Cecily seguì Helemia in un angolo appartato, la testa che girava per la confusione. Il piano di Beth era la cosa più avventata che avesse mai sentito. Era suicida. Era pericoloso...Era...geniale.
-Cecily.- disse la Fata fermandosi e voltandosi a fronteggiarla. La Guaritrice alzò lo sguardo.- Molti pensieri in testa?
Helemia era bella, con un viso giovane ma saggio, occhi dolci e l'aria delicata che accomunava un po' tutte le Fate al mondo. La corazza lucente, di un argento puro e la spada massiccia sembravano elementi fuori posto, come parti aggiunte in una statua meravigliosa. Cecily sospirò e strinse le dita in grembo, le ali che frullavano. Invidiò la capacità della donna che le stava davanti di mantenere le sue ali candide perfettamente immobili.
-Beth ha un'idea molto azzardata che temo la porterà a morire.- disse piano, guardando le Fate che correvano avanti e indietro, andando a posizionarsi lungo il perimetro della Casa. La luce calava in fretta: presto sarebbe stata notte.
-Tutte le idee più azzardate si rilevano le migliori.- commentò Helemia. Aveva lo sguardo perso oltre la porta divelta dai cardini, sulla città.- Gli Umani mi affascinano da sempre. Sono esseri così straordinari, così pieni di speranza...Mi piacerebbe che fossero anche abbastanza forti da sopravvivere a questa notte.
Cecily si morse il labbro.- Non sono poi così sicura che qualcuno sopravvivrà.-pensò a Matthew, nascosto nella Casa, in pericolo quanto tutti loro, ma incapace di difendersi.
-Hai paura?- chiese Helemia. Aveva lo stesso aspetto che Cecily ricordava da bambina, una donna forte e decisa. Scosse il capo.
-Ho paura per Alexia, per suo fratello, per Beth e per Jamie...-un immagine fugace le tornò alla mente.- Helemia...Hai visto l'anima di...Lui è un Contaminato?
-Lo è eccome.- disse tranquilla la donna, gli occhi fissi sul capo biondo di Jamie, chino a parlare con Antony, mentre Beth li fissava dal basso. Un sorriso triste le curvò le labbra.-Ha gli occhi di suo padre e la sua stessa indiscutibile forza. Ma non è il momento di parlare di lui. In effetti, ti voglio parlare di tuo padre, Cecily.
La ragazza ebbe un tuffo al cuore; non parlava con nessuno dei suoi genitori da molti anni, da quando aveva capito che un Umano e una Fata che si sposavano e concepivano una figlia erano un tabù tanto per le Fate quanto per gli Armati.
-Cosa devi dirmi?- chiese con un tremito nella voce.
La Fata strinse la spada che aveva in mano e Cecily la osservò bene per la prima volta. Era meno massiccia di quanto avesse creduto, sottile e lunga, di argento, con un elsa dorata finemente lavorata. Era bella anche per una che di armi ne sapeva poco come lei.
-Tua madre lo conobbe quando eravamo entrambi molto giovani.- disse guardando Cecily negli occhi. Sembrava molto ansiosa di parlare, ma allo stesso tempo la sua voce suonava esitante.- Mi raccontò che era un Umano, che non poteva stare senza di lui. Che i loro cuori, le loro anime erano legati. Io le dissi che era una vera follia, ma poi la aiutai a scappare da Edom, a rifugiarsi tra gli Umani. Mi scrisse spesso, forse troppo spesso. Ho da sempre il sospetto che furono le sue lettere indirizzate a me a permettere al resto delle Fate Oscure di trovarla. Mi parlava di te, del suo gioiello più prezioso, della piccola Cecily, della Fata che non avrebbe mai dovuto sottostare alla tirannia di Edom e che non avrebbe mai dovuto vergognarsi di avere delle ali. Io pensavo, dentro di me, che noi Fate siamo una razza spregevole. Basta guardare come abbiamo vissuto fino ad ora, piegate da un male che avremmo facilmente potuto battere. Ho sempre pensato che tua madre fosse una folle a credere che sarebbe arrivato un giorno in cui le nostri ali non sarebbero state una maledizione. Poi arrivò al mio Monastero, ed era disperata, una disperazione assoluta e totale le bruciava nello sguardo. Mi disse che suo marito era morto, che lei era scappata...che le Fate l'avevano trovata.
E io pensai che per l'ennesima volta le Fate avevano fatto qualcosa di malvagio. Insieme a lei arrivasti tu. Tua madre mi chiese di andare nella sua casa, di cercare tra le rovine qualcosa, qualcosa che parlasse della sua vita, che potesse consolarti in futuro. E io lo feci.-Helemia mosse la mano ed una busta di pergamena sottile le comparve fra le dita. -Non trovai molto. Solo questa lettera e questa spada.- sollevò la sua arma scintillante, completamente pulita, come se il sangue fosse semplicemente scivolato via.- Non volli leggere la lettera e mi limitai a portare tutto a tua madre. Lei riconobbe la grafia di suo marito, riconobbe la spada.
-Mio padre non aveva una spada.- disse Cecily seccamente.- Era solo un Umano. Quella spada è troppo...
-Cecily, credo dovresti leggere questa lettera. Tua madre non volle mai dirmi la verità, non volle dirmi perché suo marito aveva quella spada. Io non lo desidero sapere. Ma voglio che tu utilizzi questi pochi attimi di pace per capire, per leggere e riflettere. E voglio che la spada sia tua. L'ho conservata per te fino ad ora, ma adesso è tua.
La Guaritrice prese la lettera e fece un passo indietro. Non voleva un'arma. Non voleva quell'oggetto. Poi rivide il viso di suo padre, quella misteriosa figura che a stento ricordava. Helemia non le avrebbe mentito e sua madre non avrebbe mentito ad Helemia. La spada in qualche modo era veramente di suo padre, era l'ultimo legame con la sua intera famiglia. La prese lentamente, rigirandosela fra le mani. Sull'elsa, appena sotto la lama, era incisa nell'oro una sola parola, un nome.
Cecily.
ANGOLO DELL'AUTORE:
Una spada misteriosa cambierà forse il destino di Cecily e del mondo? Spero stiate bene pinguini, io sono allettata...Ma almeno posso scrivere!
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EPOH- Tu sei mia
FantasyUna vita senza amore. Sembra questo il destino di Jamie, l'Armato più abile dell'Ordine. Almeno fino a che Beth non piomba nella sua vita con la forza di un uragano, decisa a combattere contro l'oscurità che incombe, decisa ad essere libera per la...