Un silenzio carico di sorpresa calò sull'Atrio. Beth vedeva chiaramente lo sconcerto dipinto sui visi degli Armati che l'avevano accolta nella Casa e gli occhi dilatati di Cecily. La Guardiana si strinse tra le braccia, sentendosi esausta. Non aveva fatto nulla di male, mantenendo segreta la sua parentela con la Madre della Pace. Nessuno le aveva mai chiesto molto della sua famiglia e i suoi ricordi erano troppo vaghi per fornire risposte soddisfacenti. Annette, per lei, era solo un'ombra che scivolava nella casa di Londra, di un paio di anni più vecchia di lei. Era una Guardiana, ma in qualche modo era riuscita a controllare i suoi poteri sin dall'infanzia: se Beth era una tempesta violenta, lei non era altro che una lieve pioggerellina autunnale. I loro genitori non l'avevano mai ritenuta pericolosa, cosa che Elisabeth era. La ragazza aveva saputo che era diventata Madre della Pace da Helemia e aveva provato un dolore sordo al petto; non aveva cercato di aiutarla, neppure dopo che lei invece...la guardò, ripensando al vago ricordo che conservava di lei, una bambina paffuta dagli occhi vivaci, di un grigio luminosi. Sembrava che la donna che aveva davanti, rigida e severa, fosse il fantasma di sua sorella. Un fantasma tornato a perseguitarla.
-Sorelle-disse alla fine Marie con voce strozzata. E pareva stesse veramente annaspando in cerca d'aria. Si appoggiò al muro più vicino, apparentemente sconvolta, mentre Antony le posava la mano sulla spalla, sospingendo Matthew verso Nadine e Lilo.-Sorelle.
-Non ci hai mai detto niente. Beth.-protestò Antony, ma c'era una nota di rassegnazione nella sua voce, come se si fosse aspettato qualche piccola bugia da parte di una ragazza misteriosa come lei.-Avresti potuto...
La ragazza scrollò le spalle.-Mi dispiace. Annette non...non è mai stata altro che l' eco di un passato senza futuro.
-Una sorella nella luce e una nelle ombre-commentò Jamie. Beth sussultò e si voltò, guardandolo mentre era appoggiato al parapetto delle scale, il viso cupo. Guardava le due ragazze con aria riflessiva e alla fine sospirò.-Molto poetico.
-Non è stata una scelta facile per i nostri genitori-disse Annette raddrizzando il velo che le stava scivolando e lanciando un'occhiata colmi di sottintesi alla sorella.-Ne sono certa.
-Ma direi che consegnare una figlia alle Fate e permettere all'altra, dotata del medesimo dono, di restare libera, sia stato molto poco giusto-osservò Cecily arcigna.
Annette le rivolse una lunga occhiata altera.-Figlia di Fate, vedo. Dovresti tornare tra la tua gente. Non restare in un posto che non è fatto per la tua razza impura. Nascondi le ali, ma non puoi ingannare nessuno.
La Guaritrice avvampò e scosse il capo bruscamente, voltandosi e tornando in Infermeria. Alexia la seguì allarmata, con uno sguardo di fuoco rivolto alla donna. Annette si voltò verso Beth, il viso impassibile.-Dobbiamo parlare in privato, ora, Elisabeth.
-Bene. Scusa Marie, ti posso assicurare che sarà questione di un minuto.
Ma la Tutrice non pareva ascoltare. Si sventolava una mano davanti al viso, sconvolta, accasciata tra le braccia di Antony. Alex le teneva una mano sulla spalla e Lilo e Nadine si fissavano con le ciglia aggrottate. Beth si chiese pigramente se fossero magari fidanzati. Solo due persone continuavano a fissare lei e la sorella.
Matthew, che pareva incuriosito e Jamie. Che sembrava triste.
-Allora-commentò Beth secca.-Andiamo Annie.
-Madre -ribattè lei caustica.
La Guardiana alzò gli occhi al cielo.-Non ho mai chiamato Epoh padrone, non mi abbasserò a chiamare te Madre.
