Capitolo 32.- Nuovi equilibri

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Jamie non era mai stato in quella che gli Armati chiamavano "La Sala Bianca" prima di allora. Rimase stupito dalla sua bellezza: per essere un gruppo segreto, gli Armati avevano gusto per l'eccesso. Molto gusto. Mentre sedeva con Beth e gli altri sulla panca di legno rivestito di velluto più alta, guardava la sala circolare, profonda come un pozzo, le panche che correvano lungo i muri, le scalinate di marmo nero e il pavimento candido dove sorgevano i Tre Troni: uno per il capo dell'Ordine, occupato da un Elias particolarmente nervoso, uno per la Madre della Pace, dove sedeva immobile Annette e uno per la Signora del Convento, che era vuoto. Natasha era in piedi, occupata a parlare con le sue Fate, che sedevano e scintillavano come gioielli dai capelli di mille sfumature in prima fila. Dopo anni di esilio tornavano ad occupare il loro posto, salendo sul terzo Trono. Armati da ogni parte del mondo affollavano le panche e i lampadari di cristallo illuminavano la teca che conteneva il Sacro Fuoco, usato per bruciare i medaglioni di coloro che lasciavano l'Ordine o erano banditi.

- Non credevo che esistesse un posto simile.- sussurrò Beth posando la testa sulla spalla del ragazzo. Stava fissando i grandi arazzi che pendevano dalle pareti, intessuti finemente, che rappresentavano i momenti di gloria dell'Ordine, dalla sua fondazione avvolta nel mistero, alla sconfitta di Lucifero durante una guerra antica come il mondo, alla loro vittoria. L'arazzo più grande, Jamie ne era sicuro, era stato aggiunto da sole poche ore e rappresentava una Fata dai capelli scarlatti, un Angelo biondo con una spada sguainata e una ragazza minuta che combattevano un demone dalle ali di cenere.

-È strano.- disse Cecily.- Vedersi in un arazzo nella sala Bianca. Mi fa sentire lusingata ma anche....non so...egoista.- guardò verso Natasha, che stava sorridendo, i capelli di un blu intenso.- Altre Fate sono morte. Dovrebbe esserci Helemia in quella figura, non io. Dovrebbero esserci tutti i caduti di questa guerra ed invece....

-Credo.- si intomise Alex, che teneva un braccio attorno alle spalle di Alexia e l'altro attorno a Matthew.- Che sia stata una scelta di Natasha e dei Tutori. Ho sentito Antony parlarne prima. Questa è stata la Guerra di tre mondi, e voi tre rappresentate quei tre mondi molto bene. Siete stati voi a salvarci. Anche io vorrei che Lilo e Nadine venissero ricordati.- il suo sguardo dorato si offuscò per dei lunghi secondi.- Ma non si può avere tutto, no? Troveremo il modo di far restare i loro nomi nella memoria. Nei nostri cuori.

Jamie guardò il podio di Elias, lo scranno di mogano nero e lo schienale riccamente decorato.- Quel figlio di puttana deve pagare. Se non fosse per lui, Justin non avrebbe avuto tutto il potere che...

Beth gli posò la mano sul braccio.- Jamie, lascialo perdere. Per favore. È morto. Sta già vivendo le pene dell'Inferno più nero per ciò che ha fatto.- i suoi occhi si intristirono e il ragazzo la baciò, cercando di farle dimenticare il suo passato. Un certo trambusto in basso lo distrasse e si voltò.

Elias era balzato in piedi e stava richiamando l'attenzione dei presenti. Antony sedeva immobile al suo posto, fissandolo. In quei giorni era strano. Sembrava distratto, distante, come se avesse altro per la testa. Jamie aveva paura che fosse il ricordo di Marie, ora che la pace era tornata, a farlo soffire, ma non sapeva come aiutarlo, non era mai stato bravo in quel genere di cose. Strinse Beth e guardò verso Annette, seduta con le mani strette in grembo. Stava sorridendo.

-Benvenuti.- esclamò Elias quando scese il silenzio.- Siamo qui per affrontare una questione importante.- fece passare uno sguardo su di loro.- L'Ordine è corrotto. La purezza del nostro sangue deve essere assolutamente ristabilita, non possiamo accettare che...esseri indegni siedano con noi.- fissò Natasha in modo esplicito e Jamie strinse i pugni. Elias stava mettendo in bilico quella neonata alleanza, stava attaccando le Fate.

-Se permettete.- esclamò Annette alzandosi.- Avrei qualcosa da dire.

Un mormorio percorse la sala. Elisa deglutì, con aria spaventata; sebbene in linea di massima lei potesse prendere la parola, era raro che si immischiasse nelle faccende degli Armati.- Non...non è il momento di parlare, Madre.

EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora