Capitolo 15.- Un odio antico

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Non aveva mia visto un Angelo, eppure non fu sorpreso dal suo aspetto. Era come vedere un vecchio amico, che per quanto cambiato, ci è sempre familiare. Epoh si era immobilizzato, fissando a sua volta la figura. Riprese l'aspetto umano e fece un passo verso di lui, che avanzava oltre il disegno di evocazione, uscendo dai limiti imposti da Beth. Lei era sdraiata a terra, pallida e non si muoveva. Jamie scivolò verso di lei e la circondò con le braccia, sollevandola con le lacrime agli occhi, affannandosi per sentire il suo battito.

-Epoh.- ripetè l'Angelo senza smettere di muovere le ali con dolcezza. La porta sbattè improvvisamente, impedendo al fuga al demone.- Nuovamente qui? Sulla Terra? Hai infranto un Ordine preciso.

L'altro scoppiò in una risata stridula.- Come se avessi scelta. Mi avete cacciato, Yerathel, perché dovrei restare sempre ad Edom? Mi annoio. E la mia schiava è scappata.

Le ali dorate si irrigidirono.- Tu te ne sei andato, Epoh, quando hai scelto Lucifero anziché Dio; e questa Guardiana...non è tua.

Il Demone guardò verso di loro, verso Jamie, che ricambiò lo sguardo con odio feroce, premendo il capo di Beth contro di sé per sentire il suo respiro leggero, spezzato. Era viva.

-Capisco.- commentò l'Angelo con dolcezza.- La Luce resa schiava delle tenebre. Molto elegante come vendetta, Epoh, te lo concedo e un piano molto raffinato per dominare questo mondo.- poi scosse il capo severo.- Ma il Marchio di Azazel è stato un colpo basso. L'ha condannata. Io odio Azazel e lo sai bene.

- La Guardiana è mia. È mia, ho il diritto di marchiarla.- sputò il Demone disgustato.- Una creatura tanto forte quanto fragile. Non pensavo avesse il potere necessario per chiamare un Angelo.

L'Angelo si irrigidì.- Non puoi reclamare diritti su un' Anima che non ti appartiene, Epoh.

-Aiuterai questi miserabili Armati?- sibilò Epoh con voce bassa e suadente. Beth ebbe un brivido fra le braccia di Jamie, che la strinse di più, sentendo il suo battito contro di sé. Yerathel non si scompose.-Lo senti, non è vero?- disse dolcemente.- Senti che è suo figlio. Lo odi così tanto per questo? Perchè lui non scelse te, ma lei?

Epoh puntò gli occhi di ossidiama su Jamie, che si sentì come davanti ad un abisso incolmabile.

-Sarebbe stato un così utile servo.- sibilò Epoh.- Ma è stato rovinato dall'infatuazione per quell'Umana. Una disgustosa Umana.

-Non pronuncerai il suo nome?- chiese Yerathel con dolcezza, ma era una dolcezza ingannevole, come miele sopra i vetri rotti.- Non intendi ammettere che l'Amore vinse sulle promesse dell'Inferno? Che lui volle l'amore, nonostante l'esilio?

Epoh spalancò le grandi ali ancora di più, sfiorando con le punte i muri. La Casa tremava leggermente.- Non era Amore! Lui non sapeva amare, era ghiaccio! E Dio lo ha punito come ha punito noi, Dio punisce chi ama, come chi odia!

Jamie si avvicinò ad Alexia furtivo, portando Beth, sempre più pallida, tra le braccia.

-Cosa succede?- chiese l'Armata. Teneva Matthew contro la parete e sosteneva Cecily, che pareva essersi ripresa, ma fissava agghiacciata la scena, tremando.

Beth sussultò quando lui la depose a terra.- Yerathel è...un Angelo. Ma non capisco di cosa...

-Parlano di mio padre.- Jamie li fissò.- Perchè Epoh lo voleva come servo, ma lui non era un Demone come tutti, fu esiliato da Lucifero perchè provava una passione malata per gli Umani.

-Jamie...se fosse un Caduto?- chiese la Guardiana debolmente.- Stai interpretando le parole di un Angelo e di un Demone non...

-Shh.- sussurrò Jamie accarezzandole il viso.-Devi prendere quella pozione, subito.- allungò la mano verso la boccetta che Matthew stringeva e la portò alle labbra della ragazza. Lei esitò.- Beth, ti prego. Ti darà più tempo.


Cecily guardava l'Angelo con occhi colmi di paura reverenziale. Era certa che se avesse potuto vedere la sua anima sarebbe morta per la magnificenza e ringraziò di aver esaurito i suoi poteri prima della sua comparsa. Yerathel sbatté le ali.-Epoh in questa stanza non esiste una sola anima che ti sia destinata. Devi andartene, se non vuoi che ti uccida.

Il Demone guardò verso di loro, disgustato.- Anime dannate, sono le loro, maledette. Vedo il loro futuro, vedo cosa faranno, cosa quel bambino farà un giorno. Vedo cosa diventeranno, il dolore che passeranno, le perdite, vedo quanto le tenebre saranno per loro casa e vita un giorno. E dici ancora che non mi appartengono? Il dolore li porterà a me, a noi demoni un giorno.-Yerathel parve perdere la pazienza. Le sue ali vibrarono mentre si abbattevano contro il Demone. Epoh lanciò un ruggito e si avventò a sua volta contro l'Angelo.

Cecily strinse la mano a Beth.- Stai bene?

Lei annuì. Jamie la teneva fra le braccia, sostenendola con dolcezza, aiutandola a sorseggiare la pozione che l'avrebbe dovuta tenere in vita per qualche ora ancora, guardandola con aria terrorizzata.

-Credo che moriremo tutti.- disse Matthew in tono placido. Cecily lo guardò con le lacrime agli occhi, mentre Epoh prendeva la sua forma demoniaca e lanciava un ruggito. -Non so.-disse dolcemente Alexia.- Forse la morte non sarà mai dolorosa quanto la vita.

Jamie rise, amaro.- Beth tutto questo è colpa della mia stirpe, dei Demoni. Sei ancora convinta di amarmi?

La Guardiana lo guardò dal basso, con l'espressione di chi stia attraversando una valle buia ed oscura con una sola luce che la aiuta.- Armato, Umano, Demone, Contaminato...qualunque cosa tu sia io ti amerò fino alla fine dei miei giorni. E se mancano solo pochi secondi alla mia morte, allora va bene così. Ti amerò ancora per pochi secondi, anche se tu non ami me.

Epoh lanciò un grido. Cecily si tappò le orecchie, gemendo. Era un grido primordiale, di dolore, di rabbia, di gelosia, di lussuria. La stanza fu invasa da una luce dorata violenta ed improvvisa e la Guaritrice aprì le palpebre. Nella luce vide Yerathel spalancare la grandi ali e dileguarsi, come un sogno, lentamente, frammento per frammento, scomparendo in mille cristalli luminosi. Li guardava, immersi in quella luce troppo forte per gli occhi degli altri presenti. Ma non per quelli di Cecily, che anche senza ali era pur sempre una Fata. Guardò il volto immobile dell'Angelo, che fissava non il corpo carbonizzato ai suoi piedi, le ali che stavano riducendosi in polvere di Epoh, sconfitto dalla collera del vecchio nemico, ma loro, con dolcezza. Li guardava come se tra loro ci fosse un suo amico perduto. Sbattè le ali piano, una sola volta. E chinò il capo, come aveva fatto Helemia prima della battaglia, sussurrando delle parole che risuonarono forti nella mente di Cecily, anche se la Fata sapeva di essere l'unica a poterle sentire: gli altri erano troppo storditi dall'urlo di morte di Epoh. Beth era piegata su se stessa, e gridava, mentre il Marchio che la legava a quel Demone scompariva. Jamie la stringeva, cercando di non farle male. Yerathel lo guardò e sorrise. -Il Paradiso pianse per lui.- disse dolcemente.- Mio piccolo angelo, spero che possa presto spiegare le tue ali al vento.- poi fece un sorriso luminoso. Pronunciò un solo nome, e Cecily fu certa fosse lo stesso bisbigliato da Helemia. E capì cosa significano tutte quelle cose. Capì e si voltò disperata per dirlo prima che il filo si spezzasse, ma non ci riuscì. Svenne, le lacrime agli occhi.




ANGOLO DELL'AUTORE.

Epoh è morto. Ora cosa accadrà al mondo? Cosa succederà adesso che la pace sta per tornare? Non è finita, non ancora...


EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora