Capitolo 28- Seta e sangue

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-Beth hai l'aria di non stare troppo bene. -annunciò Alexia la mattina dopo, entrando nella stanza della ragazza e svegliandola bruscamente. Alla mente della Guardiana servirono diversi minuti prima di ricordare la sensazione provata il giorno prima tra le braccia di Jamie, il Vincolo che le pendeva al collo e il suo strano sogno in cui le dichiarava amore eterno. Scrollò le spalle. -Sono solo un po' stordita. Me ne stanno succedendo di ogni ultimamente.

L'Armata sorrise ,ma nel suo sorriso per la prima volta da quando Beth la conosceva, c'era qualcosa di molto rigido e formale. Qualcosa di sbagliato.

-Non pensarci, capita a tutti.-sedette con circospezione sul bordo del letto. Era già vestita, anzi forse non si era neanche cambiata dopo la missione di quella notte. Non aveva la Divisa, ma dei jeans attillati e un maglione nero. Giocherellò nervosamente con il medaglione per diversi minuti, senza parlare.

-Cosa vuoi in ogni caso?-domandò la ragazza cercando di mettere ordine nella confusione che le regnava in testa.

-Vestiti. Cioè-si corresse quando l'altra aggrottò le ciglia.-Voglio che tu venga con me a comprarne uno.

-Lexia non posso uscire dalla Casa-ribattè Beth con una nota di disperazione. Odiava la sensazione di esser prigioniera in un luogo dove avrebbe dovuto trovare la libertà. Ma andava sempre così: un uccello in gabbia poteva cambiare stanza ma restava pur sempre prigioniero.

-Lo so-disse Alexia.-Ma ne ho parlato con Antony. Andiamo sia io che Nadine e anche Marie, quindi possiamo prendere una della macchine della Casa...non usiamo i mezzi umani, ma qualche piccola concessione c'è. I Legami- i suoi occhi si scurirono.- Sono troppo pericolosi. E poi si tratta di un paio di ore e ti farà bene; fidati, i negozi che frequentiamo noi Armate sono sicuri. Vengono gestiti solo da altri dell'Ordine.

-Cecily non viene?

Gli occhi dorati si incupirono e lei distolse lo sguardo.- Non lo so.

-Oh-commentò Beth.-Avete litigato.

L'altra agitò una mano strappando quasi le cortine del letto.-Può essere. Ma non importa.

La Guardiana accettò di seguire Alexia per pura pietà. Dopo pranzo si ritrovarono nell'atrio, vestite in modo più o meno normale. Marie aveva gli occhi gonfi, ma cercò di sorridere a Beth, con risultati pietosi.

-Stai bene?-chiese Cecily solerte vedendola. Alexia le voltava le spalle e parlava ostentatamente con Nadine, che appariva a disagio, i lunghi capelli biondi per metà raccolti in una coda alta.

-Solo...solo stanca-pigolò Marie, ma Beth notò che Antony la fissava dal Salotto con espressione funerea. Nuvole in vista per tutti, pensò. Sarebbe potuto essere divertente, ma non lo era se anche tu eri nel bel mezzo della tempesta. E lei era in un ciclone. Un ciclone di nome Jamie. L'Armato la fissava con Alex, entrambi appoggiati all'albero e quando lei fece un cenno solo il moro sorrise. La testa bionda dell'altro si voltò dal lato opposto.

Lei si strinse nella giacca. Ma perché la trattava così? Il bacio del giorno prima...Non poteva dire di essere stato ubriaco. Allora perchè? Perché era così complicato capire quei sentimenti? Sapeva che per lei erano un terreno sconosciuto, dal momento che aveva solo letto della loro esistenza, ma per Jamie...Fu quasi grata quando qualcuno annunciò che Chase era pronto in macchina.

Per le Armate spostarsi in auto era strano, ma per Beth era quasi al pari di pattinare sul lago ghiacciato. Si accomodò sul sedile posteriore di una macchina gialla ed anonima-o così suppose lei- e anche molto scomoda.

-Un vecchio taxi, non vale la pena di sprecare un Legame-spiegò Marie pigiandosi addosso a Nadine che fece una smorfia quando la Tutrice chiuse nella portiera la sua sottile coda bionda.-Oh, scusa, Nadine-disse subito la donna.-Sono un pochino distratta.

Beth rimpianse di aver accettato non appena l'auto -di cui non poteva vedere il conducente a causa di un divisorio nero-si mise in moto. Era pigiata tra Alexia e Cecily, che parevano decise ad ignorarsi con grazia e a parlare con Beth, la quale tentava di rispondere a tutte e due senza perdere il filo. Le tornò il mal di testa entro dieci minuti. Dieci minuti ancora ed erano fermi davanti ad un negozio di abiti raffinati, con Marie, che attraversava in tutta fretta il marciapiede, accarezzando la lama di un coltello.

Dentro al locale faceva caldo. E non c'era nessun altro cliente. Espositori dai colori vivaci contenevano armi di ogni foggia e un cartello annunciava una svendita di fodere per pugnali a lama piatta. Sul muro oltre il bancone, lame ricurve erano appese in file ordinate e una spada luccicava sopra una mensola, dentro una teca. Quello, era indubbiamente il paradiso di ogni Armato.

La commessa era una donna sulla cinquantina, con denti lunghi e appuntiti e anche l'aria famelica. Ma di denaro. Fece mille complimenti a Marie e poi le indicò un reparto straripante di abiti, che sembrava essere in assoluto il meno frequentato. La polvere si era posata sugli espositori e la maggioranza degli abiti sembrano vecchi di decine di anni, ma dopotutto, Beth non aveva idea di cosa dovesse fare esattamente, quindi la cosa non aveva molta importanza.

Accarezzò il lucido tessuto di un abito ed ebbe un brivido, ricordando la seta nera che Epoh aveva fatto arrivare al suo palazzo per lei. Per il suo abito da sposa. Ebbe un brivido: sarebbe stata obbligata ad indossarlo un giorno?


ANGOLO DELL'AUTORE.

Ci siamo quasi...ancora un paio di capitoli e questa parte sarà finita...vi ringrazio per le letture pinguini e spero che la parte finale possa spezzarvi il cuore...almeno un pochino. u.u

EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora