ANGOLO DELL'AUTORE.
Questo è il capitolo finale della prima parte. Domani dovrei pubblicare una storia, una sorta di interludio, che riguarderà una figura misteriosa che mi piace molto a essere sincera. Dopo pensavo di partire direttamente con la seconda parte: preparatevi a molto dolore, pinguini. Buona lettura! u.u
Per Antony fu un risveglio traumatico. La testa gli batteva come se fosse stata sede di una gran cassa e del rispettivo suonatore e la bocca pareva piena di sabbia. Si alzò a fatica dal letto, maledicendo la vodka e Marie, Jamie e l'intero Ordine.
A colazione scoprì di non essere l'unico ad essersi svegliato male. Chase aveva cucinato qualcosa di indefinibile, una sorta di frittelle dolci ricoperte da una salsa densa e tremedamente amara che emanavano un vago sentore di alcool che gli fece inaridire la gola e rivoltare lo stomaco. Mentre spiluccava con un senso crescente di malumore la sua porzione, Beth si sedette. Anche preso dai suoi patemi personali, non potè non constatare che pareva malata, molto malata. E aveva l'espressione propria di chi non si sente bene, oltre agli occhi molto rossi e gonfi. Cecily per contro aveva un sorriso sereno che Antony collegò subito a quello altrettanto radioso di Alexia. Suo fratello sorseggiava un te con aria cupa e Jamie era pallido, ma non sembrava aver risentito della sbornia della sera prima quanto Antony.
Lui stava per dire qualcosa al riguardo quando Matt entrò nella stanza allegro. Il bambino era l'unico ad avere sempre quel sorriso, pensò Antony triste. Per quanto ancora lo avrebbe conservato, se avesse iniziato l'addestramento?
-Giorno. Marie ti cerca-disse allungando una mano verso la zuppiera. Si fermò non appena sentì l'odore che saliva dalle frittelle. -Sono pessime-lo avvertì Jamie guardandolo con la coda dell'occhio.-E chi cerca Marie di preciso?
Matt si servì del pane con marmellata e indicò Antony.-Non lo so, ma c'è un bigliettino sulla porta del suo Studio con scritto Antony.
L'uomo deglutì. –Ho fatto qualcosa di stupido?
Il bambino si strinse nelle spalle.-Non so. Ho solo pensato di avvertirti.
L'Armato posò la sua forchetta con un sospiro.-Bhe, sarà meglio che vada.
Cecily lo guardò con severità.-Marie sta attraversando un periodo...difficile. Sii gentile con lei.
Antony non la guardò e si diresse a grandi passi verso la porta. Ficcò le mani in tasca per nascondere il loro tremore. Cosa poteva volere Marie? Non lo aveva mai convocato nel suo Studio per tramite altrui. Di solito era lui a presentarsi spontaneamente per passare qualche ora con lei...Non la vedeva da Natale, pensò con un brivido. Era troppo agitato e preoccupato per parlare; doveva chiarire cosa voleva prima di rovinare tutto con lei.
Bussò alla porta esitante e non ottenne risposta. Spinse leggermente la maniglia, aspettandosi di trovare la serratura bloccata, invece i cardini cigolarono leggermente. Lo Studio era immerso nell'oscurità. Le tende erano tirate e la scrivania vuota, senza i fogli appallottolati che generlamente la ingombravano. Non c'era traccia di Marie. Antony si chiuse la porta alle spalle allarmato. Qualcosa non andava. Si guardò attorno alla ricerca della nota stonata che aveva fatto scattare qualcosa nella sua mente. E capì. I libri. Le librerie che Marie aveva sempre curato con attenzione, che aveva lentamente gremito di romanzi umani, erano vuote. Rimanevano solo testi di consultazione dietro i vetri trasparenti, libri rari che non potevano essere conservati in biblioteca alla portata di tutti. Antony barcollò contro uno scaffale. Che fine avevano fatto quei romanzi? Si avvicinò alla scrivania cautamente, posando la mano su una delle Katane che aveva con sé. La grande sedia della Tutrice era vuota e le pile di carte che lui stesso aveva aiutato a redigere impilate ordinatamente, pronte ad essere schedate. La tazza di caffè che la donna teneva sempre a portata di mano era vuota, abbandonata in un angolo. Al centro della scrivania era posata una sola busta aperta, da cui spuntava un foglio. L'Armato lo prese e lesse le parole scritte in una grafia ordinata.
"Da Elias, Tutore della Casa di Berlino e Capo dell'Ordine
A Marie Tutrice della Casa Americana.
Sono venuto a sapere che in questo momento siete in condizione, per così dire, interessante. Voi sapete che non è ammissibile avere una Tutrice incinta, alle prese con Demoni e pannolini contemporaneamente. Per cui ho ritenuto necessario avvisare l'Ordine. I Membri hanno valutato gli ultimi avvenimenti -l'accoglienza di una Guardiana palesemente pericolosa, il tradimento di un Armato sotto la vostra supervisione, e gli attacchi sempre più frequenti che non siete riuscita a fermare -alla luce di questa vostra condizione. Ed hanno concordato che non sia colpa vostra, che l'errata valutazione del pericolo sia da imputare alla vostra condizione attuale.
Detto ciò, è stato deciso di prendere provvedimenti. In qualità di Membro più anziano dell'Ordine e Capo detentore del primo Trono ho il dovere di informarvi con questa missiva privata -che riceverà conferma con un'altra lettera firmata da tutti gli altri membri- della decisione da noi presa.
Marie, siete sollevata dall'incarico di Tutrice della Casa. Il vostro posto sarà preso dal vostro vice, Antony, fino a che l'Ordine non avrà trovato un successore degno.
Inoltre, data la vostra attuale condizione di salute, riteniamo che un ritiro lontano dal pericolo possa giovarvi. Siete pertanto trasferita immediatamente alla Casa di Londra,dove potrete trovare altre donne con cui parlare. Avete due giorni per raccogliere le vostre cose e liberare le vostre stanze.
Con la speranza di non dover arrivare alle maniere forti per convincervi,
Elias"
La lettera portava la data di un paio di giorni prima. Antony alzò lo sguardo. L'unica cosa che restava di Marie era la vecchia tazza sbeccata abbandonata sulla scrivania. Se ne era andata. Per sempre. Aveva perso l'amore della sua vita. Per sempre.
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EPOH- Tu sei mia
FantasyUna vita senza amore. Sembra questo il destino di Jamie, l'Armato più abile dell'Ordine. Almeno fino a che Beth non piomba nella sua vita con la forza di un uragano, decisa a combattere contro l'oscurità che incombe, decisa ad essere libera per la...