-Cecy!
La ragazza si voltò con il viso inondato di lacrime, la mano sulla maniglia dell'Infermeria. Il cuore le batteva come un cavallo selvaggio al galoppo. In testa le risuonava la voce caustica della Madre della Pace, il suo commento maligno. "Torna fra la tua gente".
Alexia la fissava allarmata, i capelli neri scompigliati. Li portò indietro con un gesto brusco e accarezzò la guancia della Fata, asciugando le lacrime perlacee.
-Cecy, non ascoltare quella...quella strega. Tu stai benissimo tra noi Armati.-disse con voce dolce e suadente. Cecily doveva essersi innamorata proprio di quella voce, delle tonalità delicate, degli occhi dorati e luminosi come due stelle, del sorriso allegro di quell'Armata così bella e ammirata, che però non si apriva a nessuno.
-Lexia-singhiozzò con voce soffocata.-Non ce la faccio più. Io vivo lontana dalle mie simili, ho rinunciato alla mia stessa vita nel mondo che mi appartiene...Mia madre mi ha cresciuta sulla Terra, lontana dal male di Edom e anche quando siamo state costrette a ritornare...Mi ha sempre tenuto quanto più estranea ha potuto al male delle Fate. Helemia è un'eccezione, lo so, una delle uniche Creature alate buone...Eppure fa così male sapere che tutti mi giudicano solo per il mio sangue....
Non riuscì più a parlare. Era tremendo. Si accovacciò a terra, in lacrime, sfogando la rabbia e la frustrazione di una vita dedicata solo al bene che veniva ripagata con sguardi di diffidenza non appena capivano che era in parte Fata. Non serviva a nulla non mostrare le ali, nascondere quella parte di sé. Non poteva tornare ad Edom a trovare Helemia, perchè il ritorno le era precluso in quanto Rifugiata. Non poteva neanche portare al collo il dono di addio della Fata, il campanellino di argento che teneva nel cassetto del comodino, al sicuro da sguardi indiscreti e da ogni giudizio. Non poteva restare nella Casa senza procurare guai a tutti, perchè sapeva, nonostante Marie non lo avesse mai detto, che era la sua presenza a essere un deterrente per gli altri Armati. La sua vita era devastata dalla sua stessa natura. Le sue origini di Fata la rendevano una reietta, troppo buona per Edom, troppo diversa per la Casa. Non esisteva posto per lei.
Alexia scivolò silenziosa al suo fianco, abbracciandola stretta e parlando in tono deciso mentre le asciugava le lacrime con dita ruvide, segnate dai calli che le impugnature delle armi le avevano lasciato.
-Cecily tu hai scelto una vita di sofferenza e privazioni per fare del bene, per redimere la tua stirpe. E ci stai riuscendo. Guardando te non viene neanche il dubbio che tu possa essere una Fata crudele come Armenia, ma solo che tu sia buona, buona come e più di Helemia. Il tuo posto è qui, tra noi Armati, a lottare contro i Demoni, contro coloro che hanno ucciso la tua famiglia...I Cavalieri delle Fate....
-Oh, Lexia-sussurrò la ragazza appoggiando la fronte alla su spalla.-A volte vorrei solo essere crudele come le Fate dovrebbero essere. Vorrei vivere in quel modo così spensierato. E poi...Poi penso a quanto dolore potrei provocare a coloro che amo e anche a degli Umani innocenti. E allora penso che reietta sia meglio di torturatrice.
-Tu non sei ne sarai mai reietta.-disse decisa Alexia.-La tua casa è dove sono io. E io sono qui.
ANGOLO DELL'AUTORE.
Chissà cosa vorrà dire Annette a Beth, vero? Lo scoprirete presto pinguini. Have a little faith.
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EPOH- Tu sei mia
FantasyUna vita senza amore. Sembra questo il destino di Jamie, l'Armato più abile dell'Ordine. Almeno fino a che Beth non piomba nella sua vita con la forza di un uragano, decisa a combattere contro l'oscurità che incombe, decisa ad essere libera per la...