la mano sulle ali. Pareva scontenta, come se la avesse delusa.

Cecily si morse un labbro.- Helemia prima di andare contro Epoh, hai guardato verso di noi sulla porta. Hai detto un nome e...e poi sei corsa via.

-Sì.- confermò la donna impassibile. Cecily pensò a come quello fosse un dettaglio importante...dalla nebbia emerse una luce dorata. Fu un colpo al cuore quando ricordò Yerathel che parlava.- Anche Yerathel lo ha detto. Sono sicura che ha detto lo stesso nome...e io...io...ho capito che Jamie...

Un vento violento spazzò la nebbia, che si diradò. Cecily cadde dalla sedia e si trovò in una stanza immensa, completamente vuota. Helemia era scomparsa. Balzò in piedi, con la mente che correva. C'era qualcosa che doveva assolutamente ricordare. Cosa era? L'anima di Jamie, Yerathel, Helemia...c'era...c'era qualcosa che...che li collegava...era stato il suo ultimo pensiero, l'ultimo ricordo prima di allora...

-Herizel.- sussurrò una voce flebile. Si voltò di scatto, gli occhi sgranati.-. La stella della sera.

Due figure comparvero davanti a lei improvvisamente, facendola barcollare indietro. Una donna con lunghi capelli biondi e occhi scuri, che la fissava ripetendo quel nome come un mantra, le mani giute come in preghiera e un uomo, un uomo con occhi bianchi, che spiegava delle ali candide, allargando le braccia, dicendo qualcosa in una lingua straniera...

-Cecily devi ricordare.- disse Helemia da lontano.- Solo così Yerathel ti sveglierà. Lui amava Herizel, come un fratello, vuole che lui sappia. Liberalo da questa maledizione. Aiutalo!

-Herizel. Herizel...- ripetè Cecily mentre tutto turbinava e la terra tremava.- Herizel..non capisco!

La donna le tese le mani e le fece un cenno, mentre l'uomo la guardava affranto. Lei strinse le dita fredde tra le sue e lei vide una serie di immagini improvvise, violenti falsh che la fecero cadere a terra, ricordi non suoi che le invadevano la mente. Un fiume impetuoso. Ali candide. Parigi di notte, vista dall'alto. Una mano affusolata che accarezzava una pancia gonfia. Un temporale. Un corpo riverso a terra. Un portone. Un bambino dagli occhi chiarissimi che tendeva la manina...

E allora il ricordo sovvenne, rapido come un fulmine, violento. La fece tremare e vide le due figure sorridere, inchinandosi leggermente, mentre le nebbia le avvolgeva, mormorando qualcosa, qualcosa che suonava come "Merci".

Si destò con uno scatto, urlando.




ANGOLO DELL'AUTORE.

Allora pinguini...cosa credete abbia scoperto Cecily? Ed Herizel...chi è?

EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora