Capitolo 12- Una bellezza mortale

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Dopo l'incidente in Palestra Justin tornò alle armi. Beth non sapeva se esserne o meno felice. La toccava sempre troppo, ma almeno non la buttava a terra. E soprattutto, Marie aveva disposto che ci fosse sempre qualcuno ad assistere ai suoi allenamenti. Visto che gli Armati tendevano ad amare quel compito, che li rilassava, si erano divisi i turni. C'erano state delle vere lotte per decidere chi dovesse assistere e in quali giorni. Marie non aveva partecipato alla discussione, seduta in poltrona, asserendo che lei comunque non poteva davvero permettersi di sorvegliare niente e nessuno. Beth era quasi preoccupata per la donna. Era sempre più consumata e ansiosa. Anche Matthew era stato escluso, con suo enorme disappunto. Jamie giocava a scacchi con il bambino, annuendo di tanto in tanto, ma senza proporre cambiamenti di turno. Beth era sconcertata dal suo comportamento.

Prima dormiva con lei e la trattava con quella dolcezza...Poi spariva dal suo letto e non le parlava più per giorni. Non riusciva a capire cosa accadesse; i rapporti umani erano per lei quasi un mistero visto che i Demoni non ne avevano. Forse era solo troppo difficile.

Quel giorno c'era Alex a sovrintendere ai loro allenamenti. Justin stava mostrando a Beth un oggetto dalla forma strana, con degli oggetti sottili e flessuosi che lo rivestivano.

-Questo può sembrare abbastanza innocuo. Si chiama Heresa. È un'arma molto usata in Africa. Si tratta di un oggetto inutile in effetti. Non fa danni seri. Come molte delle armi da tortura... Infiamma i nervi...ma in un combattimento, è totalmente superfluo torturare l'avversario.

Beth non disse nulla. Avrebbe voluto sibilare che faceva male eccome, che lo aveva provato, che Epoh lo usava dopo le frustate per punirla. Invece si limitò a stringere gli occhi, osservando l'oggetto come un vecchio nemico ricomparso dalle ombre.

-Non credo sia l'arma più adatta a te-continuò Justin con tranquillità..- Dubito riusciresti a torturare un Demone abbastanza da metterlo fuori gioco. Mi sembri troppo delicata.

-Già. Credo tu abbia ragione.- disse lei tagliente.

Il ragazzo fece un sorrisetto ferino, come al solito.-Io ho sempre ragione.

Beth alzò gli occhi al cielo.- Quindi la devo maneggiare?

-Oh,  puoi anche provarla. Non sarebbe utile in combattimento, ma viene usata dai Demoni a volte. Non so quanto possa fare effettivamente male.

-Credo che avere tutti i nervi in fiamme farebbe stramazzare a terra anche te-ribatté Alex divertito dall'angolo in cui era seduto.

Un muscolo si contrasse sulla mascella di Justin, che spostò bruscamente l'Heresa, togliendola dalle mani tese di Beth.

-Già. Beh, in ogni caso non è utile a nessuno . Te l'ho mostrata solo per fartela conoscere. Ormai sai maneggiare tutte le lame principali.

-E quale sarà la sua arma quando verrà iniziata ufficialmente?-chiese Alex balzando agilmente giù da una scatola su cui si era appollaiato e raggiungendoli al centro della sala. Rivolse un sorriso gentile a Beth, che si sforzò di ricambiare.

-Non ne ho la più pallida idea.-il tono di Justin era impaziente mentre appendeva di nuovo l'Heresa sottile la muro.- Dovrei esaminarla in un combattimento. È quella la prassi no?

Alex si irrigidì. Beth si trovò a studiarne il viso. Non aveva mia avuto a che fare con così tanti esseri umani, con creature dotate di un anima e di un cuore pulsante. Aveva il naso dritto e le ciglia lunghe, gli occhi simili all'oro fuso, ma duri come schegge di metallo, che si addolcivano se sorrideva. Sarebbe potuto essere bello quanto Jamie se avesse prestato più attenzione a come gli altri lo guardavano, ma era come se non gli importasse. 

EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora