Capitolo 8-Una promessa è una promessa

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-Oh mio Dio!-sibilò Cecily stringendo il braccio di Beth non molto delicatamente e spingendola verso il salotto che si apriva a lato dell'atrio, in cui si erano riversati gli Armati in partenza. Jamie era in un angolo, immerso in una fitta conversazione con la ragazza dai capelli ricci che aveva parlato poco prima. Sembrava divertito.

Beth sbattè le palpebre. Il salotto era una grande stanza luminosa, con divani e poltrone sparse a gruppetti e un caminetto con un fuoco che scoppiettava vivamente. Le alte finestre a tutta parete lasciavano entrare una quantità incredibile di luce e le tende di garza bianca sottile come carta non schermavano i raggi obliqui della luna che era sorta in cielo. Cecily lasciò la presa sul braccio di Beth, che anziché sedersi su una delle poltrone si accomodò sul tappeto polveroso davanti al fuoco. Era proprio come a Londra, pensò, quando era piccola e giocava in giardino sotto la pioggia di dicembre, per poi sedersi con...scosse la testa. Matthew le si sistemò davanti. Aveva un'aria adorabile, pensò Beth, con quei capelli scompigliati e l'espressione concentrata.

-Sei stata grande.-disse alla fine in tono di palese ammirazione.

-Quando ho fatto arrabbiare tutti?-chiese con un sorriso.

-Anche. Bhe, per tutta la riunione veramente.-al bambino scintillavano gli occhi azzurro chiaro.-Dovevi vedere la faccia di Jamie. A lui piace quando la gente perde le staffe.

La ragazza rise. Cecily, sprofondata in una delle poltrone più lontane non pareva altrettanto felice.

-Ti farai odiare. Uno degli Armati là dentro ti sta per portare via. Non dovevi trattarli male-la rimbeccò in un brontolio sommesso.

Alexia ed Alex entrarono in soggiorno proprio mentre Beth alzava gli occhi al cielo.

-Figurati. Non possono farmi niente che Epoh non abbia usato come punizione almeno una trentina di volte.

Alex le scoccò una strana occhiata obliqua, tinta di curiosità. Era identico ad Alexia, pensò Beth, anche se forse i suoi occhi erano più scuri e di certo i suoi sorrisi meno dolci e giocosi.

-In ogni caso non avrai vita facile se vincerà Elias. Il Tutore di Berlino...Quello che hai accusato di usare armi demoniache-commentò Alexia, sedendosi sul bracciolo della poltrona di Cecily.- Dicono che ammazzi i novellini di fatica. 

-Chissà come è una vita difficile-ribattè senza ironia Beth.

Matthew la osservava rapito, ammirato.-Io ti amo.

Alex rise, sedendosi su una vecchia sedia di legno e scompigliando i capelli del bambino.

-Ha un debole per le persone ribelli. Forse è per questo che Jamie gli è simpatico.

-Io gli sono simpatico perché sono incredibilmente bravo a giocare a scacchi-ribattè una voce allegra dalla porta. Beth alzò lo sguardo e vide Jamie che camminava verso di lei, la spada ondeggiante, i pantaloni stretti dalla cintura di pelle. Qualcosa nel suo modo di incedere le fece distogliere lo sguardo, imbarazzata.

- In parte-ammise il bambino. –Sei l'unico che sa battermi.

-Una volta ogni tanto-borbottò Alexia, ma fu distratta da Nadine e Lilo che entrarono, parlando in tono animato delle armi che avevano visto quel giorno. Gli Armati amavano le armi, ricordò Beth, rimproverandosi subito per quel pensiero stupido. Alex si avvicinò a gruppetto per discutere, ma Cecily scivolò via. Passando le fece l'occhiolino. Andava di certo a curare qualche pianta strana. Matthew stava ancora guardandola. Jamie si sedette accanto a lei, abbastanza vicino da far sì che le loro ginocchia si toccassero.

EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora