Capitolo 22.- La straniera

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Cecily guardava oltre la finestra, la neve che aveva ricominciato a scendere in fiocchi lenti e delicati, avvolta in una pesante coperta, ancora debole dopo il lungo sonno. Matthew e Beth sedevano su uno dei letti liberi in Infermeria, intenti a giocare a scacchi, con poca voglia. Alex fissava il fuoco pallido, e ogni tanto sussurrava qualcosa sottovoce. "Ali". La donna si chiese se non fosse il caso di parlargli, di chiedergli come si sentiva in merito a Lilo, ma i suoi occhi erano scuri come oro ossidato dal tempo e lei decise che non era pronto. Che magari mai lo sarebbe stato. La Fata ci mise parecchio tempo ad accorgersi che Alexia le si era messa accanto, stringendole la mano, le dita intrecciate con le sue. Alla cintura le pendeva la spada massiccia di Cecily. Un nodo chiuse la gola della Fata. Da quando si era svegliata sapeva che avrebbe dovuto parlarle, dirle che suo padre era un Armato, che era amico del suo...Ma le parole di Helemia le vorticavano in testa, facendola esitare. Alexia si sentiva fiera di essere un Armata, ma era anche fiera di aver scelto di sua spontanea volontà, battendo quello che credeva essere il suo destino. Se lei le avesse detto che era sempre stato il suo sangue a chiamarla verso l'Ordine...le strinse le dita. Un giorno, forse, avrebbe capito da sola, avrebbe scoperto la verità, oppure magari sarebbe stata proprio la Fata a confessarlo. Ma non ora, decise. Decise di lasciare che la sua Lexia sognasse ancora un poco, vivesse ancora un poco senza il peso del passato che le gravava sulle spalle. Si voltò per dire qualcosa di dolce, quando vide una figura piccola e curva salire lungo il viale, zoppicante. Esitò. La sua anima, attraverso il vetro, era dello stesso colore di un prato in primavera, nebulosa e sfumata. Camminava a capo chino sotto i fiocchi leggeri che le si posavano sul capo.

-La vedi?- chiese in un sussurro, cercando di non farsi sentire dagli altri. Alexia annuì.- Chi è? Non sembra un'Armata.

-Deve essere qui per Jamie non c'è altra spiegazione.- ribattè l'Armata.

Cecily annuì e sentì il cuore accelerare i battiti. Cosa stava succedendo?


Il silenzio gravava sullo studio pesante e insopportabile. Antony guardava con disprezzo Elias, mentre gli altri Tutori parlottavano a bassa voce. Jamie riusciva solo a pensare a Beth, al suo sorriso, alla scossa di pura elettricità che passava attraverso di loro quando si sfioravano, alla sua dolcezza quando la guardava negli occhi. Non avrebbe permesso che lo separassero da lei. Mai.

-Molto dolce.- commentò l'uomo dalla pelle color caramello. Jamie lo riconobbe vagamente come il tutore di Roma. O forse del Cairo. Chi lo ricordava più?- E molto nobile, come diceva prima Natasha, consegnare tutto te stesso ad un'altra persona.

-Quindi dovremmo fare finta di niente?- chiese polemico Elias.- Non mi piace. Non mi piace che questo...Contaminato, per quanto sangue angelico dica di avere, si trovi qui lontano dalla mia giurisdizione. Soprattutto insieme a quella schiava!

Fu un lampo. Jamie spalancò le grandi ali bianche, causando uno spostamento d'aria che fece volare via Elias, che finì contro il muro e crollò a terra con un tonfo e fece barcollare molti Tutori. Grida di sorpresa e sconcerto si levarono alte per pochi istanti. Poi tutti fissarono senza parole, intontiti, le due ali pesanti e leggere insieme, che si allargavano per tutta la stanza, luminose come stelle nella notte, mostrando chiaramente che davanti ai loro occhi si ergeva davvero il figlio di un Angelo. Natasha sorrise, sbattendo le sue ali tremule.- Mi hai battuto, Jem. Le tue ali sono quelle di un vero Angelo. Accidenti, che invidia.- gli fece l'occhiolino. Era simpatica, in fondo. Lui alzò l'angolo della bocca. Era strano: non si sentiva diverso e riusciva a controllare molto meglio i movimenti delle ali in quel momento. Forse era questione di pratica. Magari un giorno, sarebbe stato in grado di sfruttarle davvero come armi. E magari...volare...

Elias si alzò con le guance in fiamme.- Cosa...quelle...come diavolo....

Qualcuno bussò alla porta. Jamie ritirò in fretta le ali, con un frullio dolce, preoccupato all'idea che potesse essere Beth. Come le avrebbe detto che aveva le ali? Ali in tutto e per tutto simili a quelle orrende di Epoh? La porta si aprì ed una figura minuta, avvolta in un lungo abito nero e severo, scivolò nella stanza. Sollevò il viso e i suoi occhi grigi si fissarono subito in quelli di Jamie, colmi di dolore. Lui rivide la Senna in quegli occhi, le stanze buie dell'Orfanotrofio e i bambini che lo prendevano in giro perché era sempre solo. Fece un passo indietro, l'amaro sapore del rimpianto in bocca, fissando la donna con qualcosa di simile al disgusto.


ANGOLO DELL'AUTORE.

Sono tornata pinguini! Grazie per non avermi abbandonato in questa settimana...siamo a quota 2758 letture u.u grazie a voi. Chi sarà la donna misteriosa? La straniera che pare turbare il nostro Angelo? Siamo quasi giunti all'epilogo...ci sarà un lieto fine? u.u

EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora