Capitolo 4- Destinata a morire

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Jamie atterrò leggero sul tetto di uno dei magazzini del porto. Il mare era un'ombra nera e tumultuosa e riusciva a sentire il rumore delle onde che si infrangeva sulla banchina. Vedeva le luci delle navi attraccate ai pontili, cullate dal moto perpetuo delle acque. Si guardò attorno attentamente. Erano giorni oramai che pattugliava il porto ogni notte, alla ricerca di uno dei Demoni che Custodivano le Maledizioni, di un Custode. Ma non aveva avuto fortuna. Forse però quella sarebbe stata la notte giusta. Faceva abbastanza freddo da far sì che il suo fiato si condensasse in nuvolette di fumo bianco, che salivano leggere verso il cielo stellato. Il mare era tempestoso, alte onde spruzzavano la passeggiata deserta vicino alla riva, le sue panchine di marmo chiaro. Si strinse nella giacca di pelle e si accucciò sul bordo del tetto. Sapeva che stare in alto era la scelta migliore: poteva tenere sotto controllo tutto il porto e spingere la vista anche alle vie di accesso.

Mentre aspettava ripensò a Beth, al suo sguardo terrorizzato quando le aveva sussurrato di essere un mostro, ai suoi occhi fissi nei suoi, colmi di domande inespresse, alla decisione che aveva preso, di andarsene , di arrendersi. Strinse il bordo del tetto, le nocche livide: non avrebbe sopportato di perderla, di non vedere più i suoi occhi, di non sentire la sua risata, il suo profumo, di lasciare che smettesse di provare sentimenti. Non voleva che Beth si spegnesse, che un'anima così bella potesse essere spezzata. Poi pensò a Marie. I pensieri cupi si chiamano sempre l'un l'altro, pensò amaro. Poi un movimento lo distrasse.

Si mise sull'attenti. Nella strada maestra stava camminando una figura. Era curva, lenta, dall'aria anziana. Jamie scattò come una molla: si slanciò dal bordo del tetto ed atterrò sull'edifico più vicino. Iniziò a scendere calandosi rapidamente fino a che non atterrò sulla strada, proprio davanti alla figura.

-Mi avete spaventato- disse con voce gracchiante. Aveva un cappuccio calato sul viso, le mani nodose posate su un pesante bastone. L'Armato fece un sorriso ed estrasse la spada fulmineo, puntandola alla gola della creatura, prima che essa potesse ribellarsi.

-Un Custode delle Maledizione, presumo- disse in tono affabile. Lo sconosciuto si mosse, battendo il bastone a terra.

-Non avete paure che qualche Umano vi veda, Armato?

-Ho i miei metodi, come tu hai i tuoi per non essere visto- ribattè Jamie gelido. Un'onda si infranse alla loro destra, e spruzzi salati raggiunsero il viso del giovane, nascosto dal cappuccio della giacca. Il Custode rise. Tirò indietro il cappuccio, rivelando una testa tonda perfettamente liscia. Anziché un viso, però, c'era una maschera bianca, su cui spiccavano piccole cicatrici livide, di un colore cangiante: Jamie ebbe un brivido di disgusto. I Custodi erano Demoni reietti, odiati dai loro simili per i più disparati motivi, che erano stati sfregiati con antiche parole di magia arcana, legati per sempre alle maledizioni. Sapevano quale maledizione era stata lanciata e da chi. Marie aveva spiegato mille volte che era un grande aiuto per gli Armati, ma che spesso i Custodi erano difficili da trovare, perché vivevano soli, isolati dal mondo ed erano spesso diffidenti, seppur condiscendenti non appena li si minacciava; erano più che felici, diceva la donna, di mettere nei guai i loro esiliatori, quei Demoni superiori che li avevano marchiati.. Fortunatamente non erano veloci e neppure abili combattenti: se riuscivi a fermarne uno, il più era fatto.

-Posso fare dunque qualcosa per te?

La voce proveniva da uno squarcio nero posto esattamente al centro del viso. I Custodi non avevano occhi, ma potevano vedere l'Anima di una persona, dono destinato solo a chi praticava la magia più antica, demoniaca o angelica che fosse; i piccoli Demoni minori contro gli Armati erano soliti combattere, non avevano tale capacità e neppure le Guardiane, per quanto immenso potesse essere il loro potere: la loro parte umana velava la loro vista, come una nebbia leggera. Le Fate, in linea di massima, potevano vedere le Anime degli Umani; ma Cecily, che aveva sempre rifiutato la sua natura, non aveva sviluppato quel dono. Forse, se avesse mostrato le sue ali...Jamie scosse il capo. L'idea che qualcuno vedesse la sua Anima lo disgustava; ma in quel caso, giocava a suo favore.

-Lo sai cosa sono- disse impassibile, guardando il Custode con occhi di ghiaccio. Una nuova ondata si infranse accanto a loro.

Il Custode restò in silenzio per un lungo tempo, in contemplazione. Poi annuì.

-Quelli come te di solito non sopravvivono. Tua madre doveva volerti molto bene se non ha messo in pratica la Legge.- le cicatrici sul suo viso divennero scure come il cielo sopra di loro.- Oppure odiarti molto.

-Non sono qui per parlare del mio passato- abbaiò Jamie sentendo la punta della spada affondare di qualche centimetro nella gola del Custode.- Devo interpellarti.

-Tu non sei maledetto.- disse subito quest'ultimo, le mani incrociate dietro la schiena.- Non c'è nessuna maledizione che grava sul tuo capo, non esiste maledizione che possa toccare il tuo sangue grazie a tuo padre.

-Non è per me. Devo sapere che maledizioni ha lanciato un Demone.

-Ah. Una richiesta interessante. E chi sarebbe il Demone in questione?

Jamie prese fiato. Sentiva la tensione attorno a lui, nel braccio che reggeva la spada.- Epoh.

-Epoh è un Demone superiore molto potente- disse piattamente il Custode.- Ha eseguito milioni di Maledizioni. Se temi che abbia lanciato qualche sventura sul capo di qualcuno, dovresti portarlo al mio cospetto. Io posso vederlo.

-Ma puoi anche dirmi su chi ha eseguito una Maledizione. Lo sai. Non serve che ti mostri il viso della persona: è per questo che la vostra maledizione è così utile per noi Armati.

Lo squarcio nero che fungeva da bocca al demone si contorse in un sorriso grottesco.-Sei molto ben informato. Non è ironico che la maledizione di un essere possa diventare la benedizione di un altro? Allora.- spalancò le braccia e il bastone urtò contro il muro di un locale.-Chiedi.

-Voglio sapere...- espirò lentamente, cercando di calmare il battito del suo cuore.- Se ha maledetto una Guardiana.

Seguì un lungo silenzio. Troppo lungo. L'unico suono era il respiro concitato di Jamie, il rumore del vento, del mare.

-Lo ha fatto.- confermò il Custode.- Una Guardiana molto giovane all'epoca della Maledizione. E non è una semplice protezione.- rimase in meditazione per diversi minuti.- "Sul tuo Cuore grava il Marchio di Azazel", questo dice.

Jamie ebbe un brivido. Scostò la spada dalla gola del Demone, la mano che tremava.

-Cosa vuol dire?

-Significa, mio giovane amico, che la ragazza a cui è stata fatta questa Maledizione è destinata ad una morte atroce se non viene riportata al suo Padrone. Solo lui può sciogliere il nodo...altrimenti la ragazza morirà, per il logoramento. Una lenta agonia, terribile e spaventosa.


ANGOLO DELL'AUTUORE

Allora Beth è destinata a morire? Cosa comporta questa maledizione? Jamie la potrà salvare? Cosa sarà successo alla Casa durante l'assenza dell'Armato? Beth è forse in pericolo?...

Quasi quattrocento letture....saliamo a vette mai immaginate, pinguini, saliamo oltre ogni mia più rosea aspettativa...preparatevi, questo racconto ha ancora molte sorprese e i personaggi custodiscono ancora molti segreti oscuri...

EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora