Capitolo 23-Era una bambina felice(parte 1)

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-Credete che Beth stia bene?-chiese Alexia dopo cena, appollaiata sul bracciolo del divano accanto al fratello. Alex stava tentando invano di leggere un libro sdraiato sulla stoffa consunta ed alzò gli occhi con una certa ansia. 

-Non penso abbia subito un attacco da parte della Madre della Pace-commentò Jamie piuttosto amaro.-Specie se consideriamo che sono sorelle. Ehi, non vale quella carta.

Matt sospirò e ritirò la carta che aveva appena tentato di scartare. Antony trovava evidente che la sua attuale aria da giocatore impacciato fosse una posa stizzita perché stavano usando delle carte anziché giocare a scacchi, il suo passatempo prediletto.

-Bhe, poteva anche dircelo, quel dettaglio-osservò annoiato, scoccando uno sguardo in tralice a Marie. Sedeva tutta sola in un angolo, il viso in ombra. E stava bevendo un bicchiere di rum, fatto più unico che raro. Doveva essere sconvolta sul serio, per bere qualcosa di alcolico.

-Credo che se ne vergognasse un po'-tentò di ribattere Alexia. Stava giocherellando coi capelli del fratello, ma le dita nervose tiravano un filino troppo forte a parere di Antony. Alex però restava in stoico silenzio, limitandosi a fare smorfie orribili col naso immerso nelle pagine.-Anche Cecily è piuttosto stravolta. Quel commento sulle Fate è stato proprio un colpo basso, come se lei non fosse degna di essere qui solo per il suo sangue.

-Che ti aspettavi da una che si è presentata a sorpresa proprio quando tutti eravamo più sconvolti?-borbottò Jamie, scegliendo con cura le carte da usare per chiudere la partita. Matt gli scoccò un'occhiataccia..

-Non so. Un minimo di umanità.

Marie sobbalzò e si voltò a fissarli come se si fosse appena svegliata da un lungo sogno.-Ma dove sono?

Antony la guardò preoccupato per la sua sanità mentale. Lavora troppo e stava avendo troppi brutti colpi in quelle settimane. Si alzò dalla poltrona su cui era stravaccato e raggiunse la Tutrice, inginocchiandosi davanti a lei.

-Alla Casa, Marie. Siamo in soggiorno-disse con cautela e scandendo le parole.-Sono Antony, ti ricordi di me?

Gli occhi di lei diventarono due nere fessure inviperite.-Razza di idiota. Intendevo Beth e Cecily.

-Non c'erano neanche a cena-osservò Lilo, seduto in disparte a lucidare una lunga lama ricurva con una sorta di adorazione. Nadine era già andata a dormire qualche ore prima.-Visto che ora devo essere io ad allenare Beth, vorrei mangiasse più spesso.

Marie sospirò e guardò Jamie, quasi si aspettasse una qualche reazione. Ma l'Armato era troppo concentrato per stare ad ascoltare. O forse era troppo orgoglioso per ammettere di voler essere lui ad allenare la Guardiana.

-Non è ancora ufficiale che sarai tu-disse alla fine Antony.-Voglio dire, se qualcun altro nella Casa la volesse allenare...

Jamie non alzò lo sguardo. Marie sembrò troppo stanca per indagare e si alzò pesantemente.

-. Io non so voi, ma adesso vado a dormire. E possa Dio aver pietà dell'anima vostra se decidete di svegliarmi.-commentò arcigna uscendo dalla stanza trascinando i piedi. Antony la seguì con lo sguardo. Magari l'avrebbe un po' addolcita quella notte di riposo. O magari avrebbe potuto pensarci lui, svegliandola e rischiando la dannazione eterna. Pareva molto allettante. Fece un sorrisetto.

-Bhe, io vado da Cecily.-annunciò senza mezzi termini Alexia alzandosi.-Chi sta male non dovrebbe mai essere lasciato solo.

-Perché non da Beth?.-ribatté il fratello con le sopracciglia aggrottate.- Sta male anche lei, ne sono certo. E siete amiche.

-Perché di sì-fu tutto ciò che rispose la ragazza mentre usciva dalla stanza con un bel sorriso sornione.  Alex borbottò qualcosa di poco dolce sulla Guaritrice della Casa e chiuse il libro, gettandolo sul tavolo più vicino di malagrazia. Lilo lo fissò con una smorfia strana, come se fosse irritato

-Vado anche io a dormire-disse stizzito. Lilo lo seguì bilanciandosi la lama sulla spalla.-Aspetta, dobbiamo decidere quali armi usare per la Missione di domani!

Alex sorrise, voltandosi.- Allora andiamo in palestra, che ne dici Lilo?

Lui alzò l'angolo della bocca.- Che è una grande idea.

Antony li fissò, chiedendosi se davvero due ragazzi così diversi potessero essere amici. Poi scrollò le spalle, decidendo che non erano fatti suoi.

-Anche Beth è sola-buttò lì poi avvicinandosi al tavolo dove Jamie e Matt giocavano.

Il bambino alzò lo sguardo addolorato.-Forse bisognerebbe raccontarle una favola.

-Già. Le farebbe piacere.-commentò il giovane sorridendo.- Perchè non vai a trovarla?

-Jamie-disse Antony senza mezza termini.-Lo sai anche tu chi dovrebbe andare da lei.

L'Armato posò le carte con grazia, vincendo la partita in una sola mossa. Si alzò, facendo grattare la sedia contro il marmo del pavimento.-Qualcuno che ci tenga molto a lei. Quindi Matt.

Antony sospirò, indeciso se essere o meno arrabbiato per la totale indifferenza del ragazzo che stava uscendo dalla sala, le mani in tasca.

Davvero non gli importava nulla di Beth? Non riusciva a crederci, non dopo aver visto quel dolore che lui conosceva bene nei suoi occhi freddi.



ANGOLO DELL' AUTUORE

Scusate pinguini se la prima parte del capitolo è corta, ma la prossima è degna dell'attesa...Piccolo spoiler: scopriremo cosa prova davvero Jamie per la piccola Beth. Secondo voi gli importa oppure no? Cosa nasconde il nostro Armato?

EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora